- Ehi papà sono quasi arrivata ti chiamo più tardi ma per favore rispondi odio parlare con la tua stupida segreteria del caz... -
il telefono si spense all'improvviso facendomi arrabbiare ancora di più, non solo dovevo tornare in quella casa ma dovevo parlare con lui, LUI!!
Non sapevo nemmeno cosa dire
"Ehi ciao ti ricordi di me? Sono quella a cui hai spezzato il cuore" sarebbe stato troppo dettagliato
"Ciao come va?" no, troppo amichevole si che erano passati svariati anni ma la ferita era ancora fresca, almeno per me...
Mentre cammino tra gli alberi ripenso all'ultima volta che vidi questo bosco era cambiato tutto, le radici ormai troppo grandi formavano un intreccio dove in molti sarebbero inciampati, le chiome folte non lasciavano filtrare il sole e la oscurità dava un senso di solitudine di tristezza o forse ero io che mi stavo facendo suggestionare.
- Ehi tu! Go to sleep! -
Un ragazzo con una felpa bianca e dei pantaloni neri ricoperti di sangue mi venne incontro con un coltello in mano, il suo volto era bianco come l'indumento che aveva addosso e un sorriso psicopatico era stato tagliato su quel volto che una volta doveva esser appartenuto ad un ragazzo per lo più di 18 o 19 anni, oltre al sorriso anche le palpebre erano state recise e rimasi ancora qualche secondo ad osservarlo ma prima che quel coltello mi sfiorasse mi spostai finendo dietro al ragazzo.
-lo sapevi che non si picchiano le ragazze-
la mia presa in giro lo fece solo incazzare ancor di più e tentò nuovamente di colpirmi ma ero molto più veloce di lui, gli presi il coltello e lo buttati tra alcuni alberi e mentre lui cercava di capire come avessi fatto afferrai i suoi capelli neri e lo spinsi ancora più in la della sua maledetta arma.
Lasciai li il corpo ancora con vita e proseguì per la mia strada solo che ero troppo stanca di camminare perché ci avrei messo troppo tempo così cominciai a correre ed in pochi secondi mi ritrovai davanti ad una enorme casa.
Non era cambiato nulla, apparte che la pittura bianca era ormai un ricordo sostituito da macchie di muffa e muschio e di altre sostanze di cui non volevo sapere la provenienza e si notava che il tempo era stato crudele con lei ma era sempre bellissima... era casa mia.
-Ben dammi le mie bambole o ti uccido-
-Sei una bambina non riusciresti mai a prendermi-
Mentre salivo i tre gradini dell'entrata sentii alcune urla e riconobbi subito la voce della mia bambina, mi era mancata così tanto e quando aprii la porta trovai Sally lanciando coltelli ad un altro ragazzino che a prima vista sembrava un elfo, altre persone erano sedute su un divino malandato davanti a una tv al plasma "ma comprarsi un divano decente no?" oltre al divano mi sorpresi anche del fatto che nessuno si fosse accorto di me, se fossi stata un altra persone magari con brutte intenzioni avrei potuto uccidere tutti senza alcun problema, quel pensiero mi fece ribollire il sangue, come potevano essere così incoscienti!? Non si rendevano conto che dovevano stare in allerta 24 su 24, bene ora glielo insegno io.
Presi un respiro e con la mente visualizzai la televisione, questa si alzò dal tavolino dov'era posata e dopo aver tracciato il percorso con il dito i 40 pollici erano spiaccicati sul muro.
-che cazzo è successo?-
-chi è stato!?-
I ragazzi che poco fa erano seduti sul divano cominciarono a litigare e incolparsi, insultando e imprecando, come se fosse iniziata la terza guerra mondiale cominciarono a volare coltelli, spade, frecce armi di ogni genere ed ormai stanca immobilizzai tutti
- siete dei bambini! si può sapere per quale motivo un branco di mocciosi sta abitando a casa mia!?-
Tutti gli occhi erano puntati su di me e quando gli lasciai liberi di muoversi vidi una mandria di cretini venirmi addosso ma ahi me fecero la fine della televisione tranne Sally che con le lacrime agli occhi corse ad abbracciarmi.
-Mamma! Sei tornata!!-
Sally non era veramente mia figlia ma l'avevo tratta sempre come tale, l'avevo salvata da alcuni uomini che volevano abusare di lei ma quell'esperienza fu così traumatizzante che perse la lucidità trasformandosi in una piccola serial killer. Anche se sovrapensiero mi accorsi che i ragazzi si erano alzati ma non tentarono di uccidermi rimasero immobili cercando forse una risposta ad una domanda che non sapevano nemmeno.
-Tu chi sei?-
Fu una ragazza di 17 anni a parlare era simile al tizio che aveva quasi ucciso nel bosco ma lei sembrava un po meno psicopatica ed i capelli erano di un castano scuro con le punte rosse
-siete voi che avete invaso casa mia, sono io che dovrei fare le domande!-
La mia voce risuono per tutta la sala, ormai avevano capito che era inutile discutere con me ed un ragazzo con una maschera blu si fece avanti
-questa casa appartiene a Slenderman e lui che ci permette di rimanere qua-
Quel nome, solo ascoltare quel fottutissimo nome mi faceva male, quindi lui era rimasto lì per tutti quegli anni, ma perché? E soprattutto perché aveva fatto entrare queste persone nella sua vita? Non era da lui, lo spietato assassino, rapitore di bambini, l'essere sovrannaturale più potente della terra aveva formato una famiglia mentre io ero stata cacciata via dalla sua vita... perché?
-lui dov'è?-
Anche se la mia voce era la stessa di prima dentro di me stavo soffrendo, tra poco l'avrei visto, dovevo essere impassibile non dovevo far vedere ciò che provavo veramente, dovevo trattenere la rabbia le lacrime e la voglia di toccarlo, perché si anche se mi aveva ferita lo volevo ancora, dopo di lui non ebbi più nessuno nemmeno flirt di 5 minuti per me era amore vero, non volevo nessun'altro che non fosse lui
-Papà è andato in città arriverà tra poco-
Fu Sally ancora attaccata alle mie gambe a rispondere, avevo gli sguardi di tutti su di mema non m' importava presi in braccio la mia bambina e le diedi un bacio sulla fronte era cresciuta, anche se era una cosa impossibile per loro, chi fa un patto con il diavolo ottiene anche l'immortalità ma ciò che dovevano dare era troppo per una giovinezza intera, l'anima per me era sacra anche se non ne avevo mai avuta una e se l'avessi avuta non l'avrei mai offerta a mio padre.
Felice che LUI non ci fosse riempi di coccole quella piccola bambolina che amavo
-Mamma è tornata a casa piccola mia-
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Un amore maledetto
FanfictionNon avrei mai pensato di sentire un cuore spezzarsi ma in quel momento mentre lo guardavo ascoltai i pezzi di ciò che una volta era un cuore, cadere nell'abisso del dolore eppure fino a qualche ora prima sembrava andar tutto bene, pareva un sogno di...