Unexpected changes

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Lauren entra a passo deciso nel parco, sicura di trovarla lì.

Era ormai da più di un mese che ogni giorno si recava in quella macchia verde, posta un po' fuori dalla città, per lei.

Si lascia alle spalle il cancello d'ingresso e si ritrova ancora una volta ammaliata da quel parco enorme: una vasta distesa di erba messa in ombra da diversi alberi giganteschi che, secondo la ragazza, potevano essere millenari. Le piaceva la sensazione di sicurezza e immortalità che le trasmettevano quei giganti immobili, tanto che all'inizio veniva lì solo per loro, per ammirarli e ritrarli.

Ma poi la sua attenzione era stata catturata da un'altra bellezza che quasi la pregava di essere dipinta: una ragazza.

Questa ogni giorno camminava lentamente, con lo sguardo fisso nel cielo, le mani affondate nelle tasche e un libro incastrato tra il braccio e il fianco destro, fino ad arrivare ai piedi di un'imponente quercia sotto la cui si siede a leggere per ore e ore. Restava semplicemente lì ferma con il libro in mano, le gambe incrociate, la schiena appoggiata al tronco dell'albero, i capelli mossi e castani che le scendevano lungo le spalle e il petto, e il viso, delicato ma marcato allo stesso tempo, che cambiava espressione a seconda di quello che leggeva.

Lauren da quando l'aveva scoperta non ha potuto far altro se non guardarla da lontano e cercare di riportare la sua bellezza nel blocco da disegno.

Quel giorno si aspettava di trovarla già lì persa nel suo mondo, ma si sentì quasi svuotata quando si accorse che il suo posto era vuoto.

Si fermò un attimo a contemplare con occhi tristi l'erba intorno a quell'albero che sembrava così spoglia senza di Lei, per poi sospirare sconsolata e andarsi comunque a sedere sulla panchina dalla quale era solita osservarla.

Si tolse lo zaino dalle spalle, lo aprì e tirò fuori il suo blocco da disegno, decidendo di guardare i lavori che conteneva prima di tornare a casa.

Aprendo la copertina rigida del quaderno Lauren cadde dentro a quel mondo, il suo mondo, che era tanto reale quanto immaginario.

Le piaceva pensare che i suoi disegni erano come i libri che leggeva la sua ragazza misteriosa: tutto quello che lo scrittore narrava era preso da luoghi, fatti e persone reali, ma venivano abbelliti da dei particolari che riuscivano a renderli unici; così anche i suoi disegni potevano rappresentare qualcosa di comune, come una strada, ma riusciva comunque a renderli straordinari con singolari dettagli.

Iniziò a rivivere tutto quello che l'aveva affascinata nell'ultimo periodo: albe, crepuscoli, città, persone e animali. Verso la metà del blocco riconobbe gli alberi e i paesaggi di quel parco, quindi cominciò a sfogliare le pagine più rapidamente, impaziente di arrivare a lei.

E finalmente, dopo l'ennesimo albero alto quanto il cielo, fa la sua comparsa il suo primo disegno. 

La ritrae nella sua solita posizione: le gambe incrociate, i gomiti appoggiati alle ginocchia, tra le mani un libro aperto, l'espressione concentrata con la schiena piegata leggermente in avanti per avvicinarsi al libro.

Voltò pagina.

Lei era ancora la protagonista della scena, sempre nella sua solita posizione, solo che la sua faccia era contratta da una smorfia di confusione adorabilmente buffa.

Girò pagina.

Qui Lei con uno sguardo sconvolto mentre si copriva la bocca, probabilmente spalancata, con il palmo della mano.

Girò un'altra pagina.

Sempre Lei, aveva una mano appoggiata alla fronte con un'espressione imbarazzata e la testa inclinata verso il basso come se si vergognasse per l'azione compiuta dal personaggio del suo libro.

Unexpected changes - One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora