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Io sono Ambra, e questo é il motivo per cui mi trovo a Cruz del Sud.

Lavoro per il governo spagnolo da 15 anni. AVevo 20 anni ed avevo appena superato il concorso per diventare poliziotta, ma il mio risultato fu superiore rispetto a quello di tutti i miei compagni, così il direttore generale decise di mandare il mio test al governo che, nel giro di pochi giorni, mi assunse come guardia segreta.
Tutt'ora é il mio lavoro, oh meglio, ora non sono più una guardia segreta, ma bensì una semplice guardia carceraria, mi hanno trasferita da poco a cruz del sud, oggi è il mio primo giorno.
Ho sentito parlare male di questo posto, le guardie sono fin troppo violente con le detenute, che non sono da meno, manca in sostanza la disciplina.
Non sono abituata a lavorare con vasto gruppo di persone, perciò sarà un nuovo traguardo, la socialità.
Arrivo davanti al carcere e osservo le porte e la scritta Cruz Del Sud appesa in alto, picchietto con le dita sulla tasca dei pantaloni, in cui ho un badge col mio nome, me l'ha mandato a casa la direttrice del carcere, in modo che potessi iniziare subito a lavorare senza passare da lei.
Salgo i gradini, apro la porta a vetri ed entro, una stanza bianca, col pavimento in marmbo bianco mi accolgono, alla mia destra vi è un bancone con una signora che lavora al pc, mi avvicino.

-Buongiorno, mi sa indicare gli spogliatoi delle guardie?

La signora nemmeno mi degna di uno sguardo, si limita a chiedermi con arroganza il badge, partiamo bene... .
Estraggo dalla tasca la tessera di riconosciamento, la passa nella macchinetta che suona subito, me lo ridà e finalmente mi guarda in faccia mentre mastica rumorosamente la cicca.

-In fondo a destra, se usi il cervello lo trovi, arrivederci.

Annuisco, sconvolta dalla maleducazione del personale, vado oltre e raggiungo il luogo, é vuoto, mi cambio ed indosso la divisa blu della prigione, apro il mio armadietto e trovo in esso un AK ed una normale pistola che infilo nella fodera, il fucile non mi servirà, lo spero.
Esco da quel luogo e mi guardo attorno, vedo che davanti a me c'è una porta con la scritta "entrata carcere, accesso per guardie", entro e l'atmosfera mi sembra cauta, non ci sono schiamazzi o urla.
Percorro il corridoio prima di arrivare davanti ad una grata nera con una porta, passo il badge sulla cassettina di riconoscimento ed una voce metallica mi fa quasi sobbalzare.

-Nome e cognome per riconoscimento, nome e cognome per riconoscimento.
-Ambra Martinez.

Si apre la porticina ed entro, davanti a me ho finalmente il carcere, ai miei lati vi sono le celle, che salgono per 5 piani, mentre in mezzo vi sono dei tavolini gialli e le scale dello stesso colore. Devo dire che mi sento un po' in ansia, non so cosa fare, ho sempre lavorato per uomini del governo, stavo ferma e scortavo queste persone fino alla macchina o in luoghi protetti.
Adesso ho a che fare con centinaia di detenute, una più pericolosa dell'altra.
Sento commenti poco appropriati sul mio conto provenire da alcune celle, non sarò il loro giochetto, quindi mi appresto a zittirle immediatamente.

-Ehi Fiorellino, parti proprio alla grande!

Mi si affianca un uomo sulla trentina, guardia magra, alta, con la barba nera e i capelli neri.

-Fiorellino anche no, mi chiamo Ambra
-Tutti mi chiamano Valbuena, quindi concedo anche a te questo onore.

Capisco che é già un pervertito e decido di evitare di approfondire questa conversazione e gli chiedo cose più pratiche, cioè di spiegarmi i luoghi in cui controllare e come gestire varie situazioni.
Lo vedo un po' vago nel rispondere alla seconda parte, a quanto pare non vuole dirmi che usa la violenza per tutto, e ciò lo si deduce subito.
Riesco a levarmelo dai piedi e inizio a girare un po' per i corridoi sotto lo sguardo di detenute curiose che cercano di farmi con gli occhi la radiografia e cercare di capire chi sia.
Salgo le scale ed una detenuta alta, apparentemente tranquilla mi guarda incrociando le braccia, mi ha chiuso il passaggio.

-Mi fai passare?

Le chiedo il più pacata possibile, non voglio sembrare violenta come quello di prima, ma nemmeno farmi mettere i piedi in testa.

-Chi sei tu?

Esclama mentre mi guarda dalla testa ai piedi, e per ripicca e provocazione faccio lo stesso.

-Sono una guardia, mi chiamo Martinez, e tu chi saresti?
-Vargas, ti ricorderai del mio nome tranquilla, non mi dimentichi

Detto ciò se ne va con un sorriso soddisfatto sulle labbra, alzo le sopracciglia e continuo a salire le scale fino a quando non incontro un'altra guardia, un uomo di mezza età, alto e magro.

-Ehi ciao, tu devi essere la nuova arrivata, io sono Fabio, piacere di conoscerti

Mi porge la mano e la prendo sorridendo, forse un qualcuno di educato c'è.

-Si, sono quella nuova, piacere Ambra
-Come stai? So che é difficile ambientarsi all'inizio, é stato difficile anche per me
-Sto bene grazie, si tecnicamente questo é la mia prima esperienza, io non sono mai stata in un carcere
-Tranquilla, datti un paio di settimane e ti abituerai, comunque se hai bisogno cercami pure
-Grazie

{al fondo del precipicio} //ZulemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora