CAPITOLO 33

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Purplesea era una cittadina non troppo grande ma il suo porto era di tutto rispetto e la zona portuale piena di negozi e locande.
La casa di Daw invece si trovava a non troppa distanza dalla spiaggia, circondata da un lato da alte scogliere e dall'altro da una zona dove cresceva un'erba bassa e dura, con sprazzi di sabbia e roccia. La casa era a due piani, con il pianoterra grande che comprendeva un ampio camino e il piano superiore con una stanza da letto con le pareti rivestite di libri. All'esterno c'era un porticato rialzato che si affacciava sul mare. La casa era in ordine e intoccata, ma la polvere era tanta.
Daw e Lashrael ci misero quasi un giorno intero a ripulirla. Alla fine si preparano un bagno nella vasca d'ottone e si strinsero l'uno all'altro, riuscendo finalmente a rilassarsi.
«Non ci venivo da qualche anno,» disse Daw, giocando pigramente con i capelli del Drow. «Me la ricordavo più piccola.»

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«Una casa di tutto rispetto,» commentò. «Al di là della fatica per rimettere tutto a posto, devo dire che hai veramente buon gusto.»

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«Ti ringrazio, avevo bisogno di alcuni punti di appoggio, sai, ho viaggiato molto in vita mia, e le comodità mi sono sempre piaciute.»

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Scoppiò a ridere. «Quindi questi mesi per te sono stati una tortura!» commentò. Non riusciva a immaginare quanto dovesse essere stato difficile per Daw resistere al suo modo di vivere, di gran lunga più spartano.

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«Neanche per idea, la tua casa mi piace molto e la trovo comoda. Ho solo problemi con tutti quegli animali che di notte ululano, cinguettano e squittiscono, ma ammetto che si sono comportati bene nell'ultimo periodo, o forse sono io che mi sono abituato.»

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Si accomodò meglio contro di lui, allungando le braccia oltre le spalle di Daw per poi abbracciarlo alle spalle. «Potrebbero farlo anche qui,» mormorò.

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«Gabbiani e la risacca del mare, si sente solo questo. Molto rilassante. Del resto siamo qui per questo, no?» Poi sorrise, lo baciò alla tempia. «E non solo.»

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«Non solo. Giusto.» Gli fece eco Lashrael. «Dimmi, come vorresti organizzare il nostro matrimonio?»

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Rise a quella domanda. «Non mi sono mai sposato prima, ma ho assistito ad alcuni matrimoni. Migliaia di invitati, pranzi con decine di portate, spettacoli di giocoleria, bestie esotiche e musica fino all'alba, litri di vino, dolci, frutta caramellata, confetti. Ma suppongo che tutto questo non faccia per noi. Immagino che dovremo semplicemente andare al tempio di Sharess, con le nostre vere sembianze, e dire loro che ci amiamo e che vorremmo che il nostro amore fosse divinamente riconosciuto. Se ci sarà una cerimonia non ne ho idea, se cercheranno di ucciderci maledicendo le forze del male? Forse. Non ci resta che scoprirlo.»

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Espirò rumorosamente. «Preferirei che fosse un giorno tranquillo, almeno quello!» esclamò. «Un tempio con sacerdoti più amichevoli non esiste?»

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«Io spero che saranno almeno pazienti, non so quanto si possa essere amichevoli con un mezzo demone e un mezzo Drow, lo sai come funziona. Ma non siamo creature malvagie e questo lo vedranno.» Il suo tono si fece più serio. «E il nostro sentimento è reale, non potranno ignorarlo, non glielo permetteremo. Avremo la nostra cerimonia, qualunque sia.»

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«Vedremo,» borbottò. «E come trascorreremo le nostre vacanze?»

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«Dormendo, mangiando, facendo sesso e magari qualche passeggiata sulla spiaggia?»

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«Così diventeremo pigri e pesanti,» protestò. «A meno che il sesso non passi avanti agli altri due,» gli disse, prendendo le mani di Daw e portandole sul suo membro.

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Sogghignò. «Immagino che sarà così.» Afferrò l'asta e cominciò a muovere piano le dita, in un massaggio lento, strinse un po' di più quando lo sentì inturgidirsi. Gli poggiò le labbra sulla linea delle spalle.

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora