CAPITOLO 104

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"Allora, Marco vuoi spiegarmi che succede? Sono giorni che sei strano e da due giorni mi eviti... e non dirmi che è il lavoro... non prendermi in giro... E poi tutto questo? Vino, birra, fumo... ma cazzo stai facendo?! Dov'è il mio fidanzato?"

Il mio tono è pacato, nonostante la carica della mia disperazione è palpabile... le mie parole, il mio sguardo comunicano tutto ciò che dentro di me è in subbuglio... la preoccupazione, i timori, l'ansia, la tristezza, l'impotenza, la rabbia... sì, perché sono anche arrabbiata con te... mi hai esclusa da qualcosa che ti ha fatto ridurre così... deve essere qualcosa di grave... e io non capisco perché non me ne hai parlato... sono la tua futura moglie... e non è concepibile che mi tieni fuori da cose che ti riguardano... e che sono di certo molto importanti... non possiamo iniziare una vita insieme se mi escludi in questo modo... e non capisco perché lo fai... dal momento che pure per te l'affrontare tutto insieme è un punto fondamentale per la vita di coppia, per la costruzione di una famiglia...

Siamo seduti sul divanetto dello studio... uno di fronte all'altro... tu continui a tenere lo sguardo basso, fissi le nostre gambe incrociate... i piedi che si sfiorano... le tue mani nervose ed agitate, che non riesci a non muovere... Io ti guardo per un pò in silenzio... sembri così indifeso, spaventato, dubbioso... come se temessi che le tue riflessioni uscissero dalla tua testa mostrandosi al mondo, a me... come se ciò che ti turba interiormente potesse creare sconvolgimento anche esteriormente... la confusione regna nella mia mente... e da sola non posso capire ciò che il tuo mutismo nasconde... ho bisogno di te, che mi parli... che mi spieghi che ti prende, che ti ho fatto... perché inizio a pensare sia colpa mia... altrimenti me ne avresti parlato, no?!... Credo, spero...

Ti prendo le mani tra le mie, le accarezzo, poi le stringo forte... tu pian piano alzi la testa, il tuo sguardo incontra il mio per un secondo, poi lo abbassi di nuovo... ma faccio in tempo a notare una lacrima scivolare lungo la tua guancia... non resisto, non posso vederti piangere... non senza sapere il perché, non senza poterti aiutare... così, appoggio le mani sul tuo viso, lo sollevo leggermente, tanto per poter vedere ancora i tuoi profondi occhi nocciola, ora, ricoperti di un velo lucido, triste, inquieto... bacio a fior di pelle le tue labbra, appena prima di dirti, dolce e premurosa...

"Marco, cucciolo... ti amo, lo sai!... Però, non puoi fare così... dimmi che c'è?... che succede?... lo sai che solo insieme possiamo affrontare tutto... solo io e te... solo NOI... Amore mio... ti prego, non mi escludere... io non ce la faccio senza di te..."

Ora, le lacrime segnano anche i lineamenti del mio viso.... tu le asciughi con due dita... abbozzi un timido sorriso... poi riabbassi lo sguardo, non ce la fai proprio a guardarmi negli occhi e ti senti in colpa anche per questo...

Non riesci nemmeno a stare più fermo, ti alzi in fretta... devi placare la voglia di baciarmi e stringermi a te... vorresti solo dimenticare tutto e tenermi stretta... ma non puoi... ora è il momento di confessare ogni cosa, quel segreto che ti sta distruggendo dentro e che rovinerà tutto tra noi... ma non puoi continuare a torturarti così... soprattutto, non adesso , non dopo che io ti ho trovato in quelle condizioni... che ti ho salvato da te stesso... non ora che nel mio sguardo leggi tristezza, angoscia, apprensione... è il momento di dirmi tutto... poi penserai a come andare avanti...

Ti volti verso di me, ancora seduta a fissarti in trepidazione, senza capire... resti lontano da me, ne hai bisogno per riuscire a parlare senza crollare sotto il peso delle tue emozioni...

"Pulce... Giò... perdonami per questi giorni... scusami per non essere stato presente... per averti lasciata sola... fuori dai miei pensieri... ma non sapevo che fare... non lo so neppure ora a dire il vero... mi sono tormentato ogni ora, ogni minuto da quella maledetta telefonata... e così, tenendomi tutto dentro, pensavo di non farti male... e invece, al solito, ho fatto peggio... perdonami, ti prego!"

LA MIA LETTERA PER TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora