Capitolo dieci

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Risalirono frenetici le scale che conducevano al dormitorio maschile dei Serpeverde, le labbra ancora umide e turgide dopo il bacio infuocato che si erano scambiati. Ognuno immerso nei propri pensieri, ognuno desideroso di compiere quel passo importante. Era come se riuscissero e vedere – sentire – ciò che da lì a poco avrebbero fatto. Ogni passo l'aspettativa cresceva sempre più, lasciandoli per un attimo senza fiato. Quando varcarono la porta che introduceva al dormitorio, furono catturati dal dubbio. Davvero entrambi erano convinti di ciò che stavano per fare? Era un passo importante, avrebbe decretato le sorti della loro relazione. A quel punto, si chiesero, potevano ancora tirarsi indietro? Si scambiarono uno sguardo imbarazzato, carico di parole che non riuscivano – e non volevano – esprimere ad alta voce. Quando Harry si ritrovò ad osservare quella stanza, speculare alla sua che ormai conosceva bene, eccezione fatta per i colori – verde-argento ora non gli sembrava più una combinazione così sgradevole – si chiese se anche Draco si fosse sentito così, la prima volta che l'aveva condotto nella sua stanza. Nel suo letto. Solo l'idea di ciò che quel pensiero implicava, fece arrossire Harry fino ai capelli. Si chiese, timoroso, se avesse ben interpretato la frase che il ragazzo gli aveva rivolto. Era la sua fervida – e maliziosa – immaginazione ad aver reso quella frase carica di doppi sensi? Inconsapevole che gli stessi dubbi stessero consumando Draco, decise di rischiare. Si avvicinò all'altro lentamente, come se di fronte avesse una belva assetata di sangue e non il solito Draco.
Il suo Draco, si concesse di pensare, sorridendo timidamente. Quando si parò ad un spanna di distanza dal biondino, riuscì a scorgere nei suoi occhi gli stessi dubbi e incertezze che lo avevano divorato dentro fino ad allora. Si osservavano, si studiavano, cercavano di capire quale azione fosse concessa, e quale proibita. Entrambi troppi inesperti, decisero di affrontare l'ignoto insieme. Prontamente Draco gettò le braccia al collo del suo grifone, facendolo avvicinare di più, fino a far collimare i loro petti. Il respiro accelerato di Harry lo fece sorridere compiaciuto, fiero di possedere comunque un po' di potere dalla sua.
Sussultò leggermente, quando sentì le mani del corvino posarsi sui suoi fianchi. Mani calde – bollenti – che infiammavano la pelle ancora coperta dai vestiti. I loro volti si avvicinarono lentamente, gli occhi verdi di Harry spalancati e brillanti di malizia si specchiavano in quelli liquidi e timorosi di Draco. Si baciarono, inizialmente con dolcezza reverenza. Poi, come sempre accadeva quando i lori corpi entravano in contatto, la passione scoppiò potente nelle loro vene. Si sentirono incendiare da una passione cieca, sconosciuta, ma maledettamente ammaliante. Il bacio, tenero e dolce, si trasformò in una promessa di lussuria e godimento. Avvinti uno nelle braccia dell'altro, ben presto si lasciarono trascinare da quell'istinto primordiale, passionale e catartico. Si sentirono trascinare alla deriva, soggiogati da quel sentimento nuovo, ma che intimamente sapevano di aver sempre provato. La bocca di Harry era irriverente, si muoveva con destrezza, passione e desiderio su quella di Draco. Le labbra schiuse, in cerca di maggiore contatto, quasi desiderose di fondersi le une con le altre. Le lingue, maliziose, si rincorrevano, accarezzavano, avviluppavano in un abbraccio intimo ed erotico. Quando decisero di separarsi, entrambi a corto di fiato, lo sguardo di entrambi era ora acceso di una nuova luce. Tacitamente avevano abbattuto l'ultima barriera, promettendosi tacitamente di far impazzire dal piacere l'un l'altro. Draco guidò con sicurezza il corvino verso il proprio letto, posto al centro della stanza. Le lenzuola, già al primo sguardo, urlavano a gran voce il nome di Draco, ed Harry si ritrovò a darsi dello stupido per non aver capito subito quale fosse il giaciglio del proprio ragazzo. Assaporò nella sua mente la soddisfazione che provava nel considerare Draco suo. Il suo ragazzo. Suo.
Sì, gli piaceva dannatamente. Il cuore sembrò scoppiargli nel patto, quando, con estrema nonchalance, Draco si adagiò sul letto. Certo, lo aveva visto varie volte steso su un letto – quello dell'infermeria, il suo di letto – eppure, la padronanza di sé che mostrava, e la sicurezza che aveva nello sguardo, fecero tendere tutti i muscoli del ragazzo. E non solo, notò. Improvvisamente Draco era tornato il ragazzo malizioso, sicuro di sé e maledettamente erotico che aveva avuto il piacere di conoscere, sin dal loro primo bacio. Eppure, riusciva a scorgere nel suo sguardo carico di promesse, qualcosa di diverso. Quasi... quasi la certezza di avere tutto il poter di avverare quelle promesse.
Raggiunse il ragazzo velocemente, troppo desideroso di toccare quella pelle diafana per poter attendere. Si adagiò su di lui con dolcezza, quasi sentisse il terrore di poter spezzare quel momento unico. Baciò con forza quelle labbra rosee e turgide, lasciandosi trasportare dal desidero che scorreva come lava incandescente nelle sue vene. Le terminazioni nervose bruciare dalla passione, ogni nervo, muscolo, osso persino, erano in attesa, vogliosi e smaniosi di poter unirsi a Draco.
Morse quelle labbra peccaminose, beandosi del gemito roco che lasciò la gola del ragazzo. Si sentiva ebbro, ubriaco dell'odore, del sapore, del desiderio che provava per quel ragazzo. Un desiderio viscerale, che rimaneva attaccato nelle ossa. Lasciò che l'altro facesse tutto ciò che desiderava, si lasciò stringere, accarezzare, baciare, amare, da quelle mani che appartenevano all'unica persona che valesse la sua intera esistenza. «Draco...» il nome uscì dalle sue labbra, ora premute sul collo niveo del ragazzo, in un mugolio sofferto, quasi una preghiera. La presa ferrea delle mani di Draco sui suoi capelli lo riportò alla realtà, lasciando momentaneamente quel mondo lussurioso. Osservò il volto del suo ragazzo, arrossato dal piacere, mentre con mani tremanti d'aspettativa saliva lungo il suo busto. Afferrò saldamente i fianchi, saggiando la consistenza delle ossa del bacino che sporgevano. Lo vide stringere il labbro inferiore tra i denti, scosso dal piacere che solo il tocco di Harry gli regalava.
«Oh, Harry...» gemette, decidendo di ribaltare la situazione. Lo fece stendere sulla schiena, e si mise a cavalcioni sul suo bacino. Gli sorrise scaltro, quando recuperò un po' di fermezza e sanità mentale. Erano ancora vestiti, si ricordò, eppure l'eccitazione era già alle stelle.
«Non credere che ti lascerò il comando così facilmente, San Potter» lo punzecchiò, ridacchiando per l'espressione sorpresa del corvino. Dio, amava la complicità che c'era tra di loro. Amava potersi prendere gioco di Harry, arrivare quasi ad insultarlo con battutine ironiche e acide, senza avere il timore di ferirlo. Perché Harry lo capiva. Lo capiva come mai nessuno aveva fatto.
«Vedo che sei molto sicuro di te, Malfoy, ma non credere che la farai franca» sussurrò, in risposta, sorridendogli con altrettanta complicità.
Amava anche il sorriso di Harry, Draco. Senza contare i suoi meravigliosi occhi verdi, profondi e sempre carichi di malizia.
Gli sorrise di rimando, scendendo poi a baciare il profilo del suo viso. Partì dagli zigomi, scendendo sempre più in basso, saggiando la pelle del suo volto, mordendola e suggellandola con la lingua. Quando arrivò al mento, gli lascio un morsetto giocoso, dedicandosi successivamente al collo. Sentiva le mani di Harry bruciare sulla sua schiena. Ogni muscolo si contraeva al passaggio delle dita forti ma delicate al tempo stesso del ragazzo. Sobbalzava ogni poco, sentendo quanto il suo corpo fosse schiavo di Harry. Trepidante iniziò a sbottonare la camicia che portava il ragazzo, scoprendo poco a poco il petto scolpito da ore di allenamenti. Un'improvvisa voglia di toccare, saggiare, leccare ogni lembo di pelle di quel ragazzo lo assalì, lasciandolo momentaneamente senza fiato. Voleva Harry, lo voleva con ogni fibra del proprio corpo.
Con stizza gettò via la camicia verde del grifone, che improvvisamente gli sembrava di troppo. Mugolò compiaciuto quando le mani esperte di Harry risalirono sul suo busto, alzando e gettando all'aria il maglioncino di filo che portava sulla camicia bianca. Si scambiò uno sguardo infuocato con il ragazzo, entrambi in aspettativa e dannatamente vogliosi.
Sentì le mani di Harry addentrarsi sotto il tessuto fine della camicia, lasciandolo senza fiato. Ogni suo tocco, ogni bacio, ogni sguardo avevano un effetto afrodisiaco su Draco, che rimaneva puntualmente sopraffatto. Baciò con dovizia il petto ambrato di Harry, sentendo il suo sapore, inconfondibile, sulle pupille gustative. L'odore di Harry – bagnoschiuma, vestiti freschi di bucato e la sua essenza naturale – mandavano in visibilio la mente e il corpo del principe delle serpi. Si sentiva a casa quando sentiva il suo odore. Sapeva di casa, Harry.
Leccò ogni lembo di pelle disponibile, lasciando una scia infuocata sul petto del corvino, ormai troppo preso a gemere e a godere di quelle attenzioni per poter anche solo formulare una frase di senso compito.
Gemette con forza quando sentì i denti di Draco stringersi sul capezzolo sinistro, inarcandosi poi per il piacere quando quest'ultimo fu suggellato dalla lingua calda e bagnata. Era in visibilio, intrappolato in un mondo che non conosceva, ma per cui avrebbe venduto anche l'anima al diavolo. Era alla mercé di Draco, e per un attimo l'idea di lasciarsi andare ed immergersi in quel mare di piacere viscoso lo stuzzicò. Tuttavia, il ricordo di una loro conversazione avvenuta durante l'appuntamento lo fece riemergere dalle tenebre della lussuria, e si decise a ricambiare uno dei piaceri più graditi che avesse mai ricevuto. Con gli occhi spalancati e le labbra rivolte all'insù con un sorrisino malizioso, afferrò Draco cingendogli la schiena e i fianchi con le braccia, in un abbraccio inaspettato. Lo rigirò sul letto come una bambola di pezza, e lo spogliò della camicia, per poi iniziare ad armeggiare con i pantaloni. Non si sentiva più in vena di ritardare quell'incontro erotico, voleva – doveva – lasciare che il piacere prendesse possesso di loro.
«Mmh, interessante presa di posizione, Potter» disse, Draco, la voce ormai arrochita dal piacere. Aveva il capo inclinato a destra, per poterlo vedere meglio. Lo sguardo basso, rivolto a lui, che armeggiava con i suoi pantaloni. Le ciglia gettavano lunghe ombre sui suoi zigomi, celando parzialmente lo sguardo di argento fuso. Si ritrovò a ridacchiare, quando con un colpo di genio si rese conto che il colore dei loro occhi, formava lo stemma della casata Serpeverde. Era proprio destino. «Ti diverte stare tra le mie gambe?» lo rimbrottò, Draco, alzando un piede e iniziando a giocherellare con le dita contro il suo petto. Harry lo afferrò con fermezza, posando baci leggere su ogni dito, per poi baciare la pianta del piede. Quel gesto, inaspettatamente dolce, era reso ancora più intenso dallo sguardo carico di passione che Harry rivolgeva a Draco. Quegli occhi verdi lo intrappolavano, non gli lasciavano scampo.
«Stavo pensando di ricambiare un certo favore...» disse, vago, Harry, lanciando un sguardo di intesa al biondino. Draco si ritrovò a tremare d'aspettativa alla sola idea di avere la bocca di Harry su di sé.
Oh, che dolce visione!
«Non posso che appoggiare la tua decisione, anche perché, più aspetti, più crescono gli interessi» sussurrò, ferino, Draco, per poi allungarsi sul letto come un gatto. Il tessuto dei suoi pantaloni scese dalle anche, avvantaggiato dal movimento e dal bottone slacciato e la lampo abbassata. Draco si mostrava così nel suo splendore: ancora una volta portava i boxer neri, che mettevano in risalto la pelle chiara. I peli – rigorosamente biondi – partivano dall'ombelico, per poi tuffarsi sotto il tessuto dei boxer, verso il pube. Harry si ritrovò a leccarsi le labbra, più che deciso a far impazzire dal piacere il suo fidanzato. Con uno strattone fece scivolare i pantaloni dalle gambe del ragazzo, per poi risalire lentamente verso il suo obiettivo. Baciò l'altro piede, con la stessa dolcezza – e lentezza, secondo l'opinione di Draco – per poi dedicarsi alle caviglie, i polpacci, le ginocchia, le cosce, l'interno coscia, ed infine si dedico all'inguine. Agganciò l'orlo dei boxer con due dita, abbassando lentamente il tessuto e baciando di volta in volta ogni centimetro che veniva scoperto. Fu solo quando sentì la mano di Draco stringersi forte tra i suoi capelli che si decise di mettere fine a quella tortura. O almeno, lo avrebbe fatto per il momento. Liberò la carne eretta e turgida di Draco, il suo sesso si mostrava in una semi-erezione, svettando proprio al centro di quella nuvola di peluria dorata. Mantenendo lo sguardo fisso negli occhi del ragazzo, Harry iniziò a baciare con dolcezza la base del membro, dove si congiungeva con i testicoli. Dedicò particolare attenzione a quest'ultimi, accarezzando, baciando, stuzzicando e saggiandone la consistenza. Malfoy era ormai un ammasso di gemiti e singulti, in attesa che Harry si dedicasse finalmente al suo piacere. Era un'agonia tutta quella lentezza, quella dolcezza e quelle carezze appena accennate. Draco aveva bisogno, voleva la bocca di Harry lì, nel suo posto più intimo.
«Harry...» piagnucolò, Draco, sopraffatto da quel piacere che si rivelava sempre troppo effimero.
Con decisione Harry accolse la sua preghiera, inglobando completamente il sesso ormai turgido di Draco. Quest'ultimo esplose in un grido di piacere misto alla sorpresa, per poi iniziare a contorcersi e a dettare il ritmo che più gradiva al moro.
Con soddisfazione, Harry sentiva il membro dell'altro entrare ed uscire dalle proprie labbra, muovendo con costanza e audacia la lingua. Voleva assaggiare Draco, sentire il vero sapore del ragazzo, e procurargli quando più piacere fosse possibile. Lo stuzzicò più volte, trascinandolo verso il baratro del piacere assoluto, per poi ritirarsi e portarlo in agonia. Poi, quando ormai Draco si arresa a quella piacevole tortura, si sentì come trascinare dalla marea. Velocemente e inesorabilmente. Raggiunse l'apice, in un modo così veloce e violento, da lasciarlo senza fiato. Si riversò impunemente nella bocca di Harry, stringendo tra le mani le lenzuola di seta verdi e gridando con quanto fiato aveva in corpo. L'orgasmo lo travolse completamente, coinvolgendo ogni muscolo, terminazione nervosa, ogni nervo che aveva in corpo.
Boccheggiava alla ricerca d'aria, stravolto da un piacere che mai avrebbe immaginato di provare. «I-io...» provò a parlare, ancora senza fiato e incapace di articolare una frase di senso compiuto. Sentì distintamente le labbra di Harry risalire lungo il suo addome, baciandogli il petto e riservando qualche attenzione in più al suo collo. Quando arrivò all'altezza del suo viso, gli posò un dolce bacio sul naso, poi sulla fronte e sulla guancia, facendo sorridere Draco.
«Stai bene?» chiese, dolcemente, e Draco si sforzò di aprire gli occhi, che stranamente non ricordava di aver chiuso. Inarcò un sopracciglio, come a dirgli "stai scherzando spero", ma in risposta ebbe solo uno sguardo preoccupato. Cercò negli abissi del suo cervello delle parole sensate per poter rispondere, prendendosi più tempo del dovuto.
«Harry, mi stai davvero chiedendo come sto? Dopo l'orgasmo migliore della mia vita?» parlò, infine, quando la nube di piacere iniziò ad abbandonare il suo corpo. Si stiracchiò, ancora una volta, gettando le braccia al collo del ragazzo, per poi sussurrare contro le sue labbra. «Non so dove tu abbia imparato a fare dei pompini meravigliosi, ma ti prego non smettere mai» la frase, volutamente maliziosa e leggermente volgare, fece rinsavire Harry, che si ritrovò a sorridere soddisfatto.
«Bene, immagino che il debito sia saldato allora»
«Oh, sì. E con tutti gli interessi del caso» ridacchiò, per poi spingerlo con la schiena contro il materasso. «Noto che uno di noi è ancora abbastanza vestito» puntualizzò, accarezzando con fare lascivo il suo petto, mentre con la mano destra iniziava a sbottonare i pantaloni neri.
Harry era rapito da ogni suo gesto, ma ancora di più era rapito dal suo aspetto dopo l'orgasmo. Era arrossato, i capelli scompigliati e gli occhi luccicanti di appagamento e – si augurò – amore. Draco accarezzò svogliatamente l'erezione che sbucava da sotto l'intimo, facendo sibilare e mugolare Harry, Vedere Draco in preda al piacere aveva aumentata la sua eccitazione all'inverosimile, lasciandolo senza fiato e bisognoso – dannatamente bisognoso – di fare l'amore con quel ragazzo. Si mise nuovamente a cavalcioni sul corvino, questa volta iniziando ad ondeggiare lentamente contro il suo bacino.
Riusciva a sentire la tensione provenire da ogni muscolo di Harry, ormai vicino al limite della pazzia. Amava avere il controllo, ma ancora di più amava sapere che quello era l'effetto che Draco – solo Draco – gli faceva. «Dimmi un po', San Potter, hai qualche altro talento nascosto?» chiese, con gli occhi che luccicavano di aspettativa. Harry, d'altra parte, riusciva solo a pensare alla sensazione straziante di avere il meraviglioso, sodo ed eccitante sedere di Draco contro la propria erezione. Sospirò, ancora e ancora, vittima delle carezze insufficienti che stava ricevendo. Ora, improvvisamente, immaginò come si era sentito poco prima il biondo. Non riusciva a pensare, a ragionare. Vedeva, sentiva, voleva solo il corpo di Draco contro il proprio.
Talenti nascosti, ecco cosa voleva Draco. Ma Harry era inesperto, non sapeva nulla riguardo la pratica di ciò che stava agognando. Pratica.
La pratica gli mancava, sì, ma si era messo in pari con la teoria. Con la vista ancora offuscata da quel piacere – insufficiente, dannatamente insufficiente – decise di prendere in mano la situazione. Guardò Draco, ancora in attesa, che si dondolava crudelmente contro il proprio sesso rigido. Dannata serpe!
«Rimarrai sorpreso da quanti talenti io abbia» mormorò, con un tono di pura presunzione. Draco ridacchiò, sentendosi tuttavia languire dal tono caldo ed erotico di Harry.
«Me lo auguro, è la nostra prima volta. Beh... la mia prima volta» ammise, arrossendo violentemente. Lo sguardo di Harry si fece più dolce, accarezzandogli dolcemente il viso confessò. «Anche io sono inesperto in questo campo, ma ti prometto che non ti farò del male» Draco sapeva a grandi linee cosa effettivamente stava per succedere – il sesso non era un grande mistero, dopotutto – e decise di offrirsi nuovamente alle mani esperte di Harry. Si lasciò stendere sul grande letto – che gli sarebbe sembrato incredibilmente vuoto, dopo quella serata, senza Harry – e aprì sfacciatamente le gambe, in un chiaro invito. Erano inesperti, vergini, ma si facevano guidare da un sentimento profondo che sentivano seppellito dentro di loro.
Harry si spogliò completamente, grato di poter liberare l'erezione dolorante. Si mise tra le gambe spalancate del ragazzo, guardando l'erezione di Draco prendere forma poco alla volta, incentivata dall'aspettativa e da quella situazione nuova. Senza distogliere lo sguardo dagli occhi spalancati e in attesa di Draco, Harry si portò l'indice tra le labbra, iniziando a leccare e succhiare la falange. Voleva essere sicuro – doveva essere sicuro – che il ricordo di Draco di quella prima volta non portasse con sé la sensazione di dolore. Si fissavano, in attesa, in ansia, che la loro prima volta si consumasse.
Quando Harry introdusse lentamente la prima falange dentro Draco, lo sentì sibilare dal dolore estraneo e invasivo. I muscoli si contrassero, come a cercare di scacciare quell'intrusione, e Harry si ritrovò congelato sul posto. Gli stava facendo male. In preda al panico, rimase immobile, indeciso se proseguire o scappare e trasferirsi dall'altra parte del mondo. Draco gli passò dolcemente la mano tra i capelli, per rassicurarlo, e gli rivolse un sorriso carico di fiducia.
«So che non mi farai male. Mi fido di te, Harry»
Forte della fiducia che Draco riponeva in lui, decise di mettere in moto quel cervello da Grifondoro, decidendo di non affidarsi solo all'istinto e alla spavalderia. Con un incantesimo non verbale evocò una bustina di preservativi e una boccetta di lubrificante. Sfilò delicatamente l'indice dall'apertura di Draco, per poi immergere due-tre dita nel liquido viscoso.
Preparò con attenzione Draco, lasciando che si prendesse il tempo necessario per accettare e accogliere l'intrusione. Misurò ogni sua espressione, così da sapere a cosa sarebbe andato incontro. Decretò di aver compiuto un lavoro discreto quando i gemiti di dolore del biondo si trasformarono in versetti di piacere.
Indossare il preservativo fu difficile, soprattutto perché l'idea che da lìa poco sarebbe sprofondato nelle carni di Draco lo mandava in visibilio. L'attesa e la preparazione – lunga e decisamente minuziosa – di Harry avevano risvegliato la sua erezione, lasciandolo desideroso di ricevere di più. E sapeva esattamente cosa il suo corpo e la sua mente desideravano. Finalmente fu sovrastato dalla figura di Harry, eccitato all'inverosimile. Si baciarono, con passione, amore, aspettativa. Draco si ritrasse dal bacio solo quando avvertì un dolore acuto e sconosciuto all'altezza dei lombi, sentendo perfettamente il sesso turgido di Harry spingere per forzare la sua apertura. Rimase senza fiato, attanagliato da quel dolore nuovo e sgradevole. Si sentiva spaccato in due, lacerato nella sua intimità, e non poté evitare di gemere rumorosamente dal dolore. Harry era paralizzato. Fermo, con le mani poggiate ai lati del volto di Draco per sorreggersi. Il volto contrito, in un'espressione pietosa. Si sentiva in colpa, si sentiva uno schifo. Ad aggravare la situazione era il piacere strabiliante che lo aveva accolto quando era scivolato lentamente dentro Draco. Si sentiva soffocare, il piacere insopportabile, e il dolore e l'amarezza per la sofferenza che stava causando al suo ragazzo. «Io- Mi dispiace, e-esco subito» balbettò, cercando di tirarsi indietro, ma fu fermato dalla presa forte di Draco sul suo braccio. «No, non ci provare» sibilò, a denti stretti, mentre cercava di assimilare quella nuova sensazione e di scacciare il dolore. Harry ubbidì docilmente, facendo muovere freneticamente tutte le rotelline del suo cervello. Cosa poteva fare? Distrarlo sarebbe stato sensato, si disse, e si abbassò nuovamente sulle sue labbra. Draco accolse sorpreso quel bacio, ma presto si lasciò andare alle sue labbra, immergendosi in una conosciuta e sempre apprezzata sessione di baci mozzafiato.
Quasi gridò per la sorpresa quando sentì la mano callosa e calda di Harry afferrare il suo membro. Si muoveva lentamente, lasciando che ogni centimetro della sua carne conoscesse e godesse del tocco di quella mano peccaminosa. «O-oh, Harry» gemette, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare a quelle carezze. Quasi non notò che anche i fianchi del moro avevano iniziato a muoversi, spingendo per entrare completamente in lui, per poi ritirarsi e spingere nuovamente.
Si ritrovava in un mondo che non aveva mai avuto il piacere di conoscere. La mano che si muoveva sulla sua erezione, quella verga di carne che scavava nelle sue viscere e le labbra di Harry – oh, cielo – cosa erano capaci di farlo quelle labbra! Era alla deriva, o almeno così pensava, fin quando quell'intrusione, dapprima sgradevole, non iniziò a rilasciare scariche di piacere in tutto il suo corpo. Si sentiva così meravigliosamente appagato, eccitato, riempito dell'amore – e non solo – di Harry.
«Per Merlino, Harry!» gridò, in preda a sensazioni nuove e inebrianti. Harry era ovunque. Sopra di lui, dentro di lui, in ogni fibra del suo essere. «Oh, cielo, Draco!» sbottò, il moro, iniziando a spingersi con costanza dentro di lui, cavalcando l'onda del piacere e scavando in profondità – di più, sempre di più – nella carne calda e stretta di Draco. Si sentiva impazzire, ogni contrazione contro il suo membro era una scossa elettrica.
«Harry... Harry, di più. Ti prego, di più» implorò, accecato dalla passione Draco, sentendosi invadere da un piacere unico. Oh, Harry ci sapeva fare, altroché! Graffiò con forza la schiena del moro, quando sentì il suo sesso colpire più e più volte un punto al suo interno che riusciva a descrivere solo come... magico. Urlò, graffiò, morse, strinse le lenzuola con forza tra le mani, fino a lacerarle.
«Non fermarti, non fermarti...» una dolce cantilena usciva dalle labbra di Draco, fin quando non si ritrovò a venire copiosamente, urlando il nome di Harry tra mille cose insensate.
La forza con cui Draco fu attraversato dall'orgasmo colpì anche Harry, che si ritrovò – finalmente – a ricorrere quel piacere tanto agognato. Il suo, di urlo, fu strozzato contro la spalla di Draco, che morse con forza.

*

«Wow» fu la prima cosa che disse, Draco, dopo aver ripreso coscienza di dove fosse. Harry era steso al suo fianco, a pancia in giù. Gli occhiali erano stati scacciati via in malo modo, ora giacevano sul fondo del letto, così Draco poteva ammirare l'intensità del colore dei suoi occhi. Era palesemente sfinito, forse più a livello psicologico. Ma erano entrambi felice, appagati, non solo per il sesso in sé, ma per quella meravigliosa prima volta che avevano condiviso. In risposta al verso di apprezzamento di Draco, Harry ridacchiò, per poi strisciare più vicino a lui. Si girò, con la schiena contro il letto, e allargò le braccia. «Vieni dai» lo incitò, per poi abbracciarlo stretto contro il proprio corpo. Draco giocherellò con le dita contro il suo petto, disegnando cerchi immaginari, lasciandosi avvolgere dal silenzio e dalla stanchezza post coito. «Grazie» sussurrò imbarazzato, attirando su di sé lo sguardo confuso dell'altro. «Perché mi ringrazi?» chiese, iniziando ad accarezzare dolcemente il suo capo. I capelli setosi gli scivolavano tra le dita, solleticando il palmo. «Grazie per essere stato così... meraviglioso. Protettivo, attento... amorevole» disse, infine, nascondendo il volto contro l'incavo del collo di Harry. Lo sentì sospirare sollevato, mentre con dolcezza gli accarezzava la schiena.
«Grazie per esserti fidato di me» mormorò con dolcezza, contro il suo capo, posandovi sopra dolci baci.
«Diventiamo smielati dopo aver fatto sesso»
Harry a quella frase scoppiò a ridere di gusto, coinvolgendo anche il biondo. «Ammettilo che sei rimasto sorpreso dalle mie abilità di amante» sussurrò, malizioso Harry, quando le risate scemarono. Draco alzò il volto per poterlo osservare in viso, e gli sorrise indisponente. «Oh, certo. Con le tue abilità hai risvegliato il demone vizioso che c'è in me» lo provocò, mordicchiandogli giocosamente il lobo dell'orecchio, causando un piccolo gemito da parte del grifone.
«Forse è il caso di dormire» borbottò, muovendosi a disagio.
«Cosa...?» la domanda gli morì in gola, quando notò una parte del corpo di Harry spingere insistente per farsi notare. Ridacchiò malizioso, accarezzando il fianco del ragazzo e rivolgendogli uno sguardo di fuoco. «Sai, credo di essere ancora carico, e poi è un peccato sprecare un situazione tanto ghiotta» e senza lasciare il tempo all'altro di replicare, gli salì in grembo, sovrastandolo con il proprio corpo.
«Devo dire che siamo ancora abbastanza inesperti, e poi si sa... la pratica rende perfetti, caro il mio San Potter!»

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