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<< Notizie dal campo di battaglia, signore>> 

Vidi mio padre guardare il vuoto, stava per cambiare tutto. Lo sentivo. Come quando senti che la fine è vicina, che non ci sono altre possibilità, che l'ultima tua carta è sul campo.

<< Avonlea è caduta>> ora sarebbero arrivati da loro. Gli orchi. Non avevano nessuna pietà. Prendevano quello che volevano, uccidevano, saccheggiavano. E ora stavano arrivando.

<< Oh, miei dei!>> 

<<Se solo fosse venuto... >> disse Gaston con disprezzo.

<< Ma non l'ha fatto, giusto? Guardate che gli orchi non sono uomini!>>

<<Dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo fermarli>>

Lo sguardo affranto di mio padre  cadde sul pavimento. Gli orchi avrebbero distrutto tutto, non sarebbe rimasto più nulla di quello che loro amavano. Non potevamo arrenderci così!

<< Padre, lui potrebbe ancora arrivare>>  dissi "e potrebbe salvarci. Non perdere la speranza, ti prego".

<< è troppo tardi, piccola mia. Troppo tardi. >> 

D'improvviso dei botti risuonarono. Qualcuno stava bussando. Era lui, doveva essere lui! Era venuto, come d'accordo. Tutti noi ci precipitammo verso la porta pieni di speranza. 

<< Come avrebbe fatto a passare le mura?>> mio padre temeva fossero gli orchi, si arrendeva sempre troppo presto. << Aprite la porta>>

Due guardie aprirono la porta. 

Non c'era nessuno.

 ***

<<Che delusione eh?>> si sentí una voce stridente. Era lui. Il signore Oscuro. Era seduto in fondo alla stanza, la sua pelle scura, ricoperta di scaglie, non aveva niente a che fare con la pelle umana. I suoi occhi lanciavano lampi di un sadico divertimento, come quelli di un bambino che gioca a torturare delle formiche. Faceva paura. 

<< Mi avete mandato un messaggio! Una cosa del tipo: "aiuto, aiuto, stiamo morendo! Puoi salvarci?>> aveva ripetuto quelle parole con fare sprezzante. Ma come si permetteva? solo perché era l'unico con il potere di salvarli. Si stava prendendo gioco di loro, di suo padre.

<< E la risposta è>> mi guardò con fare divertito, aveva notato il mio sguardo investigativo << Sì, posso>> . Notavo mio padre e le persone attorno a lui, avevano tutti paura. 

<< Sì, posso proteggere la vostra piccola e insulsa città>> mi guardò fisso negli occhi. Se si aspettava paura non la avrebbe ottenuta. Non da me. "Io non ho paura di te, Tremotino" 

<< Posso proteggere la vostra città ma tutto ha un prezzo>> continuava a puntare i suoi occhi divertiti su di me.

<< Vi abbiamo promesso molto oro>> mio padre non riusciva a capire cosa volesse ancora. 

Tremotino assunse un'aria ancora più divertita mentre posava gli occhi su di lui. L'aveva presa per una barzelletta? << Ah, ma vedi io produco l'oro>> irruppe in una irritante risata di scherno << Io voglio qualcosa di speciale, il mio prezzo è lei. >> 

Il cuore mi si fermò in petto. Stava indicando me. La mia vita per la vita del regno. Perchè? Perchè io? Cosa poteva volere da me il Signore Oscuro? Se pensava dispaventarmi, behsi sbagliava.

<< No, questa giovane donna è fidanzata con me>> Gaston mi si mise davanti. Ah già, io ero una sua proprietà. Mio padre mi aveva promessa a lui quando non avevo ancora l'età per parlare e per protestare. Già venduta, mi dispiace, Tremotino.

<< Non ho chiesto se fosse fidanzata! Non sto cercando l'amore>> pronunciò quella parola con tale disprezzo... mi chiesi se lui fosse in grado di amare, forse nel suo passato aveva amato qualcuno che l'aveva ferito...

<<Sto cercando qualcuno che si occupi dei miei estesi possedimenti>> i suoi occhi si fissarono nei miei, non so come, o perché, ma in quel momento capii che mi stava dando la mia opportunità. Per una vita diversa. Forse. In una gabbia più grande, forse, ma dove non mi sarei sentita soffocare...

<< Andatevene via!!>> disse mio padre fuori di sè.

<< Come volete>> 

<< No, aspettate!>> Non avevo nessuna intenzione di lasciarmi sfuggire la mia opportunità. La mia unica opportunità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2021 ⏰

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