Capitolo 4

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Sento mia mamma che con la sua piccola e fine mano mi accarezza dolcemente i capelli e sento brividi ovunque. La sento sussurare di svegliarmi, così, dopo un sacco di forzi per farmi alzare dal mio amato letto, frego gli occhi con il dorso delle mani. Alzo la testa e il busto dal letto, sbadiglio con una mano davanti alla bocca e mi stiracchio. Sento mamma ridacchiare. Ma sono così ridicola? A quanto pare sì.

«Mamma!» la rimprovero ridendo e con un sorriso sul viso.

Le lancio un cuscino e iniziamo a bisticciare come due sorelle. Dopo un po' decidiamo di alzarci essendo un po' tardi per scuola. Dopo essermi preparata vado in cucina e bevo un succo di arancia. Accetto il passaggio che mi offre papà e usciamo di casa. Dopo averlo salutato con un abbraccio, scendo dalla macchina e vado incontro a Clarissa che mi saluta con un bacio sulla guancia, gesto che ricambio.

Entriamo in classe e ci prepariamo per le sei ore di inferno sulla terra. Finalmente ci danno l'orario e vedo che abbiamo spagnolo dal martedì al venerdì e ogni lezione dura un'ora tranne il mercoledì che ne abbiamo 2. Quindi quella di Lunedì era una lezione in più. Esulto dentro di me e sono felice che oggi ci sia ancora il professor Sala. Quando suona la ricreazione dopo essere andate alle macchinette come sempre, io e Cla torniamo in classe e attendiamo l'arrivo del mio professore preferito. Appena arriva in classe io e la mia amica lo salutiamo e lui ricambia.

«Luna, puoi venire un attimo? Spero solo di non rubarti dei minuti dalla ricreazione» mi chiama il prof. e Cla fa un sorriso malizioso. Ormai non sa fare altro la mia amica.

«Certo prof, non si preoccupi» gli rispondo gentilmente sorridendo e vado verso la cattedra.

«Allora Luna, come ci organizziamo?» domanda il professore riferendosi alla proposta che mi ha fatto ieri.

«Facciamo a scuola dopo lezione o a casa mia?» domanda e dentro di me si insinua l'immaginazione di me e lui su un divano a ridere e scherzare.

Però sul serio lui mi ospiterebbe a casa sua? Ok, lo so che è per questa specie di compito però insomma, che fortuna! Voglio comprare un cuore perchè tra poco esplode da quanto batte forte. Qualcuno lo vende a buon prezzo? Tra ieri e oggi ho fatto fuori un polmone e il cuore, bene! Certe volte mi faccio pena per la mia stupidità.

«Luna stai bene? Sento il tuo cuore battere forte» mi chiede preoccupato il prof. Sala.

«Sì sì prof, non si preoccupi. Comunque non so, veda lei e poi mi faccia sapere» rispondo e faccio per tornare dalla mia amica, ma mi ferma.

«Va bene domani subito dopo la fine delle lezioni, qua a scuola nel mio ufficio?» annuisco con un sorriso e dopo averlo ringraziato vado verso Clarissa che sta infondo alla classe.

«Tu non me la racconti giusta amica» asserisce la mia migliore amica con sgaurdo accusatorio.

«Beh, ieri non ti ho detto tutto tutto» le confesso abbassando la testa e torturandomi le mani.

«Cosa?» urla Clarissa e con la coda dell'occhio vedo che pure il prof si è spaventato quanto me e ha una mano sul cuore.

«Clarissa, ma ti sembra il modo di comportarti a scuola?» le domando arrabbiata.

«Clarissa..» la rimprovera il prof e lei sussura un "mi scusi".

Dopo averle spiegato tutto, questa volta davvero, inizia a fantasticare addirittura il matrimonio tra me e il prof. e i nostri figli. Tutto questo mentre lui è in classe a fare non so cosa con il cellulare. E se ci ha sentite? Oh no no no, non può e non deve essere. Ahh Clarissa che mi combini?

«Bhe, io sarò sua cognata. Si deve abituare a me» mi sussura Cla all'orecchio e tirandomi una gomitata mentre andiamo verso i nostri banchi.

«Allora se è una scherzo è divertente, ma se non lo è ti prendo a calci» le dico con il mio solito sorrisetto sarcastico.

«Forse è uno scherzo, forse no.. chi lo sa?» alza le spalle all'ultima frase.

Le tiro un pugno scherzoso sulla spalla e finalmente suona la campanella che annuincia l'inizio dell'ora di spagnolo. Dopo che tutti i miei compagni sono entrati in classe, l'insegnate della mia materia preferita inizia a fare l'appello e a dirci l'argomento di oggi, ovvero un ripasso del verbo "ser" e "tener". Al presente. Io quei verbi te li cogniugo in due secondi, per la miseria! Andiamo qualcosa di più serio! Tra poco pure i bambini di prima media, che non li hanno mai studiati, li sanno. Il prof nota che sono contrariata a questo ripasso e mi dice

«Señorita Luna, vuoi per caso dirli tu?» domanda con un sorriso beffardo.

Annuisco coniugando i verbi richiesti in meno di 30 secondi. Il prof rimane sorpreso per la mia velocità che decide di chiedermi la cogniugazione di altri verbi, anche al pretérito perfecto, come "querer", "salir", "amar", "conoscer" e "llamarse". Chiede alcuni verbi anche ad altri studenti che però hanno saputo dire poco e niente.

Finita l'ora, prima di uscire dalla classe il professore mi fa un sorriso. Lo guardo amaliata da così tanta bellezza e ricambio. Chiedo all'insegnate di scienze, che è entrato poco prima, se posso andare in bagno e dopo aver avuto una breve litigata con lui, mi dà il consenso e scatto fuori dalla porta come un fumine.

«Professore.. emh, mi scusi» dico raggiungendo e fermando il prof. nel corridoio e appena mi sente arrivare si gira.

«Sì, Luna? Dimmi» dice il prof puntando i suoi occhi turchesi nei miei.

Oh, ma adesso che dico? Perchè l'ho fermato? È stata una cosa che è venuta naturalmente, senza pensare. Io e la mia stupida testa, devo assolutamente cambiarla un giorno. Alla fine decido di dire la verità, ormai la figuara di merda l'ho fatta. Una più, una meno che cambia?

«Io.. ecco, vede prof..» sospiro «in realtà non so perché l'ho fermata. È stato un errore, mi dispiace».

«Luna, tranquilla. Per ogni cosa io sono nel mio ufficio o da qualche parte a fare lezione» afferma e ridacchia.

«Grazie mille, prof» arrosisco e lo saluto.

Con calma vado in bagno e mi guardo allo specchio. Sono arrossata come un pomodoro, il frutto odiato da Shawn Mendes. Sorrido vedendo l'effetto che quel ragazzo o, meglio dire, uomo mi fa.
Esco dal bagno e ritorno in classe sorridendo e pronta ad affrontare le ore rimanenti.

Dopo essere uscita dalla struttura scolastica al termine delle lezioni, con Shawn Mendes nelle orecchie, vado a casa a poggiare lo zaino e mangiare un panino. Sono abituata a mangiare poco, non pranzo quasi mai se non quando vado dalla mia amica. Dopo "pranzo" decido di andare al parchetto non molto popolato della città. Ho bisogno di stare un po' da sola all'aria fresca e riordinare le idee e i pensieri.

Mi siedo su una di quelle vecchie panchine di legno e osservo il paesaggio. Il sole è ancora alto nel cielo limpido, ci sono dei bambini che vanno sull'altalena e che giocano con i loro coetanei incontrati in quel momento. Mi manca l'infanzia e tutte le cose belle che ha. Eri spensierato, i drammi della vita erano altri e non ti innamoravi dei tuoi professori.

Sento il vento soffiare e con un tocco delicato sfiora il mio viso. Alcune ciocche dei miei lunghi capelli castani mi accarezzano il volto facendomi sorridere. Amo il vento tra i capelli e la sensazione che mi trasmette è una cosa unica. Libertà, felicità, estasi. Queste sono le emozioni che mi trasmette la brezza del vento, mentre sono seduta su questa panca.

Spazio Autrice:
Ehi! Eccomi con il quarto capitolo di "Te Quiero Profesor". Mettete una stellina al capitolo così capisco se la storia vi piace. Per informazioni scrivetemi su Instagram. Sono karla_savv. Vi ricordo che ho pubblicato il trailer della storia che vedete come media del capitolo. Al prossimo aggiornamento. Baci!

Traduzione verbi:
Ser: Essere
Tener: Avere
Querer: Volere/Amare
Salir: Uscire
Amar: Amare
Conocer: Conoscere
Llamarse: Chiamarsi

Te Quiero ProfesorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora