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Affondai le mani nelle tasche del giubbino mentre andavo, controvoglia, da Luke.

Era strano, lui.

Non ero mai riuscita a capire perché il tempo lo avesse cambiato così tanto.

Dopo quella sera, si era rivelato essere uno dei ragazzi più dolci del mondo. Mi aveva aiutato a tornare in vita, mi aveva aiutato a tornare a sorridere. Questo, per le prime settimane.

Ma poi aveva cominciato a sfilarsi quella maschera da bravo ragazzo, mostrandomi qual era il suo vero mondo. Un mondo fatto di ricatti, armi, omicidi, sangue. Un mondo di regole e battaglie per la vita, che era diventato anche il mio mondo.

Tanto, non avevo più niente da perdere. Nessuna famiglia avrebbe cercato tracce di me, nessun fratello, nessun fidanzato, avrebbero reclamato il mio nome.

Ero sola.

Questa solitudine mi aveva trasformata. Ero diventata diversa, più fredda, più dura, più forte. Volevo essere in grado di sopravvivere. Nessun uomo avrebbe rifatto quello che aveva fatto quello sconosciuto. Avrei semplicemente posto fine alla sua vita, com’era giusto.

Passavo ore in compagnia di Luke, che mi insegnava le tecniche per tirare un coltello, per sparare, per uccidere. Lo vedevo come la luce alla fine del tunnel.

Rimanevamo alzati fino a notte fonda, camminando per le strade buie e umide, cacciando i criminali. Solo che, in quel passato disperato, non mi ero mai accorta che Luke aveva trasformato me in un criminale. Stavo diventando una macchina da guerra: uccidevo sconosciuti solo perché qualcuno me lo diceva, non pensavo ai loro sentimenti, al loro futuro, alle loro speranze. Perché io avevo perso le mie.

Ero egoista. Ancora adesso, lo sono.

Se potevo sopravvivere io, cosa mi importava della vita degli altri?

Questo era il mio pensiero, il mio mantra quotidiano.

E con il tempo, anche Luke aveva cominciato a vedermi sotto una luce diversa. Mi aveva confidato che per lui ero diventata il “gioiello della sua collezione”. Il meglio fra tutti i ragazzi e le ragazze che aveva salvato, come me.

Diceva che nessuno era più letale.

Oh, lui mi aveva capita fin da subito. Sapeva che quelle erano le parole giuste da dirmi, essendo io un tipo competitivo, per evitare che me andassi e mi lasciassi tutto questo alle spalle.

E io, come una stupida, ci avevo creduto. Lui si stava approfittando di me. Ero io a svolgere il lavoro sporco. Se c’era qualcuno da uccidere io dovevo essere in prima linea, pronta. Ma ero stanca.

Stavo cercando il momento giusto per scappare, quando arrivò un nuovo gruppo di ragazzi. Uno di loro si chiamava Ashton. Luke era solito dividere i nuovi arrivati, in modo che noi potessimo addestrarli. A me toccò proprio lui.

Come Luke, anche Ashton mi aveva capita subito, mi aveva costretta a parlare, a tirare fuori i miei pensieri, perché quando gli dicevo di premere il grilletto, non eseguiva l’ordine.

Mi chiedeva sempre “Perché?”.

Un giorno, stranamente, non mi arrabbiai per questo, ma gli dissi tutto. Tutto quello che mi faceva Luke, tutte le persone che avevo ucciso, tutto.

Le ultime parole che mi disse quel giorno furono “Dopo essere sopravvissuta a tutto questo dovresti fare due cose: aiutare me a restare vivo, e scappare di qui prima che sia troppo tardi.”

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a/n

woifiwipfwr io adoro questa fan fiction okay? okay.

ah e comunque prima del 2034 calum si farà vedere (:

ho solo un'ultima cosa da dire: ho pubblicato una traduzione su michael, si chiama text, se vi va date un'occhiata x

un bacione, lucrezia

Chasing Cars; Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora