Capitolo 1 - Il ragazzo strano

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Una tiepida notte d'estate; una serie di fioche luci accese nelle vecchie casette di via Vittorio Emanuele II a pochi passi dal centro della piccola cittadina. In queste casette, basse e dai tetti aguzzi disposte tutte in fila una di fronte all'altra, solevano alloggiare gli anziani proprietari che rispecchiavano perfettamente l'aspetto ormai antico delle dimore.
Non erano delle case particolari; semplici casette ad un piano di forse 65mq. Giusto lo spazio per due persone. Insomma, le tipiche casette che si trovano nelle viuzze dei vecchi centri delle piccole città.
Una sola di queste casette faceva eccezione: la casetta che corrispondeva al civico numero 7. La differenza consisteva nel fatto che questa era abitata non dall'anziano proprietario, ma da un ragazzo che l'aveva presa in affitto. Un ragazzo assai strano a dirla tutta.
L'anziana vicina Margherita ne parlava sempre con la signora dirimpetto Fiammina. Raccontava sempre di come quel ragazzo vivesse segregato in casa, di come lo vedesse uscire molto di rado e che non avese mai visto nessuno fargli visita.

- Quando l'ho visto arrivare ho subito pensato che questo avrebbe messo a soqquadro il quartiere facendo feste, invitando gli amici o facendo rumore in piena notte. E invece non sento mai volare una mosca. Se non fosse che vedo i vestiti che la mattina vengono stesi e la sera vengono ritirati prenserei che quella casa è vuota. Guarda Fiammina quel ragazzo è proprio strano te lo dico io. Mi mette una tale ansia. Una volta sono sicura di averlo visto seduto sul cornicione della finestra in piena notte durante un temporale. Si sarà sicuramente preso un malanno. Quello ha qualche rotella fuori posto te lo dico io. Ci manca solo che sia qualche pazzo scappato dal manicomio!

- Margherita sei sicura che non sia uno di quelli che si drogano e poi fanno cose strane? A me quello che mi racconti non mi sembra tanto normale.

- Tutto è possibile guarda, non c'è da fidarsi secondo me. Almeno per ora non ha recato alcun disturbo a noi.

- Da quanto è arrivato?

- Ma saranno ormai due mesi. Non oso immaginare come sia ridotta quella casa con uno così dentro.

- Meglio non pensarci guarda.

Questi erano i tipici discorsi delle due amiche di vecchia data. Vivevano l'una di fronte all'altra da ormai 45 anni e avevano spettegolato su qualunque cosa fosse avvenuta nella città, ma il loro tema preferito erano i pettegolezzi che riguardavano il loro quartiere e da due mesi a questa parte quello strano ragazzo era diventato la star indiscussa delle loro conversazioni.
Filippo invece, il marito di Fiammina, non approvava questa loro forma di intrattenimento basata sui pettegolezzi, ma ormai aveva rinunciato all'idea di riuscire a convincere le due anziane amiche a smettere.

- Ah.. la dovreste piantare voi due di ficcare sempre il naso nelle faccende altrui..

Le due fecero finta di non sentirlo.
Proprio in quel momento mentre guardavano sottecchi dalla finestra del soggiorno in lontananza la casa del ragazzo, ecco che la porta di ingresso si aprì lentamente. Le due donne si zittirono improvvisamente e fissarono la scena con un attenzione pari a quella che stava dedicando Filippo ad ammirare le forme di una ragazza famosa che recitava in uno spot pubblicitario di profumi.
Dalla portata uscì il ragazzo con dei pantaloncini e una magliettina. Aveva con sé una busta per la spesa. Richiuse la porta dietro di sé con attenzione e voltandosi si incamminò verso il centro. Le due restarono in silenzio a fissarlo finché non svoltò l'angolo.

- Guarda.. esce solo per andare a fare la spesa una due volte a settimana. Per il resto non lo vedo mai uscire.

L'altra scosse la testa in segno di disapprovazione.
Nel quartiere non erano solo Margherita e Fiammina a trovare parecchio strano e a sospetto il ragazzo. Anche la signora Marina che viveva all'inizio della strada non lo vedeva di buon occhio o la signora Paola in fondo alla strada. In realtà era un sentimento abbastanza comune tra le anziane di quella viuzza, che non avevano niente di meglio da fare che passare ore alle finestre ad osservare tutto ciò che accadeva alle case che entravano nel loro campo visivo.
Ormai da due mesi quel povero ragazzo era del tutto ignaro di essere sotto le attenzioni di tutte quelle vecchie signore.
La signora Pia che viveva al civico 3 per esempio ne era molto spaventata: lo vedeva sempre con un viso molto serio e pensieroso che a lei metteva inquietudine. Era contenta di non averlo mai incrociato per strada.

Quel ragazzo intanto camminava lentamente verso il supermercato più vicino. Sembrava del tutto sommerso dai pensieri.
L'aspetto forse era l'unica cosa non strana. Alto nella media, con capelli corti e scuri, uno strato di barba rossiccia. Aveva poi delle lentiggini e gli occhi castano chiari. La sua corporatura era normale. A prima vista un ragazzo come tanti, anzi probabilmente lo era, solo molto più strano. Mentre camminava nella tasca del pantaloncino il cellulare cominciò a vibrare. Prese il telefono.

- Pronto.. mamma.. ciao. ... Sto bene, non preoccuparti... Quando ci vediamo? Non saprei, sto lavorando adesso.. Si lo so, lo so che non ci vediamo da più di un anno... Mi dispiace, purtroppo è molto difficile per me spostarmi al momento. ... Si ti prometto che appena posso ti vengo a trovare.. Si, lo prometto.. Come stanno gli altri? ... Mi fa piacere... Si, mi farò sentire... Okay.. ciao.

Chiuse la chiamata. Guardo il telefono. C'erano delle notifiche su WhatsApp. Ignorò i messaggi e mise il telefono nella tasca.
Una volta fatta la spesa, tornò verso casa. Attraversare la via Vittorio Emanuele II lo metteva molto a disagio. Si sentiva costantemente osservato. Riusciva a scorgere alcune anziane che sbirciavano tra le tende, mentre altre senza alcuna vergogna lo fissavano dalle finestre in totale silenzio. Lui proseguiva per la sua strada a testa bassa e senza emettere un solo fiato.
Arrivò alla porta di casa e la aprì. Fu accolto dal suo gatto. Gli diede una carezza e si diresse nella piccola cucina dove sistemò la spesa e poi si diresse nella sua camera seguito dal felino.
Si sedette alla scrivania e in silenzio iniziò a lavorare al computer.
Un ragazzo davvero strano.

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