Una lunga, lunghissima giornata!

770 27 3
                                    


Harry scese lentamente le scale che portavano alla Sala Comune dei Grifondoro. Erano quasi le otto e molti studenti avevano iniziato a scendere dai dormitori per andare in Sala Grande a fare colazione. Si voltò speranzoso verso il camino ormai spento, dove solitamente una folta chioma castana lo aspettava per lamentarsi di quanto fossero in ritardo. Ma non quella mattina.   Svogliatamente lasciò cadere la borsa a terra, sedendosi su una delle comode poltrone rosso-oro. Quel giorno aveva meno voglia del solito di andare a lezione. -Ciao Harry!- Una vocina squillante attirò la sua attenzione. -Ehi, buongiorno Ginny!- rispose sorridente, prima di essere letteralmente ricoperto da una lunga e lucente chioma color rame. Forse quella giornata non era del tutto da buttare, pensò mentre la stringeva. -Ron dov'è?- chiese Ginny non appena si fu staccata da lui. -Si sta ancora vestendo, è in ritardo come al solito. Lei lo guardò con un velo di apprensione -E... come sta? Harry ricambiò il suo sguardo preoccupato -E' di umore nero...- rispose mestamente -Ieri sera poi ha avuto anche la ronda con la Parkinson, ho provato ad aspettarlo alzato per parlare con lui ma ero così stanco che mi sono addormentato. Ginny sospirò, sedendosi accanto a lui. -Capisco...- disse, mordendosi un labbro pensierosa -Ieri sera ho parlato con Hermione e mi ha raccontato tutto... Harry sospirò. Anche lui il pomeriggio precedente avrebbe voluto parlare con Hermione per desisterla nuovamente dai suoi propositi di stare con Malfoy ma, ogni volta che aveva provato ad avvicinarla, lei si era volatilizzata come se le avessero lanciato un incantesimo evanescente. -Avrei bisogno anche io di parlarle...- disse, lanciando uno sguardo cupo per la Sala Comune -Spero solo che non sia già scesa o che non scenda dopo Ron. Ginny lo fissò con uno sguardo indagatore. -Spero che non vorrai ripeterle le stesse cose di ieri mattina!- esordì, con un cipiglio severo. Harry si sentì un po' a disagio -Ti ha raccontato anche della nostra discussione? -Ovviamente...- rispose Ginny, incrociando le braccia -E mi dispiace deluderti, ma sicuramente è già uscita dalla torre. Harry le lanciò uno sguardo sorpreso quanto perplesso -Come fai a saperlo? Sei scesa dopo di me!- Ginny gli sorrise con un'espressione impertinente stampata in viso -Ieri sera mi ha avvisata che questa mattina si sarebbe alzata presto per studiare Rune Antiche, quindi se proprio vuoi parlare con lei dovresti cercarla in biblioteca. Harry sbuffò. Certo, come no, studiare Rune Antiche di prima mattina. Per quanto Hermione fosse una maniaca dei compiti questo era decisamente troppo persino per lei. La verità, si ritrovò a pensare con rammarico, era che non volesse incontrare lui e Ron... o, peggio ancora, avesse appuntamento con qualcuno di loro conoscenza. -Si può sapere che cosa ti è preso, Harry?- chiese Ginny, distraendolo dai suoi pensieri -Capisco che sia stato un brutto momento, ma darle contro in quel modo non aiuterà certamente Ron. Harry strinse le labbra.      -Lei ha sbagliato. E non sembra neanche pentita di quello che ha fatto.- La ragazza alzò un sopracciglio -Perché? Cosa avrebbe fatto di così grave?- Harry la fissò stralunato -Ma sei impazzita anche tu? Stiamo parlando di Draco Malfoy!- sussurrò con forza, guardandosi intorno, sperando che nessuno stesse prestando loro attenzione. -Anche volendo passare sopra a questa storia del ricatto che ci ha coinvolti tutti, devo ricordarti io di chi è figlio? Cosa pensa dei Babbani e dei Mezzosangue? Senza contare cosa ti ha spinta a fare suo padre nel tuo primo anno ad Hogwarts?! Ginny impallidì, non avrebbe voluto ricordare mai più quell'esperienza. Nello stesso modo in cui Harry non sarebbe mai riuscito a dimenticarla. Ginny Weasley aveva rischiato seriamente di morire nella Camera dei Segreti quella volta. Al solo pensiero, un brivido scosse il Grifondoro. -Le persone cambiano, Harry...- disse lei semplicemente, cercando di scacciare quei ricordi dalla sua testa. -E poi stiamo parlando di Hermione, non è certo una sprovveduta.- Harry sospirò. -Sprovveduta o no, ieri ha distrutto la sua amicizia con Ron. E le persone cambieranno anche, ma stiamo sempre parlando di Malfoy. Permettimi il beneficio del dubbio!- Ginny però non sembrava demordere. -Senti, capisco che Ron adesso sia arrabbiato con lei, ma tu sei suo amico!- disse, posandogli delicatamente una mano sulla spalla -Dovresti starle accanto dopo tutto quello che è successo in questi giorni. Harry abbassò la testa, pensieroso. -Non è così facile... non se sta con quel serpente!-Lo so, capisco che tu sia preoccupato per lei per il fatto che possa essere ingannata da Malfoy, anche io ci ho pensato, sai?- gli rispose la ragazza con decisione -Ma da quello che mi ha raccontato Hermione, sembra che anche Malfoy tenga realmente a lei... forse per una volta dovresti farti da parte e comportarti da amico, non da fidanzato geloso.- L'ultima frase era stata pronunciata con un pizzico di invidia. Ginny sperò con tutto il cuore che Harry non se ne fosse accorto. -Cosa dici?- berciò il ragazzo, con la faccia sconvolta -Io SONO suo amico, è per questo che mi preoccupo per lei e mi preoccupo anche di Ron, se fossi io al suo posto penso che impazzirei. Ginny gli sorrise con dolcezza -Oh, Harry...- sussurrò, abbracciandolo. -Ma non sei al suo posto! E poi pensi che non sia preoccupata anche io per mio fratello? Ma non posso voltare le spalle ad Hermione perché si è innamorata di un altro ragazzo. I sentimenti e la vita di Hermione riguardano solo lei, come anche il rapporto tra lei e Ron... riguarda solo loro due. Harry la fissò. Ginny era veramente cresciuta nell'ultimo anno ed era maturata molto... sicuramente molto più di lui, si ritrovò a pensare stupito. -Inoltre...- continuò la ragazza, fissandolo seriamente -Hermione è sempre stata molto corretta con Ron, non lo ha mai illuso e non si è mai messa con qualcuno solo per ripicca nei suoi confronti... in quel caso stai pur tranquillo che sarei stata la prima ad essere arrabbiata con lei. Harry arricciò il naso -Non vorrai anche tu tirare in ballo Lavanda spero!- disse, alzando un sopracciglio. Ginny non si scompose -Invece sì!- rispose con forza, facendo sospirare il suo ragazzo -Perché se c'è qualcuno che ha sbagliato in passato, quello è proprio Ron. Eppure tu non gli hai detto nulla, ti sei comportato da amico rimanendogli accanto anche se sapevi che Lavanda non fosse quella giusta per lui. Il Grifondoro si passò una mano tra i capelli, già abbastanza scarmigliati quella mattina. -Lavanda non è come Malfoy, lo sai bene...-Sì, certo.- rispose Ginny, con sicurezza -Ma voglio bene ad Hermione e voglio che sia felice quindi le rimarrò amica, qualsiasi cosa accada. E dovresti farlo anche tu!- Harry rimase imbambolato a fissarla mentre la Sala Comune si stava lentamente svuotando, segno di quanto dovessero essere in ritardo per la colazione. Forse Ginny non aveva tutti i torti. Pensò il ragazzo, un po' accigliato. Se Hermione voleva essere presa in giro da quella Serpe avrebbe dovuto lasciarglielo fare e rimanerle accanto per consolarla quando avrebbe scoperto di essere stata illusa, perché, a differenza di Ginny, era convinto che Malfoy non facesse sul serio con lei. Soprattutto non avrebbe dovuto lasciarla sola nella storia del ricatto, visto che lei gli era stata sempre accanto nei momenti difficili. -Va bene Ginny.- disse alla fine, sospirando -Cercherò di chiarire con lei appena la vedrò. La ragazza gli fece un gran sorriso, prima di abbracciarlo, anzi, stritolarlo con gioia. Proprio in quel momento, Ron fece capolino dalle scale. -Harry, menomale che sei qui!- disse scendendole due a due fino a trovarsi, dopo pochi passi, davanti a loro. -Pensavo che fossi andato a fare colazione senza di me!- puntualizzò, un po' nervoso. -Certo che no, ti ho detto che ti avrei aspettato qui!- rispose subito Harry, alzandosi dal comodo divano -Sbrighiamoci o non troveremo niente da mangiare. Ron annuì prima di voltarsi, scuro in viso, verso la sorella. -Ginny, hai visto Hermione per caso?- chiese, stupendoli entrambi. Lei infatti non credeva che Ron avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle apertamente di Hermione, visto quello che era accaduto il giorno prima. -Veramente no.- rispose un po' in ansia -So solo che è uscita presto per andare a studiare in biblioteca. Ron aggrottò le sopracciglia. -Meglio così...- sentenziò, gelido -Non ho proprio voglia di vederla già di prima mattina. Ci fu qualche secondo di silenzio e, quando Ginny aprì la bocca per dire qualcosa, il fratello afferrò Harry per la manica della divisa. -Forza, andiamo a mangiare!- disse, trascinando di peso l'amico attraverso il buco del ritratto. Harry ebbe solo il tempo di salutarla con un cenno, prima che la Signora Grassa chiudesse il passaggio dietro di loro. Ginny sospirò. Sicuramente sarebbe stata una lunga giornata. Blaise entrò nella Sala Grande e cercò con lo sguardo una persona in particolare. Non appena la ebbe individuata marciò dritto verso di lei, sedendosi nel posto accanto. -Ho avuto il tuo biglietto- le sussurrò a mezza bocca, con un ghigno maligno. Poi si avvicinò al suo orecchio destro, facendola rabbrividire. -Sei stata davvero brava... Pansy sorrise compiaciuta, continuando a sorseggiare il suo thé. Blaise controllò che nessuno li stesse ascoltando, per sua fortuna Malfoy e Nott non erano ancora arrivati. -Adesso dobbiamo solo aspettare il tempo necessario e poi sarà tutto pronto per agire. Pansy si voltò accigliata verso di lui. -Lo so, Blaise... ma io odio aspettare!-Già, anche io.- le rispose lui, prendendo una fetta di pane tostato. -Ma finché non sarà tutto pronto, non possiamo fare altrimenti. In quel momento entrarono Harry e Ron nella sala. Pansy fece un leggero cenno divertito al compagno guardando verso il tavolo dei Grifondoro, dove Potter e Weasley erano diretti. Zabini ghignò, ma un dubbio atroce lo fece voltare nuovamente verso di lei. -Sei sicura che non ricordi niente?- le chiese, con una punta di perplessità. D'altronde Pansy Parkinson non aveva mai brillato per la sua bravura a scuola .La ragazza lo fissò un po' offesa. -Certo Blaise, per chi mi hai presa?-Per una sciocca!- avrebbe voluto risponderle. Ma non lo fece. -Ok, ok! Era solo per essere sicuro. Non voglio imprevisti.- disse invece, tagliando corto per rabbonirla. Pansy gli lanciò un'occhiata perplessa ma non disse nulla, prima di tornare felicemente al suo the. -Ti ho già chiesto scusa per ieri sera, ho provato ad aspettarti ma ero così stanco che mi sono addormentato con tutti gli occhiali- disse Harry, esasperato dal fatto che Ron non avesse detto una parola durante tutto il tragitto per la Sala Grande. -Ho capito, ho capito! Smettila adesso!- gli rispose finalmente, sedendosi rumorosamente vicino a Neville, facendolo sobbalzare per la paura. -Non ho molta voglia di parlare oggi, quindi non assillarmi!- Harry lo guardò dispiaciuto dal tono brusco con cui gli si era rivolto, ma poteva capirlo. Era infatti ovvio che il lato aggressivo che Ron stava mostrando quella mattina, non fosse altro che un meccanismo di autodifesa. L'amico era terrorizzato all'idea di vedere Hermione a lezione. Poteva capirlo benissimo. Non si sentiva ancora pronto ad affrontarla. -Dopo Erbologia abbiamo un'ora di buco,- disse, tentando di distrarlo -Ti va di una bella partita di scacchi magici? Sono molto migliorato in questi giorni, pensa che ho sconfitto anche Dean!- Ron, per un attimo, abbandonò quell'aria cupa e rabbiosa con cui si era svegliato quella mattina. -Ti va proprio di perdere, eh? Lo sanno tutti che Dean non sa giocare.- disse, con un mezzo sorrisetto. Harry lo guardò con la coda dell'occhio prendere dei toast dal piatto di portata. Non lo avrebbe lasciato solo in un momento del genere. Doveva farlo reagire. Ma doveva anche stare accanto ed Hermione. Anche lei era la sua migliore amica e stava passando un brutto momento. Sospirò, spostando lo sguardo su Ginny, intenta a sedersi poco lontano insieme alle sue compagne. Ginny alla fine aveva ragione, doveva aiutarla e non giudicarla. Fece un secondo sospiro, realizzando che non sarebbe stato per niente facile. Hermione al quarto anno aveva già provato cosa volesse dire "stare nel mezzo" quando lui e Ron non si erano parlati per giorni. Aveva visto quanto per lei fosse esasperante essere la migliore amica di entrambi, cercando di non ferire nessuno dei due. Neanche la minaccia di passare un'intera settimana in punizione con Piton avrebbe potuto farlo stare peggio. Pensò, con una nota di amara ironia. Hermione chiuse il libro di Rune Antiche, era almeno da un'ora che studiava eppure non era riuscita a finire nemmeno il primo dei due capitoli che si era prefissata di imparare prima di andare a lezione. -Maledizione, non riesco a concentrarmi...- sussurrò a denti stretti, guardando nervosamente l'orologio. Mancava ormai poco all'inizio della lezione di Erbologia e lì avrebbe incontrato sia Harry che Ron. Mise mestamente i libri nella borsa e si diresse verso l'uscita della scuola. Fortunatamente Hermione aveva già con sé sciarpa, guanti e cappello, li aveva presi proprio in previsione di uscire in giardino visto che la serra numero cinque era piuttosto lontana. Almeno avrebbe evitato un imbarazzante incontro alla torre Grifondoro se fosse dovuta passare a prenderli... Dopo essersi coperta sufficientemente, iniziò a camminare in silenzio affondando nella neve candida del giardino. Per fortuna era una bella giornata e già dalla sera prima aveva smesso di nevicare. Forse, pensò con un sorriso sentendo il sole scaldarle la pelle, se il tempo avvesse retto per un po' i professori avrebbero organizzato la gita a Hosmeade che tutti aspettavano da settimane. Ma a quel pensiero, il suo sorriso si spense repentinamente. Non vedeva l'ora di andare a Hosgmeade insieme ai suoi amici, ma adesso? Le vennero velocemente in mente i fatti accaduti solamente il giorno prima. Aveva perso per sempre l'amicizia di Ron, gli aveva spezzato letteralmente il cuore...ed era dura realizzare che non ci sarebbero mai più state gite ad Hosmeade con lui. Si fermò ansiosa, inspirando profondamente l'aria gelida e gustando il silenzio irreale che regnava in quel momento. Doveva calmarsi. Era inutile pensare a Ron in quel momento, se non per rattristarsi. Il suo pensiero quindi corse ad Harry, a come si era comportato con lei, alle parole che le aveva detto. L'aveva delusa profondamente e sapeva anche lei di averlo deluso. Forse neanche con lui le cose sarebbero state le stesse. Harry aveva scelto. Tra lei e Ron, aveva scelto Ron. Per la prima volta non lo avrebbe avuto accanto. Hermione inspirò nuovamente. All'improvviso le era venuto in disperato bisogno di piangere. Ma non doveva farlo, non quando i suoi compagni potevano vederla. Infatti, qualche secondo dopo, Hermione udì distintamente dei passi alle sue spalle seguiti da delle voci che discutevano animatamente. Si voltò, cercando di mascherare l'espressione triste che era comparsa sul suo viso. Neville, Dean e Seamus apparvero dietro l'angolo del giardino. -E' proprio così, ti dico!- disse Dean a Seamus -Se non ci credi, chiedi a Neville che era seduto accanto a lui a colazione.- Hermione fece capolino dalla pianta dietro la quale si era nascosta. -Perché mi sto nascondendo?- pensò stupita. Non erano Harry e Ron dopotutto. Ma quello che udì subito dopo, le fece ringraziare mentalmente di averlo fatto. -E' vero!- confermò Neville, pensieroso -Lavanda è arrivata subito dopo di lui a colazione...e Ron, appena l'ha vista, ha cambiato posto mettendosi vicino a lei e Calì.- Seamus fece una faccia stupita -Quindi non va più dietro alla Granger se hai visto Ron parlare con Lavanda. Erano mesi che quei due non si rivolgevano la parola.- Hermione trattenne il fiato a quella notizia. Dunque Ron l'aveva veramente cancellata dalla sua vita. Cercò di non fare rumore mentre girava intorno alla pianta per non farsi vedere mentre passavano. -A quanto pare Ron si è stufato di aspettarla ed ha optato per la via più facile!- disse Dean, facendo ridere Seamus. Hermione strinse i pugni, ma non disse nulla. Dean e Seamus non potevano sapere quello che era successo veramente. Era inutile prendersela con loro. -Non sono comunque affari nostri.- la voce sicura di Neville, arrivò alle orecchie stupite di Hermione. -Non è carino dire queste cose dei nostri compagni, sono cose personali...- finì, un po' nervoso. Hermione, dietro la pianta, sorrise commossa. Neville era un ragazzo buono e leale, sempre corretto con tutti. Era un ragazzo d'oro, anche se era capace a volte di combinarne di tutti colori anche se i suoi propositi erano buoni. Si annotò mentalmente di aiutarlo di più con i compiti, soprattutto con quelli di Pozioni, visto che Piton lo aveva eletto ( insieme ad Harry) vittima sacrificale per ogni sua sarcastica battuta o insinuazione. -Va bene, va bene, non fare quella faccia Paciock! Stavo scherzando - disse Dean ridendo, un po' sorpreso dal comportamento del compagno -Parliamo di ragazze allora. Avete presente quella Corvonero biondina del quarto anno...- Le loro voci si spensero gradualmente, ed Hermione uscì dal suo nascondiglio. E così Ron, dopo tutto quello che era successo, aveva deciso di rimettersi con quell'oca di Lavanda. Arricciò il naso. Ma decise, per il bene di Ron, che non avrebbe detto nulla sul suo ritorno di fiamma. Se Lavanda poteva distrarlo dalla delusione che aveva ricevuto da lei, forse avrebbe imparato ad accettarla prima o poi. Forse prima "poi" che "prima". Ricominciò a camminare dietro di loro, entrando nella serra nel modo più discreto possibile e cercando di sedersi, per la prima volta in vita sua, nei posti più lontani. Il cuore le si bloccò quando vide entrare Harry e Ron, seguiti a ruota da Lavanda e Calì. Harry le sembrò molto scocciato e la sua faccia accigliata le strappò suo malgrado un sorrisetto. -Ti dispiace se mi siedo con Lavanda?- gli chiese Ron, con una faccia che Harry avrebbe preso volentieri a schiaffi se fosse stato un giorno come un altro. -Certo che no.- rispose invece, cercando di nascondere quanto la cosa lo seccasse. Gli sembrò di essere tornato a mesi prima, quando Lavanda era costantemente appiccicata a Ron, come un'ape sul miele. Con questo pensiero non proprio entusiasmante si voltò per cercare un altro posto in cui sedersi, quando incrociò gli occhi castani di Hermione, seduta da sola agli ultimi banchi. Si diresse verso di lei senza pensarci due volte. Se doveva parlarle, tanto valeva che lo facesse mentre Ron era impegnato. -E' libero?- le chiese, un po' in imbarazzo, indicando il posto accanto a lei. -Dipende...- rispose la ragazza, distogliendo lo sguardo. -Da cosa?- Dal motivo per cui ti stai sedendo qui. Harry non rispose e posò la sua borsa, sedendosi accanto a lei. Hermione guardò verso i primi banchi, dove Ron e Lavanda parlavano sommessamente tra loro. -Vedo che qualcuno ti ha soffiato il posto.- disse sarcastica, malcelando il suo disappunto -Ma trattandosi dell'innocente Lavanda non credo che tu abbia da ridire, se non per il fatto che ti sia dovuto cercare un altro compagno di banco.- Harry rimase in silenzio, Hermione sembrava ancora furiosa come il giorno precedente. -E mi dispiace deluderti...- continuò la ragazza, con un tono che non ammetteva repliche -Ma non sono un ripiego, quindi cercati un altro posto.- Harry fece un bel respiro, ignorando l'ultima frase dell'amica -Non mi sono seduto qui perché non ho dove sedermi- le sussurrò, in modo che nessun altro udisse. Hermione alzò un sopracciglio, ma non disse nulla. -Mi sono seduto qui perché volevo parlare con te...- continuò Harry, allargandosi il nodo della cravatta. In quella serra si soffocava! -E di cosa?- rispose lei, senza neanche guardarlo -Sei stato piuttosto esaustivo ieri-Sono venuto a chiederti scusa...- puntualizzò lui, passandosi una mano tra i capelli. Hermione si voltò stupita, fissandolo comunque con perplessità. -Perché?-Perché, cosa?- chiese lui, confuso. -Perché hai cambiato idea?-Non ho cambiato proprio idea...- rispose Harry, un po' a disagio, notando lo sguardo di lei tornare cupo. -Ma volevo comunque scusarmi per come mi sono comportato.- Hermione sospirò -Se non hai cambiato idea, perché vuoi fare pace con me?-Harry si grattò la testa. Era meglio andare subito al punto prima che arrivasse la professoressa.   -Perché sono tuo amico, Hermione, ci tengo a vederti felice e non voglio lasciarti sola in un momento del genere.- Hermione, però, sembrava ancora perplessa. Lo stare costantemente a contatto con Draco Malfoy l'aveva temprata. -Eppure ieri non eri di questo parere.- rispose freddamente, trapassando l'amico con un'occhiata. Harry la fissò, un po' a disagio. -Lo so, sono stato pessimo ieri mattina ma ho reagito di istinto. Lo sai come sono fatto...- distolse lo sguardo, sistemandosi gli occhiali -Inoltre sono amico di entrambi e quello che è successo avrà un sacco di ripercussioni su tutti. Tu ci sei passata, sai di cosa parlo...- Hermione continuò a guardarlo in silenzio. Harry le sembrava sincero, ma il fatto che avesse cambiato atteggiamento la spiazzava nello stesso modo in cui la insospettiva. -Poi questa mattina ho avuto modo di parlare con Ginny ed ho capito solo allora di aver sbagliato...- continuò il ragazzo, torcendosi le mani. Ah, ecco il motivo di quel cambiamento repentino nei suoi confronti! Pensò Hermione, senza stupirsi comunque più di tanto. Era stata la sua amica a far breccia nel muro che Harry aveva tirato tra loro. -Così ho deciso che dovevo chiederti scusa e cercare di essere veramente tuo amico. Dovevo aiutarti ed invece mi sono messo contro di te, mi dispiace.- continuò il ragazzo, girandosi verso di lei. Qualcosa si mosse nel petto di Hermione. Le parole di Harry l'avevano colpita. -Ho sbagliato, ma può capitare a chiunque, no?- continuò l'amico, mettendo una mano sulla sua. Hermione ricambiò commossa la stretta del ragazzo -Hai ragione Harry, può capitare a tutti di sbagliare...sono contenta che tu l'abbia capito.- disse con un filo di voce e con gli occhi lucidi. In quel momento la professoressa Sprite entrò nella serra, chiudendone le porte. -Dopo Erbologia ti va di parlare qualche minuto?- continuò Harry, ignorando il saluto della professoressa alla classe. Hermione gli sorrise. -Va bene, adesso però cerca di stare attento.- Anche Harry sorrise un po' rincuorato, prima di voltarsi verso l'insegnante.

D come Draco, M come MisoginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora