Scrivanie da thè
"E anche oggi sono le 17 e 00, mentre sono qui seduto e aspetto il mio thè, oggi i
La sala non è particolarmente affollata, abbiamo sempre il tavolo 9 dove 4 uomini parlano di politica e le signore del club dell' uncinetto al 7, di nuovo ci sono 3 ragazze che spettegolano al tavolo 4, ma la mia attenzione è sua."
Scrivevo sul mio quaderno quel pomeriggio di inverno, quando la bellezza della neve e l'attenzione per il mio progetto era tutta sua. La vidi lí per la prima volta, da lei ottenni solo qualche sguardo, scrissi questo sul mio quaderno:
"È seduta al tavolo 2, quasi adiacente al mio, indossa dei pantaloni bianchi, con uno strascico colr pesca a balze sul retro, abbinato al corpetto, i capelli rossi boccolosi lasciano solo intravedere gli smeraldi verdi che risaltano sulla carnagione chiara. Tra le mani stringe un libro di Virginia Woolf e un narciso bianco tra il mignolo e l'anulare. L'ho vista guardarmi da dietro il libro, probabilmente la sto fissando, ma non posso perdere un soggetto cosí interessante. Me la immagino come una contessa inglese, una ragazza senz altro di famiglia nobile, magari scappata il america in cerca del suo futuro, mi sembra senza dubbio ribelle, e..."
(In futuro scoprii che niente di cio era vero) Interruppi qui la mia stesura, poichè lei richiamò la mia attenzione, ricordo che abbassò il libro e con calma lo chiuse per poi parlarmi con tono piatto e una punta di accento francese...
-Signore, se vuole pormi delle domande può farlo, ma la smetta di fissarmi come se fossi un dipinto in una galleria d'arte.
Io abbassai il tono, in modo da rendere la conversazione privata e chiesi:
-Dopo tutto non siamo tutti quadri che nascondono un messaggio, dei sentimenti?
-Quando sarò un essere inanimato potrà fissarmi.
Disse con voce troppo alta, così da far chiedere alla cameriera se ci potessimo accomodare fuori.
-Spero abbia fatto in tempo a sorseggiare il suo thè.- dissi io ironicamente.
Lei ridendo mi spinse verso la strada.
-Offrimene uno, da qualche parte.
-Qualsiasi?
-So già che me ne pentiró.
Poi io incrociai il braccio che mi aveva posto e cosí, in quel ridicolo modo la portai al pub da due soldi della città non potendomi permettere di meglio.
Prendemmo un tavolo appartato e, in mancanza di thè ordinammo due birre.
-Allora... cosa scrivevi su di me?
Fece per prendermi il taccuino ma io lo ritrassi dal tavolo.
-Andiamo, devo scrivere ció che hai detto su di me, potrei accusarti di molestie e sono una di quelle poche donne per cui finiresti dentro.
-Quindi sei nobile?
-Sicuramente non dalla nascita, ma me la so cavare.
-Ti prego non farmelo fare, è il lavoro di una vita...- La supplicai. Lei rise e rispose:
-Tranquillo, scherzavo. Quindi sei uno...
E lasció la frase in sospeso.
-Un operaio che sogna di vivere scrivendo.
-È la tua passione?
-Sí, decisamente. Ora dimmi di te, sei francese?
-No, se vuoi che parli di me dammi un motivo per farlo, anzi te ne dó uno io, potrei essere l'unico personaggio interessante dei tuoi libri.
-Bene, allora parlerò io. Mi è sempre piaciuto scrivere e questo,-dissi indicando il taccuino- è un progetto a cui sto lavorando, è il secondo volume, anche se sto ancora cercando una casa editrice disposta a pubblicarlo. Come si può intendere non ci campo, perciò lavoro in una fabbrica di carta, sono andato via di casa appena maggirenne per esplorare il mondo ma mi sono lasciato tutto alle spalle per scrivere.
-Non deve essere un grande lavoro, di solito le case editrici pubblicano tutto ciò che il farebbe guadagnare un minimo... facciamo cosí, se è davvero un buon lavoro, te lo pubblico io.
-Tu hai una casa editrice!?
-No, per ora ho una sartoria che esporta vestiti all'estero, europa e anche america.
-interessante.
-Bene, allora forse è il momento che racconti la mia di storie. Ho collezionato qualche medaglia dell'esercito, poi mi sono stancata di essere chiamata Tyler, volevo tornare Hazel. Cosí lasciai l'esecito, lavorai molto e a 20 anni apri la sartoria, in poco tempo fece successo e i miei vestiti furono richiesti, sempre di più, ho aperto case aiuto per bambini e adulti, auto sufficienti che producono fiori, ho preso ispirazione dall'Olanda, durante i miei viaggi in europa per concordare il commercio dei vestiti.
Ora sono qui e sto cercando qualcosa di nuovo e, perché no, pubblicare e scrivere libri mi sembra interessante
-Bhè, si può dire che hai vissuto.
-Già, tu non mi sembra abbia fatto lo stesso. Mi fai leggere?
-Prima la casa editrice.
Lei si alzò dal tavolo e con tono autorevole e spiritoso, come di una pessima attrice che interpreta una nobildonna esasperata, disse:
-Signore, la aspetto alle 5 per un thè domani, non faccia tardi.
-Ci sarò, my lady.
Lei uscí dal bar e io rimasí li, davanti ad un boccale vuoto (ma quando lo aveva bevuto!?) e uno mezzo pieno in mano.
Tuttavia, avevo un sorriso spontaneo stampato sulle labbra, come non succedeva da tempo, lei mi aeva fatto risorgere, o, forse, addirittura nascere.Era il giorno dopo quando la rividi, entrai alle 16 e 55 dentro la sala da thè, lei ancora non c'era, mi sedetti ad un tavolo e aspettai ad ordinare. Esattamente 5 minuti dopo lei entrò. Indossava dei pantaloni begie con una camicia biana, sulla spalla sinistra aveva dei fiori veri gialli, forse ranuncoli, che non stetti tanto più ad osservare (anche se non capivo come non cadevano) poiché rapito dai suoi occhi, i capelli rossi erano raccolti e posti sotto un cappello orbato di fiori gialli, aveva un sorriso raggiante, si sedette difronte a me e disse:
-Allora, fammi leggere i tuoi lavori.
-Prima fammi sapere della casa editrice.
Tirò fuori dalla tasca un atto di proprietà con sopra la sua firma per un locale in centro attrrzzato per la stampa.
-ah allora ok, ecco il primo volume.
Dissi porgendole un taccuino macchiato di inchiostro.
Lei lo sfogliò per qualche secondo poi vidi che il suo sguardo era triste, gli occhi bagnati. Chiuse di colpo il quaderno, lo appoggiò con calma sul tavolo e nervosa disse:
-Io non voglio essere cosí!
-Cosa?
-Le persone di cui parli sono morte! Non hanno emozioni, non provano ninte, fanno solo azioni, senza nemmeno avere un cuore che batte!
-Io non capisco, il progetto è questo: persone normali davanti ad un normale thè.
-Non sono persone, sono solo azioni, non lo aguro a nessuno su questa terra di essere cosí.
Fece una breve pausa dove ci guardammo negli occhi:
-Sai, è per questo che ho paura della morte. Io sono cosí, piena di emozioni, pensieri e amo sia quelli positivi che quelli tristi, perché fanno di me ciò che sono, me. Non voglio che ciò smetta, non voglio diventare una figura inanimata. Io voglio vivere ed ho intenzione di sfruttare ogni secondo.
Io ero scioccato, non dissi niente, poi lei mi chiese:
-Allora, vuoi dirigere tu la mia casa editrice? Intanto farai nuove esperienze e, magari, iniziereai a parlare di persone e non di azioni.
Dopo una lunga pausa presi fiato e dissi, con tutto il coraggio che avevo in corpo:
-Voglio scrivere di te.
-Ne sono onorata ma perché?
-Perchè mi hai cambiato la vita.Ho accompagnato Hazel nei suoi viaggi, scritto un libro su di lei, su di noi, lo ho pubblicato, e ha avuto successo. Dopo una vita di avventure e successi ora abbiamo 64 anni, una vita intera alle spalle e una ancora da vivere.
Sono Jasper Green ragazzi, e ho ancora inntenzione di vivere.
Io sono Hazel Lewis, e ho voglia di una luna di miele con te.
Non ci dovremo sposare prima?
Mi sono sposata con te tanto tempo fa...
Ah si? E quando?
Quando ci incontrammo, dietro a quelle scrivanie da thè.
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Scrivanie da thè
Romance"Sono grato del mio progetto di vita totalmente sbagliato, cosí l'ho incontrata, un pomeriggio dietro a quelle scrivanie da thè" Questa è una storia d'amore scaturita da due spiriti affini e insoliti, insoliti quanto il loro incontro.