«Problemi?» mi chiede lui, vedendo che continuo a fissare lo schermo.
«In realtà sì... devo portare fuori il cane, ti dispiace se ci fermiamo a casa mia, prendiamo Bux e poi andiamo a piedi? Lo Starbucks non è lontano», arrossisco mentre lo dico. Ma perché proprio oggi la mamma doveva andare dal dentista con Daisy? Perché?
«Ancora meglio». Mi fa l'occhiolino, e io mi sciolgo.
Il mio cuore non ha smesso per un attimo di battere in modo accelerato. Rivolta l'ultima preghiera al cielo e dopo aver supplicato che non mi faccia fare brutte figure, mi allaccio la cintura di sicurezza. Viaggiamo in silenzio, Ethan non sembra a disagio, io invece non so cosa dire, né fare, né pensare. Come mai questo interesse improvviso? È davvero così semplice farsi notare dalla persona per cui si ha una cotta da anni? Avrei potuto farlo tempo fa, forse la mia adolescenza sarebbe stata diversa. Nah, la verità è che ho dovuto lavorare a lungo sul mio autocontrollo solo per non svenire di fronte ad Ethan, figuriamoci parlarci. Infatti, come è evidente, ho ancora delle profonde difficoltà.
Gli indico casa mia, e lui si ferma davanti al cancello. «Posso offrirti qualcosa?» gli chiedo. Ethan scuote la testa con un sorriso cortese.
«È davvero grande», esclama, riferendosi alla villetta su due piani.
«Beh, siamo in sei, e ad essere onesta ci stiamo pure abbastanza stretti! O forse sono io che esagero perché condividere gli spazi con altri tre fratelli è opprimente», rispondo, poi infilo la chiave nel cancello e giro.
«Tre fratelli?» chiede confuso lui.
«Oh, oltre a Grayson ci sono anche Jake e Daisy. Jake frequenta le medie, mentre Daisy va alle elementari», spiego, sperando di non annoiarlo.
«Caspita!» esclama. «Io impazzirei ad avere così tante persone in famiglia. Un fratello è più che sufficiente. Anzi, spesso rimpiango gli anni in cui ero solo io». Ride, ma la sua battuta mi lascia stranita per qualche secondo. Certo, anche io per la maggior parte del tempo vorrei strozzare i miei fratelli, ma non riuscirei mai ad immaginare la mia vita senza di loro. Mi riscuoto e riprendo a camminare al suo fianco.
«Infatti è molto confusionale», alzo gli occhi al cielo, pensando a quante volte a cena parliamo tutti insieme e ne esce un gran baccano, oppure quando dobbiamo andare in vacanza e, sebbene la macchina sia da sei posti, non facciamo altro che discutere su chi ha invaso gli spazi di chi, o ancora quando sia io che Grayson invitiamo a casa i nostri amici e sembra di essere su un campo da calcio... Però non cambierei mai la mia famiglia con niente al mondo.
«Lo credo bene, di sicuro non vi annoiate».
«Affatto» ridacchio. Mi torna in mente questa mattina e gli scherzi che ci facciamo io e Grayson, le lunghe sessioni di pettegolezzi con Maya, le partite alla Playstation con Seth, le battute con Cedric, i discorsi filosofici con Liam che sfociano in cavolate senza senso, tutte le volte che mi metto a giocare con Daisy o sfido Jake al karaoke... Senza rendermene conto ho considerato parte della famiglia anche Maya, Seth, Cedric e Liam. Sorrido, consapevole che ormai lo sono.
Un abbaio sommesso, seguito poi da un altro e un altro ancora mi riportano alla realtà. Sgrano gli occhi notando Bux che agita la coda e ci viene incontro con il pelo dritto.
«Mi dispiace, sono abituata a lui e anche i miei amici, lo lego subito», mi affretto a dire, dandomi della stupida.
«Emma», mi chiama Ethan, il mio nome pronunciato con la sua voce profonda sembra più... magico. Sto svalvolando. Nulla fuori dal normale. «Non preoccuparti, non ho paura.»
Cosa? Ah, giusto, Bux. Lascio andare il collare e lui si fionda subito ai piedi di Ethan, annusandogli le scarpe e i jeans. Ha impresso in volto un sorriso adorabile, sento il cuore sciogliersi. Allunga una mano e lascia che Bux gliela annusi, al che lui abbassa le orecchie e tira fuori la lingua, dichiarando la sua ispezione conclusa, poi si getta ai suoi piedi, rotolandosi sulla schiena con le zampe per aria. Ethan si tira su le maniche del maglione e comincia a carezzare la pancia del cane con un sorriso mozzafiato in viso. Sorrido anch'io di fronte a quella scena, e quando lui alza gli occhi su di me, il cuore mi salta in gola.
Finito il momento coccole di Bux, gli metto il guinzaglio e torniamo verso il cancello, poi ci incamminiamo lungo la strada. Alla cena penserò più tardi.
Il sole ha già iniziato la sua discesa, e le villette a schiera sono tutte illuminate dalla luce dorata del tramonto. Camminiamo in silenzio, ma di tanto in tanto lancio delle occhiate nella direzione di Ethan. Cammina con le mani nelle tasche della giacca, aperta sul maglione verde scuro. Sembra rilassato e a suo agio, io invece credo di stare per avere un infarto. Quando arriviamo allo Starbucks, penso che il mio cuore si sia ormai stabilizzato sui duecento battiti al minuto.
«Bux può entrare?» Ethan rompe il flusso ininterrotto dei miei pensieri, e gliene sono grata.
«Teoricamente no, ma mi conoscono e se c'è poca gente non fanno storie».
Oggi, tuttavia, la mia commessa preferita non è di turno, dunque non ci lasciano rimanere. Insisto per pagare le bevande, dato anche il contrattempo, e chiedo ad Ethan cosa prende, poi lo lascio fuori ad aspettare con Bux. Pago un frappuccino al caramello per me e per lui uno al doppio cioccolato. Quando esco prendo il guinzaglio e gli consegno il caffè.
«Ti do i soldi», dice subito, ma scuoto la testa. «Mi dispiace che non ci siamo potuti fermare».
«Figurati, meglio fare una passeggiata che rinchiudersi in un locale, no?»
È così gentile...
Gli sorrido, poi indico con un cenno del capo il suo bicchiere. «Non ti facevo tipo da doppio cioccolato».
Ethan ride e prende un sorso. «Amo il cioccolato».
Annuisco e riprendiamo a camminare. «Non mi piace così tanto, trovo quello bianco stomachevole e quello al latte ai limiti del commestibile, gradisco solo quello fondente».
«Ma come siamo raffinate», mi prende in giro lui con una leggera spallata. Istantaneamente il cuore salta in gola.
«Scusami se ho un palato fine e nobile», mi atteggio a testa alta. Ridiamo insieme. Non pensavo che Ethan fosse così... tranquillo. Ha una capacità di mettere a proprio agio gli altri davvero invidiabile.
«È incredibile che non ci siamo mai parlati prima», dice ad un certo punto.
Eh, dillo a me...
Sollevo le spalle. «Non pensavo neanche che sapessi della mia esistenza».
Lui scoppia a ridere, poi mi osserva. «Sei difficile da non notare. E da dimenticare».
Arrossisco subito. Cosa significa? È un bene o un male?
Ci sto ancora pensando, quando ci addentriamo in un parco per cani dove tolgo il guinzaglio a Bux e lo lascio scorrazzare in mezzo ai suoi simili. Io ed Ethan troviamo una panchina sotto una quercia e ci sediamo, godendoci gli ultimi raggi di sole della giornata.
«Cosa ti piace fare?» chiede, mentre accavalla le gambe e alza lo sguardo verso la chioma del folto albero.
«Dipingere», rispondo senza esitare. Arrossisco un po'. Non è una cosa che confesso con così tanta leggerezza, ma con lui è facile parlare. La mia risposta sembra attirare la sua attenzione.
«Wow! Mi farai mai vedere qualcosa?» domanda con un sorriso storto, la curiosità che straripa dagli occhi come un bambino che muove i suoi primi passi nel mondo.
«Vuoi dire che ci sarà una seconda volta?» Come al solito, mi rendo conto di ciò che dico soltanto quando è troppo tardi. Sgrano gli occhi e mi sbrigo a riprendere in mano la situazione prima che realizzi che sono troppo strana e se ne vada.
«Certo, se vuoi... non è niente di speciale, non sono così brava», mormoro arrossendo. Ethan allunga un braccio sullo schienale della panchina, dietro le mie spalle, e si gira a guardarmi poi con un sorriso sincero. La mia gola è completamente secca. «Invece sono sicuro che sei bravissima».
«Grazie, Ethan», rispondo a fatica, sorridendogli a mia volta. Lui mi guarda ancora un po' negli occhi, e per un secondo penso voglia baciarmi. Non credo di potercela fare.
Allarme, allarme: sovraccarico emotivo.
Invece, si sbatte le mani sulle cosce, rompendo il momento idilliaco e il contatto tra i nostri occhi.
«Beh, si è fatto tardi, devo proprio andare, i miei mi aspettano per cena».
La cena? Ma che ore sono? Accendo lo schermo del telefono e sgrano gli occhi di fronte all'orologio che segna le sette passate. Mia madre mi ucciderà!
«Merda! Spero che Grayson abbia preparato qualcosa o mia madre mi ridurrà in tanti piccoli pezzettini!» do voce ai miei pensieri. Ethan ride e io mi rendo conto di aver imprecato di fronte a lui come un camionista. Gemo internamente. Gesù...
«Ti riaccompagno a casa, tra l'altro sta facendo buio», dice, e io sospiro per l'ennesima volta. È perfetto.
«No, figurati, casa è a nemmeno un chilometro da qui, poi c'è Bux con me», lo rassicuro carezzando la testa del pastore tedesco. Gli rimetto il guinzaglio e ci incamminiamo insieme verso l'uscita.
«Oh, non ho dubbi che te la caveresti benissimo, però devo tornare a prendere la macchina», ridacchia Ethan.
Oh, giusto... Mi tiro uno schiaffo mentale. Sono un'imbranata. Perché non penso prima di parlare, perché?
Torniamo verso casa mia a piedi, e quando arriviamo al cancello mi volto verso di lui. «Allora ci si vede, è stato bello passare del tempo con te», gli dico con un sorriso, e spero davvero che non sia la prima e l'ultima volta.
«Sei uno spasso, Emma Hawthorne». Mi fa l'occhiolino, poi si abbassa per lasciarmi un bacio sulla guancia, sale in macchina e se ne va.
Oh. Porca. Puttana. Ethan Moore mi ha appena baciata! Spalanco la bocca e con una mano tocco il punto in cui si sono poggiate le sue labbra.
«Hai visto anche tu, vero Bux? Non me lo sono immaginato, giusto?»
In tutta risposta, il pastore tedesco abbaia, e io torno in me. È tardi. E se non mi invento qualcosa sono morta. Finita.
«Ce la puoi fare, Em», mi incoraggio con un sospiro, ma tutto ciò che inalano i miei polmoni è l'amaro sapore della sconfitta.
Spero almeno che la mia morte sia veloce e indolore...Ciao fiori di campo!
Vi ho fregato con lo sneak peek... sorry 😁❤️
Cosa ne pensate di questo "appuntamento?"
Emma & Ethan può funzionare?
(È impossibile creare uno ship name)Come sempre vi ricordo la mia pagina Instagram (@xholdonpainends) in cui pubblico anticipazioni e contenuti extra. Venite a seguirmi! 💘
Ci vediamo lunedì col capitolo cinque!
Al prossimo capitolo! 🔜
-A✨
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Che disastro!
RomanceQuando Emma Hawthorne è venuta al mondo, il Signore onnipotente l'ha impostata secondo criteri non riscontrati in nessun altro essere umano: per la maggior parte sarcasmo - un solido settanta percento -, una consistente tendenza a straparlare - alme...