Finalmente sono a Bologna per passare un po’ di tempo con il mio Placido. Ieri sera siamo stati nel suo studio fino a notte tarda per provare a mettere su “il superlativo di amare”, ma oggi sembra non avere tempo per me.
Sono le undici e mezza di sera e lui è ancora impegnato a lavorare al computer per Biagio. Indossa un pantalone della tuta ed una maglietta in cotone a maniche lunghe, un qualcosa che potrebbe essere considerato un pigiama invernale rigorosamente grigio, ma è da quando girovagava nella stanza per cerare l’ispirazione che io non faccio altro che ammirare il modo in cui quei pantaloni segnano le forme rilassate della sua virilità.Il ciclo anche questo mese ha saltato il turno, ma non sono molto preoccupata visto mi è successa la stessa cosa il mese scorso. Sicuramente sarà dato dal troppo stress per via della morte di mio padre, e per questo sono anche dimagrita parecchio; insomma, sette chili fanno davvero la differenza su di un corpo come il mio.
Sono tornata in palestra da circa due settimane, ho ripreso la dieta senza difficoltà ed ora mi ritrovo a lavorare con un programma fitness più efficace e pesante.
Mio padre mi manca ancora tantissimo, e forse è anche per questo che mi sono data una svegliata. Sentivo il bisogno di diventare una donna migliore, una di quelle che non hanno rimpianti e che si sentono bene con sé stesse, perciò mi sono messa d’impegno e sono andata avanti nonostante tutto.Osservo ancora il mio chitarrista seduto su quella maledetta sedia, che ogni tanto si passa le mani fra i capelli; a volte mi lancia qualche occhiatina, ma poi torna subito a lavoro.
E davvero difficile restare a guardarlo senza poter fare nulla, in più non lo vedevo da un secolo e nonostante l’amore intenso che abbiamo vissuto ieri sera, i miei ormoni non fanno altro che chiedere di lui come se fosse una cosa indispensabile.
Ancora indecisa sul da farsi, mi alzo dalla mia postazione e mi schiero dietro il suo corpo esausto.
Debby:”Pla?”
Gli sussurro all’orecchio massaggiandogli le spalle tese.
Un sospiro pesante abbandona le sue labbra ed io approfitto della cosa per aggirare la sedia si cui giace sfinito dal troppo lavoro e salire a cavallo delle sue gambe.
Debby:”troppo lavoro ti fa male, piccolo…”
Le mie labbra gli stuzzicano il collo, poi spingo i fianchi contro il suo bacino, ed anche se lo faccio una sola volta, sento il suo corpo risvegliarsi di colpo.
Pla:”cosa posso fare affinché tu smetta di dissuadermi dalle mie faccende?”
Debby:”per prima cosa dovresti smettere di parlare come un vecchio professore di sessant’anni. Per seconda forse, dovresti cominciare a lavorare su di me. Sai piccolo, potrei essere la miglior chitarra che tu abbia mai suonato…”
Rispondo senza freni.Pov. Placido
Sospiro pesantemente quando i suoi denti mi mordicchiano il lobo e dopo essermi fatto una serie di pippe mentali sul come avrei potuto concludere il lavoro prima del fine settimana, anche io le cingo i fianchi e le bacio il retro dell’orecchio.
Pla:”scusa se sono sempre a lavoro…”
Sibilo. Lei rabbrividisce…
Pla:”cosa posso fare per farmi perdonare?”
Debby:”fai l’amore con me stanotte… Poi domani mattina, domani pomeriggio, e poi ancora domani sera…”
La sua bocca raggiunge la mia mandibola e dopo avermi baciato la barba da accorciare, passa alla mia bocca.
Pla:”sempre…?”
Debby:”si… Sempre”
Mi alzo in fretta dalla sedia trascinando lei con me e con calma raggiungiamo il divano poco distante. Deborah mi spinge sopra di esso e dopo essersi fermata fra le mie gambe, si lascia cadere in ginocchio trascinando le mani lungo tutto il mio torace.
Debby:”questi pantaloni ti stano una meraviglia, ma credo che tu stia meglio senza…”
Mi ammutolisco quando una sua mano si chiude sul cavallo del pantalone, e dopo avergli dato una stretta possessiva, li scende fino alle caviglie.
Non appena la mia erezione salta fuori dai boxer provocandomi un gemito, la sua bocca è pronta ad avvolgerne la punta, ma quando nel suo sguardo percepisco la voglia di farmi impazzire, la vedo scendere fino alla sua base.
D’improvviso la sento agitare la lingua sulle forme sferiche della mia virilità, poi passa a succhiarle animatamente lasciandomi pazzo di voglia.
Pla:”Iuri…”
Mi lamento infilando le dita fra i suoi capelli quando una sua mano raggiunge la mia asta per tenerla ferma mentre resta sotto il mio sguardo carico di lussuria.
Pla:”ti prego, muoviti… Così mi farai impazzire!”
Le sue unghie graffiano istintivamente le mie cosce quando rafforzo la presa sui suoi capelli e come di conseguenza mi lascio sfuggire un gemito più alto. Il mio cuore batte all’impazzata, il corpo non riesce più a restare fermo e l’agonia che lentamente sta crescendo dentro di me mi lascia con ancor più voglia di prima.
La sua bocca si allontana da me per permetterle di sorridermi cinicamente e subito dopo, sale leccando via la gocciolina che colava esasperata strappandomi un altro mugolio.
Pla:”perché ti sei fermata?”
Debby:”sta zitto amore…”
Il suo corpo risale il mio e si pone a cavalcioni sulle mie gambe, poi toglie in fretta la sua maglietta e spinge il mio volto contro il suo seno facendomi affondare in naso nelle sue forme.
Debby:”fammi l’amore, cucciolo…Voglio che tu ti perda dentro di me fino a quando non saprai più come uscirne”
Alle sue parole mi avvinghio in fretta al suo corpo e nella tiepida notte di questa primavera, entriamo a far parte l’uno dell’altra come se nulla fosse migliore di questo.
STAI LEGGENDO
IL SUPERLATIVO DI AMARE 2//"Ho voglia di scegliere te"
FanfictionAttenzione? questa storia comprenderà dei capitoli rossi(erotici) perciò invito alcuni sensibili lettori ad evitare di leggere alcune parti di questo racconto. Lei, vincitrice di amici 13 Lui, il suo chitarrista La storia intricata fra i due miglior...