Capitolo 29

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«Sei sicura di volerlo fare?» mi pungola Liberio. «Grazia lo dirà sicuramente a Roberta, e questo peggiorerà le cose tra di voi.»
«Le cose tra di noi non possono peggiorare più di così! Se così fosse, allora non voglio più avere niente a che fare con lei.»
«Ire, stai facendo tutto questo per lei
Ha ragione, ma non m'importa che siamo amiche o meno. Anche se non ci parleremo mai più, io farò qualsiasi cosa in mio potere pur di proteggerla.

Interrompiamo la conversazione quando la vediamo entrare in classe e andarsi a sedere in disparte.
Marzia la raggiunge, si siede sopra il suo banco e cominciano a parlare.
Ultimamente sembrano essere diventate quasi amiche...
Con Marzia! Dopo tutto ciò che quella mostriciattola ha fatto a me e a Nadia, Roberta osa stringerci confidenze!

«Mi dispiace vedervi così» dice Giulia, che le lancia continue occhiate. «Non so cosa vi sia successo, ma è bruttissimo vedervi separate in questo modo.»
«Beh, avete sempre fatto pace, no?» dice invece Enrico, con un sorriso confortante.
Sì, spero che io e Roberta saremo in grado di fare la pace anche questa volta...

Non appena Paolo entra in aula, mi distraggo e mi avvicino a lui, pur trattenendomi dall'abbracciarlo. Se proprio non ama il contatto fisico, non voglio metterlo a disagio.
Mi fa una grande pena vederlo tutto zoppicante e con la faccia brufolosa adesso anche ricoperta dai tagli...

Alberto non si fa scrupoli e lo stringe in un caloroso abbraccio. «È bello riaverti qui! Ehi, smettila di tremare come un chihuahua, lui non si è più fatto vivo.»
«Ci hai spaventato a morte, piccolo nerd!» scherza Luca.
«E invece sei tolnato, ploplio come un velo guellielo!» gli fa eco Guo.

Sotto i nostri sorrisi, Paolo arrossisce e si gira a guardarci uno a uno, a sua volta con occhi dolci, seppur imbarazzati.
Binah ricambia il sorriso, nonostante appaia più titubante del solito: l'ho beccata spesso a fare smorfie sdolcinate in direzione di Paolo, ma adesso che è venuta a sapere che lui soffre della sindrome di Asperger... beh, forse non è piu così attratta.
Mi dispiace molto, dopotutto Paolo, a parte una strana ossessione per Alberto, non ha niente che non vada. È solo molto introverso, ma posso capirlo, anche io trovo difficoltà a relazionarmi con le persone.

Purtroppo, dopo che Claudio ha urlato ai quattro venti che il piccoletto soffre di una sindrome, la verità è sortita inesorabilmente a galla.
Temo proprio che Paolo ne sia consapevole...
Almeno non sembra rimanere troppo male dal fatto che Binah non se lo fili più, d'altronde non mi è mai sembrato che lui ricambiasse tali sentimenti.

Paolo si gira verso di me per chiedermi: «Ti fa ancora male il... il fianco?»
«No, sto bene. Ehi, bella felpa» aggiungo affabile, indicando il suo nuovo capo d'abbigliamento con su stampato Super Mario.
È una felpa un po' bambinesca, ma carina, con il logo colorato ben marcato.
«Sì, è uno dei premi della lotteria... Q-quella di gennaio, ricordi? Ehm, grazie, ragazzi,» dice poi all'improvviso, «per il vostro aiuto...»
Alberto gli tira una pacca alla spalla, e senza dire niente i due si dirigono ai loro banchi, fianco a fianco.

                                   *

Mi affaccio da dietro un cespuglio del Giardino Scotto, tenendo gli occhi puntati sulla ragazza dai verdi capelli rasta che mi sta di fronte, seduta a fumare sotto a un gazebo, da sola. I bambini corrono giocando ad acchiapparella e nascondino, mentre nel labirinto di cespugli in cui mi trovo io le panchine sono occupate dalle coppiette.
Fortuna che Liberio mi ha accompagnata, altrimenti mi sarei sentita a disagio. Certo, non solo perché sto per interrogare qualcuno...

Grazia è lì, Roberta è assente.
Non posso credere che Alberto ci abbia azzeccato!
«Allora, come devo approcciarmi?» domando per l'ennesima volta.
La risposta non arriva, anzi sento strizzarmi il fondoschiena, e per la sorpresa scatto in piedi lanciando uno squittio.
Tutti si girano a guardarmi, persino Grazia...
I miei occhi infuocati si abbassano su Liberio, il quale, ancora accucciato, cerca di soffocare le risate.

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