18- Stammi lontano

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Ibiza pov's

Ancora con tutti gli sguardi puntati su Sierra, Lisbona decise di parlare rivolgendosi direttamente alla donna seduta sul tavolo della stanza.
Si poteva percepire tutta la sua tensione e la voglia di sfogarsi su Sierra

"A quale gioco stai giocando?" Domandò Raquel avvicinandosi pericolosamente a lei, con l'indice puntato al suo petto

Prima che potesse scoppiare il putiferio, parte dei membri decise di abbandonare la stanza, per lasciare che le donne si calmassero e risolvessero i loro problemi.
Dopo poco, restammo solamente io, Tokyo e Palermo, mentre Rio, Denver, Stoccolma e il resto, andarono dagli ostaggi

"Non so a cosa ti riferisci Raquel" rispose Sierra con aria di sfida, senza distogliere lo sguardo dalla sua preda posta avanti a lei.

Quelle due donne erano cariche d'odio, pronte ad esplodere come una bomba nucleare. Con lo sguardo si trafiggevano, si torturavano, si stavano uccidendo

"Non fare la finta tonta. Prima cerchi di aiutarmi, dopo ti intrufoli nel covo del mio uomo pregandolo di farti entrare in questo colpo e lo fai nel modo più orribile. Cosa stai cercando di fare mia cara?" Domandò urlando a due centimetri dal suo viso

"Stai calma Raquel, il tuo uomo è sano e salvo. Non sarei riuscita a smontarlo nemmeno se ci avessi messo impegno nella mia seduzione. È così monotono che, in  quei giorni non ha fatto altro che parlare di te. Non capisco proprio cosa ci trovi in lui" si lamentò Sierra alzando gli occhi al cielo, per poi fissare le sue unghie con aria di superiorità

In tutta risposta la donna di fronte a lei le diede uno schiaffo, per farla tacere e probabilmente per farle capire che doveva stare zitta e che stava esagerando con le parole

'Tu non sai proprio un cazzo di Sergio, quindi stai zitta e dicci cosa cazzo sei venuta a fare?" Chiese per l'ultima volta, con aria minacciosa e dura

"Sono venuta a salvarvi le chiappe e abbiamo poco tempo. Il professore ci sta aspettando. Come previsto dal piano, dovremmo far passare loro dai tubi di scarico della sala blindata, in modo che si riversano in mare, dove ad attenderci troviamo Sergio con la sua squadra di sub" parlò tutto d'un fiato la donna dai capelli aranciati, con la mano ancora sul volto colpito precedentemente da Raquel.

Tra quelle donne non scorreva proprio buon sangue, ma sembrava che per quel momento le cose si fossero sistemate o messe in chiaro

Ritornai a pensare alle parole della rossa e subito capii che il tempo a disposizione stava per terminare

"Mettiamoci all'opera ragazzi. Vi voglio tutti ai forni, tranne Ibiza e Tokyo. Voi starete attente agli ostaggi e controllerete la situazione da qua su. È tutto chiaro?" Domandò Palermo mentre ci precipitammo con sveltezza fuori dalla porta.

Lasciai passare i miei compagni e mi diressi alla ricerca di Denver, per avvisarlo di ciò che si sarebbe dovuto fare e per passare gli ultimi attimi con lui.
In quei giorni mi ero molto legata a lui, nonostante la situazione nella banca non fosse stabile, riuscivamo a ricavarci del tempo per restare fuori a parlare.
Parlavamo del nostro futuro e benché io non ne vedessi uno a causa di ciò che stava succedendo, riuscivo ad essere positiva e a fantasticare con lui nella speranza che tutto ciò che avevamo in programma si fosse avverato.
Saremmo partiti per l'Italia, per trascorrere un po' di tempo assieme lontani dalla polizia che ci avrebbe sicuramente cercati.
Quel ragazzo in poco tempo mi aveva stravolta, nonostante non sapessi molto dell'amore, quello che stavo iniziando a provare, era qualcosa di forte che andava ben oltre ad una semplice attrazione fisica la quale mi soffermavo a provare generalmente.
Era successo tutto in fretta, non potevamo negarlo, ma era come se ci appartenessimo, come se avessimo l'uno il bisogno dell'altro.
Stavo bene con lui, mi sentivo me stessa e quei pochi attimi vissuti là dentro mi davano speranza in un futuro migliore.

Ibiza//La Casa Di Carta 5 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora