I lost everything ... excuse goodbye

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Ciao amore
Banale come inizio di una lettera che non avró mai il coraggio di mostrarti eh? Ti chiederai perché la sto scrivendo, ma ho,come dire,pensato fosse la mia ultima possibilità di farti capire ciò che provo , cosa sento, farti capire il perché delle mie scelte,chiederti anche perdono, per scusarmi con te per la brutta persona che io sono.

Io non voglio scrivere le soliti semplici parole, nonostante io sappia che forse é finita, che é finito tutto quanto, ho sentito il bisogno di scrivere quello che non ho mai avuto il coraggio di dire.

So cosa tu pensi di me. Credi che io sia una ragazza rigida, debole,insicura su tutto quanto, dalle cose più banali alle cose più importanti,come te, ma, beh, tu non potresti mai immaginare il motivo che causa tutto ciò...

Sono stata cresciuta con un educazione fondata su principi che si sono sempre scontrati con il mio modo di vivere,con il mio modo di voler essere e questa continua lotta ha portato dolori e crepe profonde che mi hanno reso sempre più fragile e mi hanno ferita sempre più in profondità, fino all'anima.

Quando ti incontrai la prima volta avevo 16 anni io con il mio essere imperfetta; tu uno di quei ragazzi sempre con un sorriso da infarto incastonato sul viso. Era il giorno del mio compleanno e le mie amiche mi invitarono a uscire per festeggiare ma io mi sentivo sola nonostante fossi il loro compagnia,sola in mezzo a tutti, mi sentivo proprio così...

Così mi recai al bagno e scoppia in un pianto liberatorio, un pianto disperato, uno di quelli che ti consuma dentro, che ti lacera.
Mancava poco, mancava poco, era l' unico pensiero che mi tormentava la mente da giorni, mancava poco e la mia mamma non ci sarebbe più stata quando ne svevo bisogno, non sarebbe stata più accanto a me, me l'avrebbero portata via, non ci sarebbe stata più.

Ero a pezzi ma mi convinsi che piangere seduta sul quel sudicio pavimento non l'avrebbe fatta rimanere più tempo con me, così mi alzai e dopo essermi data una veloce sistemata uscii dal quel bagno.
Ritornai al nostro tavolo e fu la prima volta che ti vidi; il ragazzo nuovo seduto al tavolo.
In realtà non volevo conoscere gente nuova , non in questo periodo, ma non potevo nemmeno scappare cosí mi avvicinai e mi sedetti al mio posto in silenzio e mi misi ad ascoltare la musica con le auricolari nelle orecchie con la musica abbastanza alta da coprire le vostre voci.

Eri fidanzato; lo scopri dopo due settimane mentre discutevo con Clara sul fatto che secondo lei fossi stata maleducata nei tuoi confronti mentre cercavi di integrarti nel gruppo.
Quel giorno,ricordo bene, che mi disse di non riconoscermi più.
Nemmeno io mi riconoscevo più a tempo ormai; mi sentivo persa,sola ed spaventata.

Avevo paura.
A casa non volevo stare mai poiché avevo il costante pensiero che quei momenti che passavo con mia madre sarebbero stati gli ultimi ed io non volevo, avevo paura di rimanere sola.
Volevo urlare tutto il mio dolore ma rimanevo zitta.
Mia madre, ormai, soffriva di cancro al cervello da quando avevo solo dodici anni ma ho sempre vissuto con la speranza che guarisse; aveva lottato così tanto,erano quattro anni che si sottometteva a cure dolorose e devastanti, lottando coi denti per la sua vita ma non servi a nulla.

Era un donna bellissima prima che le diagnosticassero un tumore al cervello.
Non si é mai arresa,mai.
Quando tornavo da scuola si comportava normalmete come se non ci fosse nessuna disgrazia pronta ad abbattersi sulla sua e nostra vita.

Ora mi pento di essere andata a farle visita cosí poche volte quando era in ospedale ,non perché la odiassi o qualcosa del genere, ma non riuscivo.
Alla' idea che una delle persone piú importanti per me presto se ne sarebbe andata da me per far ritorno a casa sua, tra gli altri angeli come lei, si tra gli angeli perche lei era un angelo, il mio angelo, mi devastava.

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