Stelle e Francobolli

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Macarena POV

Ho trascorso una notte insonne provando a contattare Zulema in ogni modo, ma di lei, nessuna traccia.
Ho paura. Paura di questo luogo così incontaminato, paura della polizia, paura che nonostante tutto, lei si sia ficcata in qualche casino e si trovi nei guai.

Mi fiondo sotto la doccia per darmi una rinfrescata, ho ancora gli occhi gonfi dalla mancanza di sonno.
Noto dalla finestrella della roulotte che la stronza si è presa anche la macchina!
Provo ad inviarle l'ennesimo messaggio, al quale so benissimo che non risponderà.

"Zulema, dove cazzo sei?!
Non puoi lasciarmi qui in mezzo al nulla!
Torna subito o vedi di trovare una merda di soluzione!"

Invio lanciando il telefono contro il mobiletto del bagno, avrei voglia di spaccare tutto.
Scoppio in un pianto nervoso, mi sento maledettamente sola, abbandonata, e la mia testa è piena di dubbi e pensieri che non mi mollano un solo secondo.

Mi rivesto dopo essermi asciugata e inizio a frugare nella caravana per provare a trovare neanche io so cosa.
Magari qualche indizio che riguarda questo maledettissimo piano.
Scosto le coperte, apro gli sportelli di ogni mobile, ma nulla.
Nulla fino a quando sotto il materasso, proprio nel punto in cui era sdraiata Zulema, trovo nascosta una fotografia.
Una neonata bellissima, dai capelli neri e gli occhi profondi.
Sul retro, una scritta sbiadita riempie la carta:

"Ero così piccola, ed è da allora - mamma - che mi manchi.
Fatima"

Sento il mio cuore iniziare a battere forte nel petto e delle lacrime, mi rigano il volto.
Stavolta non è un pianto nervoso, ma doloroso e triste.
Se solo fossi stata in carcere quando la figlia di Zulema si trovava a Cruz del Norte, avrei fatto di tutto pur di proteggerla.
Era solo una ragazzina, e nonostante in passato io abbia augurato a Zulema tutto il male del mondo, nel profondo so che neanche lei meritava tanta sofferenza.

Sento il rumore di una macchina farsi strada all'esterno e nascondo di colpo la fotografia, avvicinandomi subito alla porta.

È la mia auto, dalla quale come se nulla fosse successo, scende Zulema.

"Sveglia tarda, eh?"

Dice con aria sufficiente trascinando con sé due grandi buste.
La guardo sgranando gli occhi.

"Come prego?! Ti ho chiamata duecento volte, ti ho inviato miliardi di messaggi! Si può sapere dove cazzo sei stata?! Non ti permettere mai più di avere queste reazioni da dodicenne impazzita con me!"

Le urlo cercando di far valere le mie ragioni, ma lei è impassibile.
Entra nella roulotte fiondandosi sul letto.

"Ci sento, non c'è bisogno che gridi, imbecille!"

"Zulema ti giuro che non ti ammazzo solo perché non ho altra scelta!
Che cazzo sono queste buste?!
Sei andata a fare shopping con il tuo nuovo tipo?!"

Aggrotto le sopracciglia mentre la mora esplode in una delle sue risate.

"Porca troia, rubia, non farmi queste sceneggiate da fidanzatina gelosa!
Ho fatto un po' di spesa per la settimana, è meglio uscire poco e non dare troppo nell'occhio... ah, ti ho preso una cosa."

Zulema che mi compra qualcosa?!
Non sto capendo più nulla, questa donna mi porterà alla follia.
La vedo frugare in una delle buste ed improvvisamente l'espressione sul suo viso cambia, noto i suoi occhi farsi più grandi e la bocca arricciarsi.
È imbarazzata, ma non ne comprendo io motivo.

"Tieni, per rendere questo buco meno vuoto..."

Allunga verso di me un pacchetto argentato, la guardo schiudendo la bocca, Zulema mi ha davvero fatto un regalo?
Non ne ricevevo uno dal momento in cui sono entrata in carcere.
Il silenzio riempie le pareti della nostra roulotte mentre scarto la sua sorpresa.

Zulema & Macarena - Tu sei la mia casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora