Capitolo 6

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“Giorgio non voglio andare a dormire!” disse la ragazza, aggrappandosi allo stipite della porta per non entrare.

“Elettra, non voglio nemmeno io, però domani sarà una lunga giornata!” disse spingendo la ragazza.

“E sti cazzi! NON HO SONNOOOOOO” urlò lei, tenendosi il più stretta possibile allo stipite.

“Elettra, mi stai facendo perdere la pazienza” disse serio.

Sentendo quelle parole uscire dalla sua bocca, con durezza e serietà, Elettra capì che non doveva più fare la bambina e entrò da sola nella stanza, seguita da Giorgio che “ esultò” per essere riuscito a farla entrare.

“Credo che non ti farò rollare mai più una canna”

“Noooooooo. Ti prego, ti prego. Mi fa rilassare”

“Ma se tu odiavi il fumo?”
“Te che ne sai?”
“In macchina, prima. Hai detto di odiare il fumo”
“Beh... ho cambiato idea” disse incronciando le braccia sotto al seno.

Lui rise.

“Ma è mai possibile che ogni cosa che dico o che faccio, tu rida sempre?”

“Sei buffa”

“Oh grazie” poi dopo un po' di silenzio chiese:
“Aspetta... lo devo prendere come un complimento?”
“Boh credo di si”
“Allora va bene” disse, scoppiando a ridere seguita subito dopo da Giorgio.

“Dai dormiamo domani sarà una lunga e faticosa giornata per noi due” disse lui.

“Ehy, stallone calmati. Non ho intenzione di fare nulla con te” disse lei.

“Ma che hai capito?! Dobbiamo andare a prendere i vestiti a casa tua, andare a comprarne altri e devi prendere confidenza con la pistola”

“Ah”

Si misero dentro al letto e Elettra si girò sul fianco destro, dando le spalle a Giorgio e chiuse gli occhi. Dopo due secondi sentì un braccio stringerle la vita.

“Che cosa stai facendo?” chiese acida.

Quasi non si riconosceva. Stava cambiando troppo in fretta.

“Zitta e dormi” sentì il suo respiro sul collo e questo le procurò dei brividi lungo tutta la schiena.

Sbuffò e cercò di addormentarsi, sentendo il braccio di Giorgio che la stringeva ancora di più a lui.

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“Che mangi a colazione?” le chiese Giorgio, arrivando con lei in cucina, dove trovarono gli altri tranne Manu.

“Bevo un caffè” rispose lei.

“Solo quello?”
La ragazza annuì facendo spallucce.

“Ciao ragazzi” salutò tutti con un gesto della mano, sedendosi su una sedia vicino al tavolo.

“Ciao ragazza” dissero in coro. Aggrottò le sopracciglia e poi scoppiò a ridere.

Quando si era svegliata non si ricordava dove fosse, poi guardò le pareti e i ricordi della sera precedente le tornarono in mente. E non si era pentita della scelta che aveva fatto.

“Ecco il tuo caffè, principessa” disse Luca, porgendole la tazzina con il caffè dentro e arrossì leggermente per in nomignolo.

“G-Grazie”

Giorgio si sedette accanto a Elettra e le circondò le spalle con un braccio.

La ragazza lo guardò confusa.

A Crash Like An HurricaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora