L'aria lo accarezzava dolcemente, così come i pensieri non facevano da tempo.
Poter uscire, anche se da un altezza diversa, lo faceva sentire vivo.
Stare fra quattro mura, non importa quali fossero, ti facevano diventare matto.Dopo aver visto Stefano tornare, seppur fosse ancora addolorato, e perciò convinto a non perdonarlo, gli smosse qualcosa dentro.
Nonostante avesse passato pochi giorni senza di lui, sentiva che gli era mancato, ma non poteva confessarglielo.
Non lo meritava.Ricordava ancora come le loro fan impazzivano all'idea della saschefano, tanto da esser riuscite a farla diventare reale, più di quanto lo fosse stata per i protagonisti di quella relazione.
Ci avevano creduto prima loro, che lui stesso.Ricordava anche di aver buttato il regalo di Stefano sul tetto, e ora che la curiosità lo stava uccidendo, non riusciva a trovarlo neanche negli angoli più nascosti.
Sbuffò e si sedette sul bordo, senza però permettere a se stesso di guardare giù. Aveva sempre pensato che l'altezza fosse un qualcosa di non necessario, a lui bastava vivere con i piedi per terra, eppure non avrebbe mai scoperto che il regalo era caduto giù, se avesse resistito all'impulso di guardare.
Qualcosa tuttavia gli era rimasto. Raggiunse la tasca interna alla giacca e prese da lì la lettera accartocciata che aveva tenuto.
Non aveva avuto il coraggio necessario per disfarsi anche di quella.
E ringraziava il se stesso passato per non averlo fatto.
Eppure non riusciva a decidersi, nonostante fosse grato di averla fra le mani.
Perché tanto entusiasmo se poi si lascia guidare dall'indecisione?La lettera era firmata, ed era proprio ciò che ad un primo momento l'aveva fermato dall'aprirla: la scrittura era quella di Stefano.
Gli fece pensare che forse, qualunque cosa avesse letto su quella lettera in quel momento, non sarebbero state le parole che Stefano avrebbe detto ora, apparteneva ad una versione di lui precedente, innamorata.
In quel momento Sascha non riconosceva il suo fidanzato ed il suo modo di amare, perché non appartenevano allo Stefano che era abituato ad avere affianco.Se la rigirò fra le mani e poi sospirò: se non l'avesse aperta si sarebbe per sempre chiesto cosa ci fosse scritto.
Strappò l'apertura e prese da dentro la lettera.
Non so come dirti ciò che vorrei uscisse dalle mie labbra ogni volta che ti vedo, perciò cercherò di essere il più coinciso possibile.
Ho avuto tanto amore nella mia vita; dalla famiglia, dagli amici, dai fan.
Ho avuto anche tanta ammirazione, desiderandone sempre di più.
Ma non ho mai desiderato la tua, davanti ai tuoi, e ai tuoi soltanto, io voglio essere per te ciò che tu sei per me. Io voglio che tu sia sul piedistallo con me, mentre gli altri ci ammirano per ciò che siamo.
Ma non ti voglio fra la folla, perché altrimenti saresti una persona qualunque, e invece non lo sei.
Ma le semplici parole...Una voce iniziò a recitare la lettera dietro Sascha.
"Ma le semplici parole 'ti amo' non potrebbero racchiudere quello che provo ogni volta che i miei occhi incontrano i tuoi, ogni volta che mi sfiori o mi sorridi. Non so se tu sia la mia anima gemella, ma non ho mai sperato di averne una, finché non sei arrivato tu. Perciò fai di me la tua scelta, tienimi stretto, e non lasciarmi mai. Perché so che non ti merito, ma neanche questa affermazione è abbastanza per me per lasciarti andare. È l'egoismo a dettare queste parole, ma non ti amerei come faccio, se fossi in grado di stare senza di te.
Tuo, Stefanino."
A pronunciare quelle parole, esattamente com'erano nella lettera, era proprio l'autore di essa.Sascha non si era girato fino all'ultimo secondo.
Era sicuro che avesse cercato il modo più esplicito per farsi capire, ma nella lettera, ancora, non aveva capito come avesse spiegato il suo sentimento per lui.
Forse perché nel farlo era stato troppo soggettivo.Stefano era ancora dietro di lui, aspettando che quest'ultimo si girasse, perché le cose per lui non erano cambiate, andavano solo riportate nella giusta direzione.
"Perché l'hai letta solo adesso?"
Visto che il corvino non si decideva a parlare, fu Stefano a dire le prime parole."Perché ero accecato dalla rabbia, dalla delusione e dalla profonda offesa che hai fatto alla nostra relazione."
Rispose fermo il corvino.Stefano poggiò una mano sulla spalla, e capì di poterla lasciare lì quando Sascha ci poggiò una mano sopra.
Per quanto cercasse di negare la verità, accettare ciò che è successo e perdonarlo era più facile che reprimere il suo sentimento.
"C'è stato solo un bacio?"
Sussurrò, la sua voce era strozzata, nonostante non ci fosse alcuna lacrima a rigargli il viso."Solo un bacio dettato dalla disperazione senza alcun significato. Te lo giuro. Ci sei solo tu per me Sascha, non posso farti uscire dal mio cuore. Ci sei entrato dentro e hai buttato la chiave nell'oblio, per non poterne più uscire, e perché nessun'altro potesse averne accesso."
Erano belle parole, e Sascha infatti sorrise.Perdonarlo era davvero la cosa più semplice da fare, soppratutto se si trattava di Stefano.
Stefano lo guardò, senza azzadarsi a dire un'altra parola o fare il prossimo passo.
Doveva esser Sascha a decidere."Io ti credo. Ma non voglio che accada ancora. Sei la persona più vicina che ho, e se non posso fidarmi di te, di chi mi posso fidare?"
"Non di Lydia, non sicuramente di lei. Ha detto un sacco di cazzate, tutto ciò che non riguardava la botola non era vero."
Affermò il castano."E della botola che mi dici?"
Chiese Sascha, incrociando le braccia con un mezzo sorriso stampato sulle labbra."Sai che noi vogliamo andare via dal portale, stavamo cercando soltanto un'altra via d'uscita per voi, per sapere che avreste avuto una via libera e foste al sicuro. Ma non volevamo darvi false speranze, perciò abbiamo deciso di accertarci che fosse un'uscita prima di dirvi qualsiasi cosa.
Questa è una situazione dove c'è da diventare matti, non possiamo mettere a rischio le nostre emozioni. Se perdessimo anche quelle, non ci rimarrebbe proprio più niente."
Sascha annuì, in fondo tutto aveva una sua logica, e Lydia aveva già mentito sul suo conto, perché non avrebbe dovuto farlo sugli altri?"Devi scusarmi, devi proprio, perché altrimenti io non s-"
Le parole furono fermate dalle labbra del corvino che si abbattevano su quelle di Stefano con una velocità impressionante.
Ormai le parole non avevano alcun importanza, ma il bacio si faceva prendere sempre più dalla passione che era stata persa in quei giorni. Entrambi potevano sentire in quel bacio la mancanza che avevano sentito l'uno dell'altro, entrambi sentivano l'astio farsi da parte, per lasciare spazio ad un bacio sempre più rude, che escludeva la dolcezza.Quando tornarono alla base, mano nella mano, tutti rimasero stupiti, chi più chi meno, ma tutti avevano la stessa espressione.
Scott aveva riacceso la sua speranza, e si poteva notare dal sorriso che aveva preso forma sul suo volto.
Mai arrendersi, aveva ragione.
E nonostante l'occhiataccia ricevuta da Sascha, continuò a sorridere, girandosi poi verso Salvatore, che però continuava ad ignorarlo.
Quest'ultimo infatti era piuttosto disgustato da questa sceneggiata, da come Sascha si era lasciato conquistare facilmente.Giuseppe invece era piuttosto neutro al riguardo e scocciato.
Perché Sascha aveva promesso di non perdonarlo, e alla fine c'era tornato assieme.
Sostanzialmente potevano risparmiare lo show e rimanere insieme fin dal primo momento.Lydia invece sembrava piuttosto delusa e arrabbiata per non esser riuscita nel suo intento, non sapendo di esser stata proprio lei a far cambiare idea a Sascha, principalmente perlomeno.
Ma tanto nessuna delle loro opinioni contava, neanche il loro giudizio.
Solo loro due sapevano cos'era successo nella loro intera relazione e cosa provavano, e ciò era l'importante.
STAI LEGGENDO
The True Heroes ●Mates●
Fanfiction"Ho paura che ci stiano prendendo in giro" "Giocando con delle vite?no,non credo proprio" La speranza è l'ultima a morire. Tutto è superficiale e nulla è essenziale. LEGGETELA TUTTA TUTTA😁 Storia scritta in collaborazione di @JJ_FONDEUR