capitolo tre;

350 35 11
                                    

Sadie quel giorno si svegliò sentendo sua cugina che rigettava.

Decisamente non il miglior buongiorno, ma non poteva lamentarsi, non era di certo lei quella messa peggio, tra le due.

Si sfregò le mani sugli occhi, mettendo a fuoco la stanza, poi si alzò ancora mezza addormentata e, cercando di non urtare gli oggetti nella stanza, raggiunse il bagno, trovando Millie che gettava lo sciacquone.

Millie sbuffò, avvicinandosi allo specchio e guardando il suo riflesso.

Abbassò lo sguardo dal riflesso della sua faccia un po' più in basso, verso il suo stomaco.

Si girò di profilo e guardò la sua pancia.

I suoi occhi iniziarono a pizzicare per le lacrime quando realizzò che una creatura si stava effettivamente formando dentro di lei.

La sensazione che di solito tutte le donne non vedono l'ora di provare, la sensazione di creare un essere umano dal legame con la persona che ami. La sensazione più bella che una donna possa provare, a lei sembrava così sbagliata. Così incredibilmente sbagliata.

Un guaio. Un guaio enorme. Irreparabile.

«Millie» disse Sadie, avvicinandosi a lei.

Millie alzò lo sguardo sulla sua migliore amica.

«sta accadendo sul serio? Sadie svegliami, ti prego, svegliami» la sua voce si incrinò.

Sadie la strinse in un abbraccio, con le lacrime che minacciavano di uscire.

«Non dire così, Millie, ti prego»

«dammi uno schiaffo, voglio svegliarmi»

Sadie sciolse di poco l'abbraccio, solo per poterla guardare in faccia.

Le asciugò le lacrime, tenendole il viso tra le mani.

«io ti aiuterò, Millie, sarò sempre al tuo fianco. Sempre, capito? Qualunque cosa tu scelga di fare» disse tra le lacrime.

Millie annuì, tornando a stringerla forte.

«ma che cavolo vi sta succedendo, a voi due? Vi comportate in modo così strano. Di che cavolo state parlando?» sentirono.

Si divisero, girandosi e trovando Noah.

«che ci fai tu qui? Quando sei arrivato?» chiese Sadie, mentre entrambe procedevano ad asciugarsi le guance.

«ora, e ammazza che benvenuto! Ma che è successo?»

Millie prese lo spazzolino senza rispondere, e iniziò a lavarsi i denti.

Sadie quindi uscì dal bagno e trascinò Noah con sé.

«è complicato, Noah, ed è abbastanza serio»

Noah aggrottò le sopracciglia.

«diciamo che non mi farebbe piacere essere nella sua situazione. Perché è veramente una situazione di merda»

«Sadie, state iniziando sul serio a preoccuparmi, che cazzo è successo?»

Si girarono verso Millie che era uscita dal bagno ed era andata a sedersi sul suo letto.

Battè la mano sullo spazio accanto a sé, e Noah ci si sedette.

Millie sembrava non riuscisse a dire nulla, quindi Noah le prese una mano, cercando di confortarla da qualunque cosa la turbasse.
Lei poggiò la testa sulla sua spalla.

Noah decise di non insistere con il 'cosa è successo?', rimasero semplicemente tutti e tre in silenzio per un paio di minuti, e aspettò che lo dicesse quando era pronta.

Prese un bel respiro.

«è la stessa cosa che cercavo di dirti due giorni fa»

La ragazza si bloccò prima che riuscisse a dirglielo e abbassò lo sguardo.

Noah non riusciva a capire perché non lo dicesse e basta. Loro tre si dicevano praticamente tutto.

«sai che puoi dirmi tutto, Millie, vero?»

«non giudicarmi però»

«non ti giudico»

«io- sono incinta» disse a voce bassa, senza giri di parole.

Ci fu qualche secondo di silenzio, prima che Noah aprisse bocca.

«ma stai scherzando? Cazzo, mai sentito parlare di protezioni?»

«e menomale che non mi avresti giudicata»

«Non ti giudico, Millie, ma cazzo!»

«Noah, cosa? È successo alla festa, aveva bevuto! Non dire così» iniziò Sadie «non è nella migliore delle situazioni e tu non stai aiutando. Non le serve qualcuno che le faccia la ramanzina, sa meglio di chiunque altro di aver sbagliato. Le serve qualcuno che le stia accanto. E siamo sempre stati noi due a starle accanto»

Noah sapeva che aveva ragione, e sbuffò «mi dici almeno di chi è?»

Millie abbassò immediatamente lo sguardo.

«n-non importa» mormorò.

«si che importa!»

«Noah!» disse ancora Sadie.

«COSA, SADIE? NON POSSO STARE CALMO! METTITI NEI MIEI PANNI. SONO UN RAGAZZO ABBASTANZA PROTETTIVO CON ENTRAMBE LE MIE CUGINE. PRIMA VENGO A SAPERE CHE UNA DELLE DUE È STATA A LETTO CON IL MIO MIGLIORE AMICO, IL CHE MI FA RIVOLTARE LO STOMACO. ORA MI VIENE A DIRE CHE È RIMASTA INCINTA E NON MI DICE DI CH-» si bloccò, e iniziò a ripetere le sue stesse parole nella sua mente.

Si girò lentamente verso Millie e la guardò con gli occhi spalancati.

«dimmi che mi sbaglio»

Gli bastò guardarla negli occhi per capire che non si sbagliava affatto.

«no. È di Finn, CAZZO, È DI FINN!» iniziò a fare avanti e dietro nella stanza.

Poi si diresse alla porta.

Millie lo raggiunse velocemente appena notò l'espressione furiosa che aveva sul volto.

«Noah, dove cazzo vai?»

«a fargli talmente tanto male che non potrà alzarsi più da terra»

«NO!» urlò.

Lui la guardò scioccato per quanto acuto era stato il suo urlo.

«no» ripetè a voce più bassa «lui- lui non lo sa»

«non gliel'hai detto?»

Lei scosse la testa in risposta «no, e non ne ho intenzione»

«lui deve saperlo»

«a quale scopo?»

«ti ha messa nei casini, Millie!»

«non mi ha messa nei casini. Noi ci siamo messi nei casini. Insieme. Non l'ha fatto da solo, ti ricordo. Io ero lì, e lo volevo. Sono colpevole tanto quanto lui.
Per favore, Noah, non dirglielo. Non servirebbe a niente comunque»

Il suo migliore amico la guardò scettico.

«ti prego, ho già abbastanza a cui pensare. Ho solo bisogno di voi due in questo momento» disse la ragazza indicando lui e Sadie.

Noah annuì rassegnato avvicinandosi e la abbracciò.

«io ci sono» mormorò.

Sadie si aggiunse presto all'abbraccio.

«vi voglio bene»

night changes | fillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora