Capitolo 16: Buonasera..

523 21 5
                                    


Ho il cuore che ancora pulsa incessante dentro il petto, sebbene sono salita nel taxi già da un paio di minuti, non mi sono ancora tolta l'adrenalina di quello che è successo con Keyline in quelle ore che ci ho passato assieme in clinica.
Non avrei mai creduto che mi sarei trovata nella situazione di dover "lottare" con un'estranea per conquistare una persona per la quale provo un interesse: ho sempre avuto la fortuna di trovarmi dalla parte opposta, e in campo amoroso non ho mai trovato difficoltà di scegliere o di conseguenza essere scelta.
Quando stavo con Josh, per quanto lui fosse un scapolo molto ambito dalle ragazze per bellezza e per appartenenza a una buona famiglia ricca di New York: me lo ritrovai a gironzolare attorno. Eppure ora, per quanto quella storia da parte mia sia accontentata solo in un bel ricordo, non provo nemmeno un minimo di rimpianto o gelosia al sol pensiero di immaginarlo con affianco un altra ragazza anzi, per come l'ho trattato avrei solo piacere per lui se trovasse qualcuna con cui ripartire.
Un pensiero però, che non sono riuscita a gestire con Keyline. È stato strano. Impulsivo. Poco ragionato. Se Natasha mi avesse visto, avrebbe applaudito alla mia scelta di prendere in pugno la situazione.
Brittany, troppo vicina, mi ha reso gelosa, possessiva nel vederla invadere un mio spazio personale, per la quale non avevo ancora dato il permesso a qualcuno di potersi avvicinare.
Per quanto mi senta rilassata della mia "vittoria",anche se non voglio paragonare Key a un premio, mi chiedo che cosa sarebbe successo se fosse andata diversamente: e se Keyline alla fine avesse preferito Brittany a me?
L' imbarazzo di trovarsi nel mezzo tra ciò che è stato e quello che potrà essere con due persone ben diverse, non deve essere di certo una scelta facile: soprattutto, quando un vissuto importante con una delle due contendenti, arieggia ancora fresco nell'aria.
Come la avrei presa, se alla fine sarei stata io a dover levare le ancore?
Onestamente non lo so, e questa incertezza da parte mia di non riuscire a trovare una spiegazione a ciò che sto provando mi mette fortemente a disagio: devo ammettere sinceramente a me stessa che non l'avrei presa bene. Forse un po 'per orgoglio personale, o forse per la delusione di aver creduto in qualcosa che poi non sarebbe stato. Ma la confusa sono io.
Lei avrebbe avuto tutte le ragioni per accantonarmi.
Ma alla fine, me ne sarei comunque andata senza fare tante storie, indecisa se mantenere un rapporto, anche nel caso in cui Key mi avrebbe chiesto di rimanere semplici amiche.
« Manco per il cazzo!» commento ad alta voce, al pensiero concluso, nauseata da un'amicizia che non avrei retto.
Pago il taxi, affamata alla vista di quei spaghetti che per foto risultato ancora più buoni che dal vivo.

"Grazie ancora...se non fossi entrata in quell'istante avrei fatto la figura della cogliona un altra volta..." Key

" l' importante e che tu sia sicura di voler chiudere quel capitolo" Sam

Meglio essere onesti da subito, è stato bello non lo nego, e sono contenta che lei ammetta a se stessa che ci sarebbe ricaduta nuovamente come pensavo. Ma se capitasse?
Brittany è una bella donna: da come l'ho percepita sembra un carattere molto deciso e forte, capace sempre di ottenere ciò che vuole, non è quindi da escludere l'idea che possa tentare di riprovarci.

"Sicura! Non ho voglia di deluderti dopo quello che hai fatto per me" Key

" non devi farlo per me..ma per te, la felicità propria viene prima rispetto a rendere felici gli altri.. e te lo dice chi, ha mollato tutto per trovarla. Ora inizio, ci vediamo stasera, cercherò di finire il prima possibile"

Infilo l'iPhone in borsa poco dopo essere entrata, totalmente ignara della presenza della Tolman sul pianerottolo.
« Allora Reynolds?» mi sorprende di spalle « I spaghetti devono essere stati di gradimento dato il sorriso stampato sulle sue labbra!»
Mi giro a guardarla ancora con quel sorriso da ebete che si stampa in viso quando la testa naviga ancora tra le nuvole e lei, con gli occhiali a pari livello della punta del naso, resta ferma a fissarmi in attesa di risposta.
« In realtà non li abbiamo nemmeno assaggiati» dico senza freni sulla lingua, aumentando sicuramente il suo interesse verso la faccenda.
« Ah...» bisbiglia a voce bassa togliendosi gli occhiali e portandosi la stanghetta tra i denti « Quindi deduco che lei... si insomma. Abbia fatto dell'altro.» allude cercando di restare seria, sebbene morsichi quei poveri occhiali famelica di saperne di più.
« Dipende a cosa intendi con "fatto dell'altro".»
Adriana si schiarisce la voce, si sistema la camicetta, mi guarda sperando che prosegui io il discorso. Ma taciturna le faccio intendere che non ho intenzione di dilungarmi. Niente mi diverte di più che vedere Adriana Tolman morire di curiosità: che se potesse mobilitare FBI per indagare, son sicura che lo farebbe.
« Natasha è stata volenterosa nel suggerirle un dopo pranzo.»
« Sì è vero! In effetti... Devo ammettere che non è stato male. Ho una fame che mangerei un elefante! Peccato però, dovevano essere sicuramente buoni.» alzo le sopracciglia, le sorrido maliziosa e mi dirigo verso il mio armadietto sforzandomi di soffocare una risata.
Natasha irrompe alle mie spalle, entrando nel camerino qualche minuto dopo di me.
« Ti giuro che la prossima volta non dirò più niente!»
« Lo dici per far un piacere a me, o per farlo a te?»
« A me ovvio! Se tartassa te è un conto, ed è pure divertente! Ma avevo dimenticato che uscivi prima dannazione!»
Chiudo l'armadietto ridendo: « È stata così pesante?» le chiedo, pur sapendo la risposta.
« Reynolds! A una certa ho pensato che chiamasse il servizio taxi per vedere dov'eri diretta!!»
« Davvero?!»
« penso l'abbia fermata solo la coscienza! Ti immagini averla per vicina di casa?» domanda « Oddio un incubo!» commenta Natasha terminando di cambiarsi e infilandosi una sigaretta in bocca.
« Guarda il lato positivo... avresti qualcuno che ti aggiornerebbe meglio di Facebook! E se ti uccidessero, avresti chi ha guardato tutta la scena, e potrebbe poi incastrare il tuo assassino!»
« A te non ha chiesto nulla?!»
« Secondo te?» chiudendo il mio armadietto capendoci al volo.
« Allora?! Parlando di cose serie... avete avuto un pranzo noioso o sei passata ai fatti?!»
« Non abbiamo mangiato gli spaghetti...infatti ho una fame che quasi quasi passo per la cucina! Ma ho paura che appena cercherò di mettere le mani in qualcosa di commestibile, Adriana baratterà la mia fame con la sua voglia di saperne di più!» incerta se di dirigermi verso la porta di metallo, con la pancia che implora un boccone di qualsiasi pietanza, vengo bloccata al braccio da Natasha che mi trascina dalla parte opposta nel retro.
« Non mi interessano gli spaghetti Samantha!»
« Ma io vorrei mangiare qualcosa... » la supplico prima di subire un altro interrogatorio più approfondito.
« Ho una caramella in tasca! quindi accontentati!» Mi ordina senza lasciarmi ribadire nient' altro.
« Forza sputa il rospo! Avete scopato o no?!»
Ammiro la facilità con cui arriva al punto Natasha, e forse è grazie a questa sua facilità che il nostro rapporto d'amicizia si è consolidato fin da subito, dato da parte mia, la mia altrettanta facilità di rispondere.
« No.» Rispondo semplicemente mentre scarto la caramella che fortunatamente è una di quelle alla frutta cosparse di zucchero; stranita dal fatto che ne abbia una di questo genere in tasca data la sua ossessione per la dieta, mi ero quasi preoccupata di dover mettere in bocca qualcosa al gusto acqua. « Sarebbe stato difficile, anche volendo, dentro a quel piccolo ambulatorio con la gente fuori che aspettava.»
« È un dottoressa?!»
« Veterinaria.»
« Però! Punti subito alto!» esclama poco sorpresa « Sei bella, ci sta.» esclama ragionandoci -" Ma io ho sempre pensato che la gente di New York fosse sveglia! Sai che sesso pazzesco verrebbe fuori su un ambulatorio?!» Mi fissa cercando di finire al più presto possibile la sigaretta, prima che la Tolman la trovi a fumare, e la perseguiti sull'importanza di non gettare via soldi in qualcosa che potrebbe ucciderla.
« Questo non vuol dire che non abbiamo fatto nulla. Ci siamo baciate.»
Natasha si lascia andare in un lungo suono di compiacimento, mentre mi guarda gettando fuori il fumo che aveva inspirato « Che noia. Cosa sei un adolescente? Speravo in qualcosa di più piccante... Ma evidentemente Reynolds a te piacciono le cose calme.»
« E poi c'era la sua ex quando sono arrivata.» le dico fissando il vuoto finché molto lentamente cerco di gustarmi il mio pranzo formato caramella.
« Cazzo e me lo dici adesso che ho terminato la sigaretta!?» Guarda quel piccolo mozzicone ormai giunto al limite « Questi sono argomenti piccanti!»
« Non l'hai fumata...l hai bevuta!»
« Sam non so se hai guardato l' ora! Siamo già fortunate che non sia venuta a prenderci qui fuori! E poi ho spiato l'agenda prima di uscire...Abbiamo due cene aziendali con dei pezzi grossi. Quindi devo passare anche in bagno a darmi una sistemata per qualche bel riccone!» squittisce allegra.
« E il giocatore di basket?»
« Sono troppo giovane e bella per morire aspettando che un uomo prenda posizione!» Ribadisce facendomi cenno di muovermi per rientrare.
« E il tuo fidanzato?»
« Lui sta bene. È tranquillo, sarà in palestra...»
« Non capisco come fai. Lascialo.» mi permetto di dirle.
Accenna un grugnito prima di rispondermi « Le nostre foto in Instagram fanno ancora un sacco di like! Non sono pronta a mollare tutto... e poi poverino cosa farebbe senza di me!» Mi guarda strizzandomi l'occhio, sorridendo maliziosamente, scomparendo nel camerino.
Come di routine, prima che si aprano le porte, Adriana riunisce tutto lo staff per coordinare meglio i tavoli. Ovviamente, le tavolate più importanti e più numerose hanno la precedenza sull'avere un occhio in più di attenzione: e come mi aveva anticipato Natasha, le due cene aziendali spiccano in cima alla lista delle prenotazioni. Per mia fortuna, la Tolman è consapevole che odio servire gli industriali, e stranamente quando molto educatamente gli ho detto che avrei evitato per ragioni personali, lei ha compreso senza obbiettare.
Solo nel corso della serata, mi rendo conto che la scelta della Tolman nel piazzarmi in una zona tranquilla, serviva a lei per avermi più disponibile nell'indagare sul mio appuntamento; malgrado anche il suo di poco tempo a disposizione, non perdeva di chiedermi: « Allora Reynolds...?» «Ma è un uomo che ha conosciuto qua in ristorante...?» « Ma nemmeno un assaggino agli spaghetti avete dato...?»
Portandomi all'esasperazione. Ma un lampo di genio, mi trapassa la mente, quando decido di portare la situazione a mio vantaggio.
« Facciamo un gioco.» la blocco, quando una volta in cucina, mi e di spalle con una ordinazione tra le mani. « Io ti racconto del mio appuntamento... a patto che lei, mi faccia uscire prima. Giusto per continuare quello che abbiamo lasciato in sospeso oggi a pranzo!»
Nella fascia serale, tra tutti i camerieri dell' Antony's, ci fermiamo fino alla chiusura del ristorante solo io e Natasha: all'inizio credevo che dato il mio essere l'ultima arrivata, questo fosse il rito di passaggio; mentre Natasha malgrado la giovane età, è comunque la cameriera più "vecchia". « Solo per stasera!» la rassicuro.
Lei si placa, ci pensa, guarda la sala dalla fessura della cucina.
« Va bene Reynolds!» mi sfida « Quando la situazione si è calmata, e vedo che la possono gestire anche i tuoi colleghi... per questa volta, ma solo per questa volta! Può uscire prima.» Curiosa, severa, rigida, vecchia, impostata e quali altri aggettivi ho sentito attribuirgli a quella donna. Ma mai cattiva. È anche comprensiva, e decisamente una donna di grande classe e determinazione.
« Non abbiamo mangiato gli spaghetti perchè c'era la sua ex. Li ho gettati per terra, gli sono andata incontro e ci siamo baciati come nei film. Maledizione è stato così bello, che ho iniziato a sentire caldo. Le nostre lingue si sono attorcigliate così amorevolmente che stasera spero realmente di approfondire di più, in qualcosa che abbiamo già fatto, ma che ero troppo ubriaca per ricordarlo.» espongo tutto su un fiato.
Lei e il cuoco, con l'aiuto del cuoco e altri due apprendisti, si zittiscono. Mi guardando e con varie espressioni commentano silenziosamente la mia storia.
« Adesso ho il permesso di terminare prima?» gli accenno un sorriso malizioso.
« Si.» esclama Adriana uscendo dalla cucina senza emettere più nessuna vocale.
Avviso Keyline, che entusiasta, mi inoltra la posizione di casa sua. Prenoto un taxi, e torno a lavoro.
Tutto fila secondo i piani: la Tolman mi permette di uscire anche prima del previsto, e questo mi permette di tornare a casa, farmi una doccia con il tassista in attesa a bordo strada e ripartire a una velocità tale, che l'autista sorpreso guarda l'ora, complimentandosi.
Mi sento anche abbastanza tranquilla quando mi trovo davanti la porta d'ingresso, ma il cuore fa un sussulto non appena questa si apre, con Key sorridente che mi guarda:
« Buonasera!» sorridente, bella, mi invita ad entrare con quel suo sorriso dolce.
« Buonasera!» le rispondo felice, di essere finalmente dove volevo essere.

Teach me to stay 🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora