Capitolo 5

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Era ormai passata una settimana dall'inizio delle lezioni,sei giorni dalla partenza degli Eraklyoniani.
Quel poco tempo era bastato per adattarsi,bene o male,alla vita sulla Terra. Ma non tutto era cosí facile per loro. La vita non era cosí tranquilla come ad Eraklyon. Sicuramente aveva molti piú problemi; come qualsiasi persona incontrata laggiú fino ad ora,d'altronde. Ad Eraklyon si era piú spensierati,non si pensava molto al futuro. O almeno,non ci si pensava fino all'ora di intraprendere la missione. Quella missione desiderata e temuta da tutti,allo stesso tempo. Quella missione cosí pericolosa ed emozionante. Quella missione cosí importante,forse anche troppo per essere assegnata a ragazzini alle prese con la conoscenza dei loro poteri.
Ma tutti erano cresciuti cosí,ad Eraklyon.
E a molti era piaciuta cosí tanto la vita terrena che avevano deciso di trasferirsi laggiú.
Ma per ora,nessuno di loro aveva trovato buoni motivi per potersi fermare per sempre; per non tornare mai piú in quel posto,su,a metri e metri di altezza,che era la loro casa.

Era il secondo lunedí scolastico che sorgeva nella cittá di Chicago,la sesta sveglia che,con il suo trillo fastidioso,costringeva i ragazzi ad alzarsi dai loro letti caldi.
Alba spinse un braccio fino al comodino,cercando con la mano l'oggetto che emetteva quel suono cosí irritante. Non aveva ancora aperto gli occhi,non perché non riuscisse,ma semplicemente perché non voleva. Non aveva nessuna voglia di iniziare un altro giorno in quella casa di matti,in quella scuola estremamente pazza abitata da gente cosí anormale che avrebbe potuto riempire uno studio psicologico per essere curata.
Trovata la sveglia,ancor piú difficile fu la ricerca del pulsante per spegnerla. Sicuramente la ragazza non era aiutata dalla sua posizione apparentemente molto scomoda: corpo voltato verso destra,gambe incrociate su se stesse,un braccio sotto alla testa e l'altro alla ricerca del pulsantino. Di certo non era molto comodo spegnere una sveglia senza voltare il corpo dall'altro lato,soprattutto ad occhi chiusi!
Ma a quanto pare Alba voleva rendere le cose piú difficili. Il perfetto specchio di sé stessa,d'altronde.
Di certo poteva essere considerata una delle persone piú complicate e contorte della casa,se non dell'intero college.
Nessuno dei suoi coinquilini l'aveva vista sorridere,nemmeno una volta. Sembrava che lei fosse troppo per tutti,che non volesse nessuno tra i piedi.
Non girava molto per l'appartamento,se non per prendere qualcosa che aveva dimenticato in giro.
Le uniche volte in cui si sentiva la sua voce erano causate dalle ramanzine che era costretta a fare a Mercedes. Ovviamente seguite da ripicche della bionda,che amava vederla strillare come una iena in mezzo a tutti.
Ma ad Alba non fregava essere sentita o meno,lei faceva quello che decideva di fare,senza badare al luogo dove si trovava o alla gente che aveva intorno.
Presa dalla rabbia,la ragazza scaraventó la sveglia a terra.
-Stupido pulsante- le si sentí sussurrare di seguito.

-Alba cazzo!-
La voce di Mercedes echeggió in tutta la stanza,svegliando anche i due Eraklyoniani che dovevano avere un sonno davvero pesante,per non aver sentito la sveglia.
-Cosa vuoi puttanella?- rispose in rimando la mora,mantendo ancora la stessa posizione e gli occhi chiusi.
-Raccogli quella cavolo di sveglia! Ma ti pare il caso svegliarmi a quest'ora del mattino? E tutto per lanciare una sveglia? Se proprio vuoi lanciare qualcosa che so,butta te stessa dal balcone!- sbraitó la bionda sedendosi sul letto rivestito dalla coperta fuxia che aveva riposto lí il primo giorno.
-Magari potessi,ma vedi,siamo al piano terra- ribatté senza nessun tono. Stranamente non aveva usato quegli urli incazzati di quando parlava con Mercedes. Forse perché era mattina.
-Non vedo comunque perché dovresti prendertela con la sveglia!- urló di nuovo l'altra,prima di sdraiarsi di nuovo a pancia in giú.
-Ragazze,non vorrei interrompervi,ma dobbiamo alzarci. Vedete,tra poco iniziano le lezioni- le avvisó Facundo mentre scostava la coperta dal suo corpo,mettendo in mostra praticamente tutta la sua pelle,dato che dormiva in boxer. Ma la luce era ancora spenta,non avrebbe avuto problemi o imprevisti di alcun tipo con le ragazze.
Entrambe scoppiarono a ridere dopo la sua affermazione.
-Certo Facundo. La scuola- disse Mercedes dopo aver spento la risata.
Il ragazzo le guardó stranito. Di solito si svegliava sempre prima di loro,si cambiava e usciva con gli altri al bar del college fino alle otto. Da quell'ora si dirigeva a lezione,ma neanche in quel caso vedeva le sue coinquiline,che stavano nell'altra classe.
-Davvero non capisci? Ma dai,cosa te ne frega delle lezioni quando puoi vivere in una casa tutta tua,senza genitori ad obbligarti ad andare? Taglia per un giorno,non vorrai essere l'alunno modello- ribatté Alba sorridendo all'espressione quasi sconcertata del ragazzo,intravista nel buio della stanza.
Dopo pochi minuti di silenzio,Facundo sembró aver capito cosa Alba volesse dire e si sdraió di nuovo sul lato destro del corpo,infilando una mano sotto al cuscino. La coperta peró era rimasta a terra,dove era stata lanciata poco prima.
Xabiani invece stropicció gli occhi e corse subito fuori dalla camera dopo aver visto sgattaiolare fuori la bionda.
Alba invece si sistemó con la schiena contro la testiera del letto,avendo ormai perso sonno.
Si soffermó ad osservare i lineamenti delicati ma decisi del viso di Facundo,che dormiva nel letto davanti al suo; separati dallo spazio di una scrivania.
Poi scese verso il suo corpo,lungo la linea degli addominali evidentemente palestrati,coperti dall'ombra.
Da quando suo padre aveva conosciuto la sua matrigna,non lo aveva piú guardato in faccia per molto tempo. Non concepiva l'idea che avesse sostituito cosí in fretta sua madre,la donna che a quanto pareva avesse amato con tutta l'anima,con quella persona subdola,cattiva. Non capiva come avesse potuto dimenticare con tanta facilitá sua moglie solo per il fatto che fosse partita per il Paradiso.
Perché sicuramente era quello che aveva raggiunto.
La madre di Alba era una persona buona come il pane. Aveva sempre giocato con lei durante i primi sei anni della sua vita,le aveva regalato tutto l'affetto possibile.
Ma tutto era cambiato con la sua morte. Era avvenuto tutto all'improvviso. Quelli che inizialmente erano attacchi d'asma si fecero piú forti,e la sua protesta contro l'abbondanza di farmaci a vita non aiutarono il suo destino.
Alba aveva deciso di non indossare la classica maschera sorridente e spensierata dei ragazzi nelle sue stesse condizioni. Il mondo era diventato nero,e cosí aveva voluto che rimanesse.
Due anni dopo,questa nuova donna entró nella sua vita. Inizialmente sembrava cosí gentile e simpatica,ma poi aveva iniziato a vederla in assenza di suo padre per l'organizzazione del matrimonio,e lí aveva scoperto la sua vera identitá.
Crudele,doppiogiochista. Non aveva mai conosciuto nessuno con la sua doppia faccia.
Ma era inutile dirlo a suo padre,tanto,non l'avrebbe ascoltata.
La sua esistenza fino all'entrata al college era stata tormentata dalle continue critiche della matrigna,dai ricatti.
Dopo essersi rigirato diverse volte,anche Facundo aprí gli occhi e mise le mani dietro alla testa,appoggiandole alla testiera del letto.
I suoi occhi incrociarono quelli di Alba,che non abbassó lo sguardo.
-Convertito alla beata attitudine del non andare a scuola?- chiese lei sollevando un sopracciglio.
Facundo lasció scappare una risata,spostando la testa verso la finestra -Forse sí-
Alba alzó un angolo della bocca,quasi un un sorriso che si affrettó ad eliminare.
Ma ormai il compagno di stanza se n'era accorto,era quasi soddisfatto di esserci riuscito.
In quella prima settimana,dal giorno della scommessa con Xabiani,si era avvicinato molto a lei,o almeno ci aveva provato.
Aveva capito che quella ragazza non apprezzava i metodi affrettati. Ma forse avrebbe dovuto aspettarselo,insomma,tutti sapevano com'era fatta.
Dopo il tentativo di abbracciarla per darle la buona notte,seguito da una gomitata nello stomaco,aveva deciso di cambiare metodo.
Sarebbe diventato suo amico,l'avrebbe conosciuta meglio e,una volta scoperto cosa le piacesse,sarebbe passato all'azione.
Sicuramente il loro rapporto era molto migliorato rispetto all'inizio,ora riusciva a scambiare almeno due parole con lei senza che se ne andasse via con la solita espressione cupa.
-Allora,a quando il nuovo taglio?-
Facundo venne risvegliato dai suoi pensieri dalla voce della ragazza,che lo stava squadrando con un mezzo sorrisetto.
-Mai,te l'ho giá detto- replicó scuotendo l'indice davanti a sé.
Alba gli aveva ripetuto svariate volte di tagliarsi i capelli,cosí ricci e folti come un cespuglio castano,ma lui non ne aveva intenzione. Voleva mantenere almeno un particolare Eraklyoniano,e poi,non gli stavano poi cosí male!
La ragazza sbuffó e alzó la coperta sopra all'ombelico. Facundo abbassó prima una gamba,poi l'altra e si alzó in piedi. -Quello di cui hai bisogno é un pó di affetto- disse avvicinandosi al suo letto -Un pó di calore- continuó abbassandosi verso di lei,pronto ad abbracciarla. Venne bloccato da un paio di mani abbastanza forti da trattenerlo poggiate sul suo petto -Facundo,vattene-
Ed ecco tornata la Alba di sempre.
Lui cercó di avvicinarsi ancora,resistendo alla tensione delle braccia della ragazza,ma alla fine cedette,spostando tutto il suo peso su queste.
-Facundo,togliti. Vai a vestirti- ordinó di nuovo Alba esercitando piú forza in modo da allontanarlo del tutto.
Non voleva affezionarsi a nessuno in quella casa. Aveva commesso un errore a mostrarsi cosí amichevole con lui,ecco le conseguenze.
Facundo staccó dal muro la mano che aveva appoggiato per avvicinarsi a lei e scosse la testa,iniziando a camminare verso la porta dopo lo sguardo,tornato il solito secco e pungente,di Alba.

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