26 Sii il mio Christian Grey

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23 dicembre...

"Levi! Aspettami!".
"Quante volte ti ho detto che a scuola mi devi chiamare professore?", sbottò il più grande, fermandosi di colpo al centro del corridoio scolastico.
"È abitudine lo sai. Comunque sia, che fa lei a Natale?".
"Niente di particolare".
"Ma è anche il suo compleanno!".
"Lo so".
"Secondo me dovremmo passarlo assieme lo sa?".
"Non lo passi con tua sorella e tua madre?".
"Le ho regalato un viaggio".
"Con quali soldi?".
"Con quelli che guadagno col sangue, sudore e lacrime".
"Non esagerare moccioso. Allora che pensi di fare?".
"Passeremo il Natale e il compleanno insieme! Ho già un piano".
"Ovvero?".
"È una sorpresa".
"Ho sempre paura delle tue sorprese".
"Sii positivo! Si fidi di me".
"Ho forse un'alternativa?".
"No".
"Buono a sapersi".

Spero sia una presa per il culo!
Fu l'unico pensiero di Levi quando vide l'entrata del maestoso centro benessere in cui, secondo Eren, avrebbero passato le vacanze da Natale fino al due gennaio. Era un complesso in cui le stanze e la reception erano in un unico edificio, con i ristoranti e le altre strutture in separata sede, assieme a una quindicina di piscine diverse. Dagli ambienti e da come erano sistemati ed arredati ricordavano molto la Domus Aurea di Nerone, con un'esplosione di rosso, oro e altri mille colori che davano vita a mosaici e affreschi di innaturale bellezza. Dopo che gli furono assegnata la stanza Eren e Levi andarono a vederla. Come per il resto dell'edificio, era in stile antica Roma ed era accessoriata con un piccolo bagno e un terrazzo che dava su uno dei innumerevoli giardini. In un angolo della camera da letto c'era un gigantesco albero di Natale, alto fino al soffitto con decorazioni bianche e dorate.
"Bellissimo...", mormorò Levi.
"Te gusta?", gli chiese Eren.
"Un sacco. Grazie Eren".
"E di che? È il tuo regalo di compleanno dopotutto".
Levi lo baciò a fior di labbra ed appoggiò sotto all'albero un pacco a parallelepipedo, incartato e decorato con un fiocco rosso.
"Questo sarà invece il tuo regalo", commentò.
"Che cos'è?".
"Lo saprai a Natale".
"È ingiusto!".
"Ma smettila moccioso. Sbrigati a sistemare le valigie che ho voglia di andare alle terme".
"Sì capitano!".

25 dicembre...

"Buon compleanno!", esclamò Eren quando vide Levi uscire dalla doccia, dopo il cenone.
Adesso che si era cambiato, portava una camicetta nera e dei pantaloni del pigiama corvini.
"È la terza volta che me lo dici in un giorno lo sai?".
"Perfetto allora non te lo dico più".
"Sei un vero bambino".
Il più piccolo mise il broncio, ma bastò che Levi gli baciasse la guancia per farlo tornare felice.
"Grazie comunque, Eren".
"Siediti sul letto che dobbiamo parlare".
Il più grande obbedì titubante mentre il ragazzo gli si inginocchiava dinanzi.
"Levi...noi due ci conosciamo da otto anni lo sai, ma è solo da pochi mesi che ci amiamo. Siamo stati separati per volontà di terzi, ebbene, non ho più intenzione di perderti".
"Mi stai facendo preoccupare".
Eren tirò fuori da una tasca una scatolina nera.
"Non sarà...".
"Puoi dirlo forte Levi".
Aprì il piccolo contenitore con maestria, rivelando il contenuto: due anelli da uomo, uno d'oro e uno d'argento, questo più piccolo e sottile dell'altro.
"Vuoi essere ufficialmente il mio ragazzo?".
Levi si tappò la bocca con una mano, cercando in tutti i modi di non sembrare una ragazzina.
"Sì idiota".
Riuscì a malapena a trattenere le lacrime per via dell'emozione, e si avvinghiò ad Eren come un koala su un ramo di eucalipto, baciandolo sulle labbra con fermento. Si scambiarono un bacio casto; non c'era posto per la lussuria e il desiderio carnale, ma solo amore e sentimento. Adesso sì che non si sarebbero mai più divisi. Dopo un tempo alquanto infinito si staccarono e il ragazzo infilò l'anello ad entrambi.
"Adesso il lucchetto e la chiave non verranno più separati", disse il castano.
"Proprio così. Adesso puoi aprire il tuo regalo".
Come un bambino a Natale, Eren afferrò il pacco da sotto l'albero e si sedette accanto al fidanzato, scartando il parallelepipedo con impazienza. Era una valigetta nera col manico di legno d'ebano.
"Una valigia?", domandò il ragazzo dubbioso.
"Aprila e lo scoprirai".
Ma quando l'aprì, entrambi rimasero senza parole. Levi aveva ordinato su un sito online un set completo per fare i dolci, ma all'interno c'era tutto fuorché attrezzi da cucina: un grosso vibratore, due paia di manette con i polsini rivestiti da un tessuto morbido, un sounding, un copri occhi e un nastro di stoffa rossa.
"C-cosa...?".
"Eren ti giuro che non era questo il regalo".
"Ma se me l'hai fatto te!".
"Non sono il tipo che fa questi regali!".
"E chi me lo ha fatto?! Gesù?"
Levi si bloccò, poiché un unico pensiero gli invase la mente.
"No...se l'ha fatto lei giuro su Dio che l'ammazzo!".
"Ma di che parli?!".
"Avevo problemi col pagamento online così ho chiesto ad Hanji se mi poteva fare l'ordine lei".
"Ora si spiega tutto".
"Scusami. Oltre a darti il tuo vero regalo ti porterò la testa di Hanji su un vassoio d'argento".
"E chi ti dice che questo pacco non mi sia piaciuto?".
Levi venne spinto sul letto ed immobilizzato da Eren, mentre questo gli riempiva il collo di baci e succhiotti.
"Sai, vorrei proprio provare questo regalo", gli sussurrò all'orecchio con voce roca.
Tra un ansito e l'altro, il moro rispose:
"Sii il mio Christian Grey".

🗝

Mentre le loro lingue danzavano assieme, Eren adagiò Levi dritto nel letto, facendogli appoggiare la testa sul cuscino. Con le mani scese dalle guance fino alle spalle, poi fino i polsi, infine li prese e li ammanettò. Ora Levi era tutto suo. Mentre violava nuovamente la sua bocca, con delicatezza gli sbottonò la camicia fino a scoprire il petto tonico. A mani aperte si mise ad accarezzarlo, massaggiando le fasce di muscoli come fossero un'opera d'arte, passando sopra ai capezzoli del tutto volontaria. Si soffermò su di loro, strofinandoli tra le dita, ma poi Eren le sostituì con la bocca, mordendoli e leccandoli. Levi chiuse gli occhi, gemendo a gran voce e pronunciando il nome dell'amante come un mantra.
"Eren...".
"Shh...va a finire che sveglierai tutti", gli sussurrò Eren.
Questo prese il nastro rosso e lo legò tra le labbra del suo lui, non prima di avergli stampato un bacio.
"Adesso sì che va meglio".
Levi non provò neanche a parlare.
Il ragazzo si tolse la maglietta ed iniziò a baciare il suo petto con talmente tanto desiderio che sembrava quasi gli stesse staccando la carne a morsi, scendendo sempre di più fino a raggiungere il linguine. Guardò il fidanzato e questo annuì voglioso, gli occhi lucidi di lussuria. Eren gli tolse i pantaloni e le mutande, lasciando all'aria l'erezione pulsante, facendo la stessa cosa con sé stesso.
"È il momento di prepararti".
Non aspetto altro, pensò l'Omega
Il più piccolo prese il vibratore e glielo infilò tutto in un colpo solo. Levi strinse il cuscino tra le mani, emettendo un verso di dolore gutturale.
"Non ti preoccupare. Adesso starai meglio".
Prese il telecomandino ed accese l'arnese alla media velocità. Come sentì il vibratore acceso, Levi quasi tirò un urlo di piacere; Eren non esitò e cominciò a leccargli l'asta, partendo dalla base per poi arrivare in cima, massaggiando con la lingua le vene sporgenti. Quando arrivò alla punta infossò le guance e in un colpo lo ebbe tutto in bocca; Levi ebbe uno spasmo e la schiena si incurvò dal piacere, trattenendo un urlo. Chiuse gli occhi e si godette quel pompino, gemendo senza pudore, ma dopo diverso tempo Eren aumentò la velocità così come quella del vibratore. Avvertì l'accumulo di calore nel linguine, e senza precedente preavviso si riversò nella bocca del giovane. Questo ingoiò tutto quanto, ripulendo il pene dai rivoli di sperma, spegnendo il vibratore. Quando glielo fu tolto Levi sentì un vuoto interiore, sperando che un momento o l'altro sarebbe stato ricolmato con qualcosa di più grande e soddisfacente. Eren gli abbassò il nastro, permettendo al più grande di parlare.
"Voglio di più...", ansimò questo.
"Certo, ma...".
Ribaltò la situazione, ritrovandosi Levi seduto sul suo ventre.
"Cavalcami".
Eren gli strinse forte le cosce e il moro non se lo fece ripetere due volte. Alzò le natiche e si calò sull'asta del castano, ritrovandoselo dentro fino a toccargli la prostata. Sia lui che Eren gridarono dal piacere, e Levi cominciò a muoversi in su e in giù, aiutato anche dal fidanzato che con le sue spinte gli dava ulteriore piacere, colpendogli di netto la prostata. Dopo ore, Eren afferrò il più grande e se lo strinse al petto, aumentando la velocità e la forza delle spinte, infilando di nuovo la stoffa tra le labbra di Levi. Erano fusi in un'unica anima, e tutte le cose attorno a loro erano come sparite; c'erano soli, a darsi amore e passione all'unisono, in una melodia di gemiti e respiri affannati. Gradualmente, Eren velocizzò le spinte rendendole ancora più forti, segno che era sul punto di venire - così come Levi - ma poi, all'improvviso, io moro avvertì una mano di Eren lasciare un fianco per segarlo, in modo che venissero assieme. Un secondo dopo gridarono il nome dell'altro, ma mentre Levi si ritrovò l'ano che traboccava di sperma, Eren aveva il petto sporco del seme del fidanzato. Uscì da lui e con una mano prese la chiave delle manette e gli liberò i polsi, così come la bocca.
"È stato...fantastico...", mormorò Levi.
"Il più bel Natale della mia vita...".
Non ressero più e si addormentarono, con l'alba a dar loro la buonanotte.

Mi chiamo Eren! ~Ereri~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora