[viii].love at first sight, pathetic

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Da quando ho iniziato il liceo e, quindi, ho conosciuto Terushima, Kita e tutta la banda, Kita è sempre stato quello ad organizzare i compleanni o cose del genere. Uno non direbbe, guardandolo, ma mr. Perfetto Shinsuke non perde mai l'occasione di dare una festa.

Quindi, anche quest'anno, Kita non perde l'occasione per cacciarmi di casa per avere il tempo di preparare tutto il necessario, aiutato da Daishou e un altro loro amico, Oikawa Tooru. 

"Kiyoomi-chan, Rin-chan ha gentilmente accettato di tenerti fuori dai piedi per due ore, quindi via, su, che qui abbiamo del lavoro da fare!" esclama Oikawa, spingendomi leggermente verso la porta di casa mia

"Va bene, va bene, ho capito, non toccarmi" dico con uno sbuffo mentre mi alzo la mascherina e mi metto le scarpe. Oikawa scuote la mano in segno di saluto, sorridendomi con quel suo sorriso che mi fa venire voglia di lanciargli un vaso addosso. A questo punto penso di essere io quello a voler uscire per non doverlo sopportare.

Inaspettatamente, Suna è fuori ad aspettarmi. C'è una strana tensione nell'aria, perchè è da molto che non parliamo. Un po' mi dispiace, io e Suna avevamo legato molto durante gli allenamenti di pallavolo ma, da quando il quarto anno è iniziato, ha smesso di farsi vedere in palestra e non aspetta più tutto il gruppo prima di tornare a casa.

"Auguri" è la prima cosa che mi dice, distogliendo lo sguardo dallo schermo del suo cellulare, sorridendomi leggermente. Di solito non sorride tanto, ma quando lo fa è difficile non fare lo stesso.

"Dove ti hanno chiesto di portarmi?" chiedo, affiancandolo mentre camminiamo senza una meta ben precisa. Suna ridacchia, scuotendo la testa.

"Kita mi ha detto di fare come voglio, mentre Oikawa mi ha gentilmente chiesto di portarti a comprare dei vestiti per stasera. Credo che seguirò il consiglio di Kita, però"

Non trattengo la risata che mi scappa dalle labbra e annuisco, seppellendo le mani nelle tasche dei pantaloni. 

"Quindi dove andiamo?" chiedo, calciando via un sassolino dal marciapiede. Suna si gratta il braccio, nervoso. Aggrotto la fronte, dove vuole portarmi ora?

"Possiamo fare un salto in ospedale?" chiede, incerto. Sbatto un paio di volte le palpebre, sorpreso. Fra tutte le cose che avevo in mente, non mi sarei mai aspettato che quella sarebbe stata la sua proposta. 

"Huh- cioè, certo. Cosa devi andare a fare all'ospedale?" chiedo. Suna alza le spalle e capisco che stiamo per avere la conversazione che avremmo dovuto avere mesi fa. 

"Devo andare a ritirare i risultati della terapia che ho fatto" risponde, con lo stesso tono di voce che uno userebbe per dirti l'ora. Mi schierisco la gola, raddrizzando la schiena"

"Scusa, quale terapia? Cosa mi sono perso?" mi devo essere perso qualcosa, è l'unica spiegazone possibile.

"Non ti sei perso niente. E' quella per il torso, hai presente, no? L'hanno scorso vi avevo detto che mi faceva male la schiena dopo aver giocato. Va a finire che ho la spina dorsale storta. Niente di grave, credo, però, visto che non l'ho tenuta sotto controllo, adesso mi viene difficile sforzarmi troppo e cose così. Volendo potrei ancora giocare, ma non per un lungo periodo di tempo. Forse potrei entrare in campo di tanto in tanto, ma non so se ne varebbe la pena" 

Segue un silenzio che quasi mi mette a disagio. In momenti come questo vorrei essere bravo con le parole, perchè ora non so proprio cosa dire. O almeno, certo che lo so, ma non riesco a trovare le parole adatte per dirlo senza risultare un perfetto idiota, o un insensibile.

"Basterebbe cambiarti con il libero, no? Potresti metterti d'accordo con Komori" dico infine, stringendo i pugni nelle tasche. 

Suna sospira, scrollando le spalle. "Non voglio essere un peso per la squadra" dice e, a questo punto, ho proprio voglia di raddrizzargli la spina dorsale a forza di calci.

end up here [𝚜𝚊𝚔𝚞𝚜𝚊 𝚔. + 𝚊𝚝𝚜𝚞𝚖𝚞 𝚖.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora