Capitolo 20

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20. Iniziare tutto da capo

Ciò che le mie orecchie avevano sentito mi aveva lasciato stupefatto, come i miei genitori

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Ciò che le mie orecchie avevano sentito mi aveva lasciato stupefatto, come i miei genitori. La stavano osservando con una faccia colma di tristezza per averle rievocato delle cose che erano avvenute nel suo passato. Mio padre non era mai stata una persona invadente, poneva delle domande tanto per fare conversazione, ma sfortunatamente quella sera aveva posto una domanda sbagliata. Solitamente erano i miei fratelli a fare domande fuori luogo e a mettere a disagio le persone, ma fortunatamente per Gioia e sfortunatamente per me non avevano potuto partecipare al nostro pranzo. Avrei tanto voluto fossero con noi a quel pranzo la loro allegria e la loro compagnia mi avevano sempre messo di buon umore. Eravamo fratelli, avevamo un forte legame che andava oltre il sangue, eravamo inseparabili, anche se alle volte bisticciavamo come solo dei fratelli sapevano fare, ma subito dopo facevamo pace.

Avevo abbracciato Gioia per non farla sentire sola, per farle capire che del suo dolore mi  interessava davvero tanto . Non meritava ciò che stava passando e ciò che aveva passato, come poteva una ragazza non vedere la propria madre, per colpa del  proprio padre. Era ingiusto e lei non lo meritava affatto. La corazza che aveva costruito nei miei confronti ora mi era chiara, non di poteva fidare di me, se suo padre l'aveva tradita da piccola, forse non si fidava di nessuno al di fuori dei suoi amici.

Decisi che era arrivato il momento di tornare a casa, sapevo che oramai l'aria si era appesantita, purtroppo se non ci fosse stato quel piccolo disguido la giornata sarebbe stata meravigliosa, ma purtroppo non era colpa di mio padre, nessuno conosceva questo piccolo particolare della vita di Gioia.

"Gioia vogliamo tornare a casa?" Ovviamente eravamo arrivati insieme, era inutile andare con due macchine diverse, dato che percorrevamo lo stesso tragitto.

"Va bene, fammi solo salutare tutti." Sembrava fosse triste, ma non era arrabbiata con nessuno e questa cosa mi rincuorò. La vidi vicino a mia nonna e mi sentii bene, la persona con la quale ero cresciuto aveva accolto in casa quella piccola sconosciuta facendola sentire nel posto giusto, sembrava si conoscessero da sempre, era stata davvero in grado di metterla a suo agio. Mia madre anche si era trovata subito bene con lei tanto da volerla invitare ad un pranzo di famiglia. Arrivò il turno di mio padre, Gioia non sembrava molto in difficoltà, ma mio padre sì, aveva la testa abbassata, lui era una persona che credeva fermamente di dover vivere sempre a testa alta, ma in quel momento si era sentito in difetto. "Sandro, scusami se ti do del tu, ma devi stare tranquillo, non è successo nulla, non mi conoscevi e non potevi assolutamente sapere cosa avessi vissuto durante la mia adolescenza, ma volevo ringraziarti. Portavo questo dolore dentro da troppo tempo, non ero mai riuscita a esternare ciò che provavo davvero ed è grazie a te, grazie a voi che ci sono riuscita." Mio padre la abbracciò e io rimasi davvero stranito da quel gesto, non era mai stato un padre che ti dimostrava il suo affetto con delle smancerie, non che non ne abbia mai avute in tutta la mia vita, ma era più una persona che dimostrava il suo affetto con i fatti, voleva che studiassi per avere un futuro e questa era una delle sue più grandi dimostrazioni d'affetto. Appena finì di salutare tutti andammo in macchina, non sapevo cosa dire, non sapevo come comportarmi, la osservavo, ma non capivo bene cosa mi volesse dire dai suoi movimenti.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora