Capitolo 15

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Era il turno di Sibilla di salire sul palco siccome era rimasta per ultima dietro le quinte. Il cuore le palpitava nel petto come un tamburo impazzito, sempre più inarrestabile.

Prese la rincorsa e arrivò raggiante al centro della scena, abbracciandosi a Marlene Crawley; le luci dei riflettori del Royal Opera House le abbagliarono lo sguardo, rendendole praticamente impossibile vedere qualsiasi cosa nell'immediato.

Il pubblico si era alzato in un'ovazione meravigliosa, applaudendo ed esultando al grido di «bravo!» con quell'accento che faceva sorridere Sibilla all'inverosimile. Lentamente la vista si definì meglio, grazie anche alle luci della platea e dei palchetti che si accesero.

Sibilla guardò dritto dinanzi a sé, esattamente verso il palco reale, ricordando le risate che si era fatta tre mesi prima, quando era venuta a conoscenza della disposizione dei posti a sedere e sorrise per mitigare le grasse risate che si era invece fatta a suo tempo.

Giuseppe era accanto la Regina e quante regole di galateo reale si era dovuto imparare per quella serata solo lui lo sapeva. Come Primo Ministro italiano gli era spettato un posto d'onore e gli organizzatori avevano pensato bene di piazzarlo alla sinistra della Regina e a destra di una delle tante duchesse della famiglia reale. Quando seppe la cosa, Sibilla lo vide letteralmente sbiancare e pietrificarsi, provocandole una grassa risata che solo ricordarla le faceva ancora ridere.

Sibilla rivolse lo sguardo a tutti i suoi colleghi, da Marlene Crawley a Henry Bonneville al lato opposto della fila. Era stato piacevole lavorare nuovamente con Henry, lui aveva un talento pazzesco e riusciva ad entrare a pennello in ogni personaggio.

Si strinsero, quindi fecero un profondo inchino e salutarono davanti a loro. Fecero andirivieni più volte da dietro le quinte al palco, sempre richiamati dallo scroscio interrotto di applausi, poi finalmente si poterono ritirare nei rispettivi camerini.

Sibilla stava apponendo la crema struccante sul cotone quando la porta bussò:

"Signora Monteverdi, è attesa all'entrata del foyer. La Regina ha espresso il desiderio di salutarvi e di incontrare Miss Lewis".

Sibilla s'arrestò, prima di creare un disastro irreversibile sul suo volto: erano arrivati appena in tempo! Incontrare la Regina del Regno Unito era sinceramente una di quelle cose sulle quali non avrebbe mai scommesso, ma con una lentezza inesorabile si stava arrendendo al fatto di non potersi concedere il lusso di prevedere o immaginare nulla nella sua vita.

Uscì di fretta dal camerino e incontrò Henry, tutto trafelato:

"Sentito?" chiese lei, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e camminando in fretta.

"Sì... mai un momento di pace" brontolò lui. Henry era quel tipo di uomo che poteva essere considerato non esattamente un monarchico, ma la sua gentilezza avrebbe quasi sicuramente supplito a delle remore ideologiche e politiche.

Affrettarono ancora il passo e lungo la via incontrarono tutti gli altri colleghi, quindi arrivarono al foyer e si misero in fila, guardandosi vicendevolmente negli occhi, in attesa.

La delegazione reale arrivò, con tutta una schiera di duchi e duchesse agghindati in abiti eleganti e loro invece, attori stanchi e stremati dallo stress psicologico, se ne stavano in fila come soldatini; Sibilla poteva quasi percepire a pelle il disappunto di Henry. A volte tutte quelle gran cerimonie formali le smuovevano un senso di completa soggezione e subordinazione che non sempre le andavano a genio, ma alle quali prendeva lo stesso parte, accantonando ogni scetticismo e riserva, cercando piuttosto di cogliere quante più sfumature positive possibili.

Arrivò la Regina, salutandoli uno ad uno con una semplice stretta di mano, quando arrivò il suo turno, Sibilla portò il piede destro dietro quello sinistro e s'inchinò leggermente, tenendo la testa dritta, quindi le strinse delicatamente la mano e alle sue congratulazioni rispose semplicemente «La ringrazio, Vostra Maestà».

In quei giorni felici arrivati con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora