8. Tu sei importante

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Se il sabato è un giorno movimentato e stravagante, la domenica è di una noia mortale. A casa Hawthorne si fanno le pulizie, e scoprire cosa riesco ad accumulare nella mia camera in una settimana è sempre sorprendente. Il pezzo forte di questa domenica sono sette coppette in vetro con i rispettivi sette cucchiaini, accumulate sul comodino in tre pile traballanti. Per portarle in cucina intatte ho dovuto fare tre viaggi, e durante l'ultimo per poco non volavo giù dalle scale. Dovrei ascoltare mia madre quando mi dice di non andarmene in giro scalza.
Trascorsa anche la domenica, è arrivato un altro lunedì, e come ogni mattina ho battuto Grayson nella lotta per il bagno. Questa settimana la macchina tocca a me, e anche se potrei fargliela pagare per la volta scorsa, decido di alzare bandiera bianca.
«Oggi sei particolarmente di buonumore», mi fa notare mio fratello.
«Sono sempre di buonumore, Gray-sono-stronzo-come-la-morte-son», replico.
«Eh?»
«Niente!»
Dieci minuti dopo siamo alla Hampstead High. Grayson si defila verso la panchina sotto la quercia, dove Liam e Cedric lo stanno aspettando, e siccome non vedo né Maya né Seth al nostro solito posto – cioè il muretto davanti alla fermata dell'autobus –, mi aggrego a loro.
«Ehi, gang del bosco», li saluto.
«Oh no, Maya ti sta contagiando», dice Cedric. Noto che ha in mano quello che sembra un frappuccino al caramello, e conoscendolo deve esserci anche del cocco.
«Ehi Ced, guarda, un cagnolino!»
«Dove?»
Quando si gira gli sfilo il caffè dalle mani e ne prendo un lungo sorso. Lui si volta di scatto e mi guarda in cagnesco.
«Non puoi sfruttare così le debolezze della gente», protesta.
«In guerra e in amore tutto è lecito», rispondo solenne, e loro mi guardano confusi.
«Oh andiamo, lo sapete che sono strana, dopo dieci anni fate ancora quelle facce?»
«Emma!» Mi volto verso la fonte da cui proviene questo meraviglioso suono, e mi ritrovo faccia a faccia con Ethan Moore. La salivazione mi si azzera istantaneamente, e le parole nel mio vocabolario mentale si confondono le une con le altre. «Ciao, come va?»
Oh. Mio. Dio. Non pensavo mi avrebbe più rivolto la parola dopo venerdì. Tutti i miei sistemi sono in allarme per sovraccarico emotivo. Non posso uscire indenne da questa interazione, sento che perderò qualche neurone nello sforzo.
«Ehi, Ethan... tutto bene, tutto benissimo, tutto meravigliosamente bene». Oh, buon Dio, fammi tacere ti prego.
«Molto meno, Em», suggerisce Liam tra i denti per non farsi vedere da Ethan.
«Tu come stai?» riesco ad aggiungere, e mi mordo la lingua per non dire altro.
«Alla grande... sono passato per chiederti se ti andasse di pranzare insieme».
Mayday, mayday; stiamo precipitando. Motori fuori uso. Mayday, mayday.
«Io e te? A pranzo insieme? Tu ed io? Intendi proprio insieme? Allo stesso tavolo?»
«Gesù, Emma...» geme Liam, ma sono troppo incredula per autocommiserarmi.
«Se non v-»
«Va benissimo!» mi affretto a dire, per paura che cambi idea.
«Okay», lui sorride e io mi sento morire. «Allora ci vediamo dopo. Ciao, ragazzi».
Si allontana verso l'ingresso, e io mi volto di scatto verso di loro.
«Avete visto?» Saltello, emozionata.
Gray mi guarda di sbieco con un sopracciglio alzato. Ha di nuovo gli occhi incollati al cellulare. «Sì, imbarazzante».
Da lui mi aspettavo una reazione ben peggiore di questa, invece si è già perso a digitare sulla tastiera con un'espressione estremamente concentrata.
Liam gli dà una gomitata e poi mi scompiglia i capelli. «Ethan Moore, eh? Ancora ti piace?»
«Puoi dirlo forte», sospiro, con le mani all'altezza del cuore. «È così bello».
«Okay, questo è il momento in cui me ne vado, altrimenti lo rincorro solo per prenderlo a calci». Grayson si alza dalla panchina, mette via il cellulare e va nella direzione opposta a quella di Ethan.
«Non lo accetterà mai», ridacchia Liam.
«Peggio per lui, io ho un appuntamento con Ethan Moore!» Continuo a saltellare presa dalla gioia, finché non intravedo Maya e Seth che mi fanno un cenno di saluto.
«Okay, ora vado, auguratemi buona fortuna per dopo!»
«In bocca al lupo, Emmy», sorride Liam.
«Buona fortuna», anche Cedric mi rivolge un sorriso, ma il suo è meno incoraggiante di quello di Liam. È davvero strano ultimamente. Non mi soffermo troppo a pensarci e raggiungo Maya e Seth.
«Ciao, amichetti! Che si dice?» canticchio, afferrandoli entrambi per le spalle e stringendoli a me.
«Cos'è questo entusiasmo?» bofonchia Maya, scontrosa come sempre.
«Oggi il sole splende, gli uccellini cinguettano ed Ethan Moore mi ha chiesto di pranzare insieme». Seth si strozza con il caffè che stava bevendo, mentre Maya mi osserva confusa, lo sguardo ancora assonnato.
«Non sono abbastanza sveglia per questo», sospira, poi si mette seduta sul muretto alle nostre spalle.
«Ma è fantastico, Em!» esclama Seth. «E tu che pensavi si sarebbe scordato della tua esistenza».
«Beh, considerando che non ne è stato a conoscenza per quattro anni, non era un'opzione così improbabile», replico.
«E questo non vi sembra strano?» si intromette Maya. «Che si sia accorto dell'esistenza di Emma soltanto adesso che, guarda caso, ha rotto con la sua fidanzata».
Tutti i campanelli d'allarme mi risuonano in testa. «Cosa vuoi dire?»
«Non lo so, magari c'è qualcos'altro sotto...»
«Sei sempre la solita complottista, Maya», la rimprovera Seth scuotendo la testa. «Secondo me è stata semplicemente una fortunata sequenza di eventi. E poi, una volta conosciuta, sei difficile da dimenticare», mi fa l'occhiolino.
«È la stessa cosa che ha detto lui! Secondo te è un bene o un male?»
Seth alza le spalle. «Io la intendo in modo positivo».
Lo afferro per i bicipiti e lo avvicino a me. «Sei sicuro che non ci sia sotto un doppio senso? E se in realtà voleva intendere che sono così imbranata da essere impossibile da dimenticare? Lo intendeva sicuramente in quel senso...»
«Emma», mi riprende Seth, allontanandomi da sé per poi poggiarmi le mani sulle spalle. «Devi rilassarti. Ethan vuole vederti di nuovo, ed è una cosa positiva».
«Oppure sospetta», insinua Maya.
«Smettila», la minaccia Seth, poi torna a sorridermi. «Sei una bella ragazza, intelligente e divertente, perché non dovrebbe voler uscire con te?»
Sospiro e sollevo lo sguardo al cielo. «Con Cedric-»
«Sono passati quattro anni, Em. E poi non ti ha mai apertamente rifiutata». Questa volta è Maya a parlare, che scende dal muretto.
«Lo so, lo so. Ma ho paura che succeda di nuovo. Non lo supererei una seconda volta», confesso, e loro probabilmente si ricordano tutte le lacrime che ho versato.
«Non succederà una seconda volta, Em», mi rassicura Seth, scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Sospiro. «Hai ragione. Devo pensare positivo. La positività porta altra positività. Ce la posso fare».

Che disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora