Non toccare

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Carlisle che certo si aspettava un arrivo così rapido aveva già allestito tutto, non fece domande per un po' pur notando la ferita ma mi aiutò a posizionarla sul lettino e a levarle i vestiti mettendole un camice alla buona,
"Continua a premere sulla ferita Edward" Bella trafelata assisteva alla scena,
"Come? Cosa?" la tensione divorava anche me, Alice era semi-lucida, le stringevo la mano e non smettevo di guardare i due zaffiri blu,
"Dovrò fare un cesario, non c'è tempo....Jasper falla restare sveglia, meglio che non perda conoscenza....Bella ci sono 3 sacche di 0- nella cella frigo!" dava ordini e afferrò il bisturi ed altri strumenti, feci un respiro, il panico cominciava a emergere con prepotenza,
"Alice hey, va tutto bene, resta con me, parlami okay" annui cercando di reagire,
"Non è....come te lo....aspettavi" riuscii a dire,
"E' sempre imprevedibile per noi eh?" cercai di distrarla e le baciai le labbra esangui, il forte odore del suo sangue mi turava le narici, era un profumo delizioso a stento riuscivo a restare concentrato,
"Non sento dolore...è...stra...no" voltò il capo per guardare cosa le succedeva intorno,
"E' la morfina tesoro, presto sarà tutto finito e vedrai nostro figlio...mi sorrise..." continuai a parlare per 10 minuti, era sempre più debole, poi emise un lamento soffocato, mi allarmai,
"Jasper" Carlisle mi chiamò ad agio, spostai dopo tutto quel tempo l'attenzione da Alice, aveva tra le braccia un paffuto bambino dai capelli neri e radi, le manine torcevano il lenzuolo e piangeva confuso, senza accorgermene gravitai verso di lui, Carlisle me lo pose sorridendo ma concentrato, indietreggiai per osservarlo meglio, dischiuse appena gli occhi di un azzurro tenue e bellissimo, era lo specchio di Alice, mi avvinai a lei, Bella ansiosa le teneva l'altra mano,
"O dio che amore!" baciò Alice sulla guancia, leggermente più lucida Alice mi cercò e allungò una mano, mi posi alla sua altezza facendole vedere il bambino,
"E'...bellissimo" sussurrò commossa, una lacrima argentea le solcò il viso, lo prese tra le braccia e gli occhi le sfavillarono,
"Ciao meraviglia..." lo cullava dolcemente, guardava me poi il piccolo, poi di nuovo me emanando una gioia indescrivibile,
"Jasper prendi il bambino" la voce tesa di Carlisle ruppe quel clima idillico, in allarme feci quanto mi diceva, Alice cominciò a perdere lucidità, Bella ed Esme lo portarono via, concentrai di nuovo la mia attenzione su Alice, intontita le seguiva con lo sguardo,
"Che succede?" chiese Edward,
"Non riesco a fermare l'emorragia, perde troppo sangue!"
"Aid..." ad occhi chiusi mugolava qualcosa...
"Aid.....en" non capivamo,
"Alice no! Carlisle fa qualcosa" non si era arreso ma non riusciva a trovare il modo, era svenuta. No non poteva finire così.





POV Alice
Distrutta cominciai di nuovo a percepire il mio corpo, percepii un sottile lenzuolo ricoprirmi sino al collo e una superficie più ampia del lettino da ospedale, tastai con la mano il materasso, aprii gli occhi di scatto, dov'ero? All'istante Jasper apparve nella stanza, si ero in camera nostra. Allungai la mano verso il basso, il ventre quasi piatto,
"Cosa, cos'è successo, dov'è il bambino?" mi sollevai dal letto nonostante la debolezza e i capogiri,
"Non alzarti, va tutto bene, hai perso molto sangue, sei svenuta, è passato 1 giorno, il bambino sta bene, Aiden sta bene" mi illuminai,
"Aiden?"
"Ripetevi questo prima di svenire, deve pur significare qualcosa" mi sorrise sedendomi accanto e massaggiandomi la schiena, poi mi abbracciò,
"E' andata... bene" disse sospirando ma nervoso,
"Dov'è? Voglio vederlo" dissi
"Resta qui" mi passò una mano sulla guancia e chiamò Carlisle, incrociando lo sguardo di quella piccola creaturina mi sentii subito meglio,
"Come stai Alice?" mi chiese Carlisle porgendomelo tra le braccia, gli risposi che tutto sommato stavo recuperando le forze, non riuscivo a smettere di guardare quegli occhioni blu, e poi così all'improvviso mi sovvenne quell'angelo nero, mi aveva colpita, strinsi il piccolo,
"Non sappiamo chi sia" disse Edward arrivato con Carlisle, Bella si agguacciò da dietro per sorridermi,
"Lo scoprirò" dissi furente, Jasper mi passò una mano sulla spalla,
"Jasper mi dispiace ma è la copia spiccicata di Alice" disse Bella sedendosi dall'altra parte del letto,
"E' bellissimo infatti" staccai lo sguardo da Aiden per guardare Jasper, un' aurea di pace aleggiava sul suo volto, Carisle tossicchiò ,
"E' da ieri che cerchiamo di capire come nutrirlo" disse serio,
" Non accetta sangue" aggiunse mio fratello, lo sapevo cosa desiderasse, all'istante in cui lo pensai fu naturale, il seno mi doleva, sorrisi abbassando lo sguardo,
"Ohh...certo...credo dovremmo uscire" fece cenno a Carlisle,
"Questo è interessante" disse Carlisle uscendo, Bella non sapeva se seguirli ma poi vinta dalla curiosità cominciò a fissarmi interrogativa come Jasper, non dissi nulla ma sbottonai la camicia che avevo addosso, il neonato si aggrappò con forza, era una sensazione stranissima ma piacevole,
"Come gli umani" sussurrò Bella estasiata, Jasper contemplava la scena carezzando i radi capelli neri del bambino,
"Credo sia sazio" assonnato il bambino chiuse i pugni e sembrò sorridermi, aveva uno sguardo così intelligente, vidi che c'era una culla in fondo alla stanza, di legno di ciliegio, perfetta, sorrisi a Jasper e lo adagiai lì, Bella silenziosamente scese al piano di sotto,
"Sembra così fragile, non vorrei allontanarmi mai" Jasper mi cinse da dietro baciandomi sul collo,
"Lo so...ma è al sicuro con noi" mi voltai, provava qualcosa di enigmatico, lo baciai dolcemente.




POV Alice
"Dov' è Aiden?" Jasper era appena entrato dalla finestra dopo una serata di caccia, ci alternavamo per non lasciare solo il bambino nonostante ci fosse sempre qualcuno in casa. Nessuno parlava dell' essere che mi aveva piantato un coltello nel ventre, Carlisle insisteva sul fatto che non fosse stato mandato dagli anziani.
"Ho chiesto a Bella ed Edward di portarlo a casa di Charlie per un po'" sembrava allarmato, gli andai vicino ponendogli una mano sulla guancia,
"Non possiamo nasconderci per sempre" gli dissi, annuì, era lui a celarmi qualcosa, lo avvertivo, ma cosa? E poi non volevo rovinare il momento e quello che sarebbe successo, sorrisi scostandomi leggermente, sfilai il vestito azzurro, Jasper sgranò gli occhi, avevo un completo di pizzo nero, mi afferrò in un secondo cominciando a baciarmi,
"Direi che era l'effetto in cui avevo sperato" ridacchiò continuando a cingermi i fianchi, incollato a me,
"Mi sei mancata" fremetti di piacere e gli stracciai letteralmente la t-shirt, era passato quasi un anno da quando non stavamo insieme, lo spinsi sul letto e si sfilò i pantaloni, lo stesso desiderio che avevo avvertito nella grotta contribuì a farmi perdere ogni freno, non controllavo più nulla, nuda sopra di lui cominciai con un ritmo alquanto accelerato, le mani intrecciate nelle sue, gli occhi fissi sul suo volto, avvertiva tutto ciò che provavo e questo amplificava il suo piacere, dopo appena qualche minuto mi trovai appiccicata alla parete, fortunatamente non c'era nessuno in casa, mi reggeva dalle natiche al colmo dell'eccitazione, non avevo mai fatto sesso in quel modo ne provato così tanto piacere, con un certo sforzo Jasper si fermò per qualche secondo, ansimavo quasi,
"Vuoi che..." lo fermai stringendo ancora di più le gambe intorno alle sue anche,
"Non fermarti" provavo una sensazione così intensa che sembrava quasi dolorosa, aveva il timore che la ferita non fosse guarita che fosse presto. Riprese baciandomi il collo e affondando la testa tra i miei seni. Continuammo per tutta la notte, mai stanchi, mai sazi. Poi albeggiò.
Avvolta nelle lenzuola bianchissime ero appoggiata contro di lui, di spalle, credeva dormissi e mi accarezzava i capelli impercettibilmente. Mi stiracchiai e avvertii un certo movimento, nonostante fossero passati solo 10 minuti.Ridacchiai, mi scostò venendo sopra di me,
"Alice Cullen ti prendi gioco di me?",mi soffiò sul viso per scostare i ciuffi di capelli ribelli, gli sorrisi innocente,
" Vorrei tenerti in questo letto per sempre" cominciò a baciarmi dolcemente sulla fronte, anch'io lo desideravo, quando eravamo insieme, quando ci perdevamo l'uno nell'altra tutto sembrava lontano e invisibile. Ogni problema ogni preoccupazione. Si sollevò e feci altrettanto, ci ponemmo l'uno di fronte all'altra abbracciati.
"Ti amo" dissi contemplando quei riccioli dorati e la cicatrice che correva lungo il sopracciglio,
"Non so come..." si fece serio e abbassò lo sguardo, preoccupata gli sollevai il viso,
"Quello che provo per te, si amplifica ogni giorno di più, non so come sia possibile...Alice io non riesco a stare senza di te, non riesco a esistere senza di te" lo abbracciai con quanta forza avevo, in quelle parole c'era la soffocante paura che qualcosa ci dividesse,
"Non resterai mai senza di me" gli sussurrai, mi baciò di nuovo intensamente e avremmo continuato davvero all'infinito se solo il rumore dell'auto di Bella non ci avesse distratto,
"Aiden" sussurrammo all'unisono sorridendo,
"Dobbiamo andare" disse baciandomi un' ultima volta e alzandosi facendo scivolare via il lenzuolo, lo osservai gettando il lenzuolo a mia volta,
"Aliceee" disse canzonandomi,
"Non ho detto nulla" non servivano parole,
"Lo stai pensando" rise cercando di individuare i box in mezzo alla stanza semi distrutta, mi alzai, li aveva trovati e si era seduto sul letto, mi sedetti su di lui passandogli le dita sulla schiena prima che potesse fare altro,
"Penso solo che..." e ammiccai verso il basso,
"...ma forse è abbastanza..." gli mordicchiai l'orecchio e scattai divertita verso la cabina-armadio, il tempo di dirlo e fu subito con me, mi sollevò appoggiandomi bruscamente sul divanetto viola, un brivido mi corse sino alla nuca,
"Con te non è mai abbastanza" .




POV Alice
Aiden cresceva ad un ritmo eguale rispetto agli umani , la cosa non ci turbava a seguito dell'esperienza di Reenesme, era unico e nonostante non riuscissi a prevedere il suo futuro ero speranzosa che come lei avrebbe raggiunto la maturità e vissuto con noi per sempre. Erano passati 9 mesi dalla sua nascita, già aveva cominciato a sillabare le prime parole ed era di una intelligenza strabiliante. La somiglianza che aveva con me era impossibile da non notarsi, Jasper diceva che inarcava le sopracciglia come me quando ero corrucciata, tutti lo amavano, Billy era estasiato e Jacob aveva cominciato ad accennare la verità al resto del branco. Non ci eravamo spostati da Forks, non potevamo rischiare. Quella sera io e Jasper eravamo stati a Jacksonville con Edward e Bella, un'uscita da umani a 4, cinema e negozi, Carlisle aveva detto che ci servivano distrazioni dopo quanto accaduto e poi avremmo rivisto Aiden in poche ore.
"C'è uno strano odore nell'aria non trovate?" disse Bella mentre eravamo a pochi chilometri da casa, camminavamo quasi, era una notte limpida e fresca, Jasper scosse la testa, ma anche io avvertivo qualcosa,
"Reenesme sarebbe potuta venire" disse Edward lamentoso,
"Tesoro gli adolescenti... non resterà tua per sempre" lo canzonò,
"Fino a prova contraria io ho 17 anni e tu 19" Bella gli tiro un pugno giocoso,
"Alice tu che ne pensi?" mi resi conto della domanda dopo qualche secondo, mi balenavano strane visioni in testa, luci bagliori, stralci di ali, nulla di buono. Edward mi fissò preoccupato, Jasper abbracciato a me mi scosse leggermente,
"Alice?" sfarfallai gli occhi,
"Si, sono d'accordo...con...Bella" aspirai a fondo lo strano odore,
"Merda..." in pochi attimi spalancai le ali e mi fiondai in cielo urlando agli altri,
"Aiden, sono loro! Correte!" cercai di essere il più veloce possibile, ma era troppo tardi, un bagliore biancastro sulla trapunta blu del cielo, volai verso la luce, scorgevo il braccino di mio figlio allungarsi verso il basso e i gemiti, troppo tardi, l'onda d'urto si propagò quando tentai di entrare nel varco e mi scaraventò contro gli alberi, Jasper era saettato dentro con gli altri, furiosa mi levai sbattendo con vigore le ali e tornai indietro. La casa era quasi a pezzi, scioccata ritrassi le ali ed entrai, Esmee era a terra, svenuta, Carlisle la stava prendendo tra le braccia, Emmet e Rosalie sconvolti, non potevano averlo preso, dovevano lasciarci in pace, una volta nato, loro...
"Che diavolo è successo?" Jasper confuso andò in cerca di Aiden, non muovevo un muscolo, ero paralizzata,
"Dov'è Aiden??" Edward e Carlisle tenevano gli occhi bassi, Bella lo strattonò,
"Lo hanno preso" disse Carlisle in un sussurro, Jasper si passò una mano tra i capelli nervoso,
"Abbiamo cercato di..." Si interruppe, Esmee cominciava a riprendersi,
"Alice..." Bella mi prese una mano... il tempo sembrava essersi congelato e vedevo tutto al rallenty, scossi la testa,
"Che succede...perché l'hanno preso? Non dovevano, non dovevano.... Ormai è nato, non hanno potuto evitarlo, non possono, fargli..." Mi ritrovai Jasper avvinghiata a me, le mie emozioni mi stavano sopraffacendo un'ondata dopo la paralisi, tremavo e vidi il riflesso blu dei miei occhi in un coccio di vetro a terra.
"Troveremo una soluzione" disse Edward, lo fulminai,
"Perché?" non riuscivo a capire,
"Non..." Jasper mi lasciò e fece per andare fuori, poi si bloccò, tra tutti ci fu uno scambio di sguardi collettivo, loro sapevano.
"Cosa...cosa sapete?" tentai di ricompormi,
"Siedi Alice" disse Edward,
"No, parlate!" una furia incontrollabile stava traboccando,
"Okay... calma... quando Aiden è venuto al mondo, ricordi di aver perso conoscenza? Perdevi troppo sangue, non riuscivo a fermare l'emorragia, ti avremmo perduta. Aiden stava bene ma tu... Poi, poi sono arrivati gli anziani, sono apparsi dal nulla come ora, Jasper li ha supplicati di fare qualcosa , di salvarti, erano venuti per il bambino ma quando ti hanno vista hanno scelto di salvarti e hanno detto che Aiden avrebbe avuto bisogno di loro, che era in pericolo e che sarebbero tornati per proteggerlo...nessuno di noi sapeva quando...o che intendevano portarlo via..." Ascoltai le parole di Carlisle,ero sconvolta,
"Loro volevano ucciderci, come potete solo pensare che..." Cominciai a muovermi freneticamente per la stanza, Jasper mi osservava inerte,
"Alice io non credo che siano loro il nemico, altrimenti perché salvarti!" Edward mi afferrò per un braccio, lo spintonai e non controllando la potenza lo sbattei contro il muro,
"Perché non mi avete detto nulla?" occhi bassi,
"Jasper!" scattai verso di lui, non riusciva a proferir parola, non mi guardava, era a pezzi,
"Tu lo sapevi, sapevi che l'avrebbero portato via da me!!!" cominciai a colpirlo con pugni sul petto, non tentava di evitarli di bloccarmi, Edward mi afferrò di nuovo da dietro, mi liberai e andai fino alla vetrata del balcone,
"Alice abbiamo sbagliato ma" mi voltai di scatto allungando la mano quasi per bloccare le sue parole con quel gesto, all'istante un vaso ancora integro sulla mensola ridotta a metà volò schiantandosi sulla parete opposta, tutti fissarono lo sguardo su di me,
"Aspetta Alice!" gridò Edward alla mia scia, ma ormai mi ero già volatilizzata. Avvertivo qualcosa amplificarsi dentro di me, la rabbia ma non solo, quel potere non era al pieno della sua essenza, potevo fare molto di più, l'avrei trovato.
Per giorni volai intorno all'area in cui erano spariti gli anziani portando via Aiden. Cercavo un modo per entrare, cercavo di aprire un varco, lei me lo aveva mostrato, ma non l'avevo mai fatto. Ritentai più e più volte finché non ebbi più le forze. Lenta planai al suolo. Jasper mi osservava da giorni dal tetto della casa, non osava avvicinarmisi, nessuno di loro, percepiva ancora bene il mio risentimento e che non era il momento di parlarmi. A terra ritrassi le ali e mi inginocchiai stracciando i fili d'erba secchi,
"Non farlo Alice!" mi voltai di scatto, Jasper mi tendeva le mani spaventato, guardava un punto indistinto dietro di me, indietreggiò, mi girai dall'altra parte.
"Di cosa parli?" si gettò a terra, in un attimo il bosco scomparve e ci trovammo in una stanza con un parquet rossastro e tende nere, sgranai gli occhi quando mi vidi davanti un'altra me accovacciata su Jasper,
"Questa non sei tu, Alice ti prego" lei gli portò le mani alla gola, un bagliore blu si sprigionò dalla pelle,
"Che fai? Ferma!" non mi sentivano, no non era reale, una visione, non mi rendevo conto, chiusi gli occhi con forza,
"Non è reale..." ripetei un paio di volte e mi ritrovai di nuovo sul prato,
"Non è ancora reale" scattai all'indietro, un angelo dalla folta barba rossiccia si era volatilizzato dal nulla, le ali imperiose, enormi e bianche, una tonaca candida e dorata.
"Chi sei? Che- che significa?" indietreggiai di qualche passo,
"Le tue visioni sono... sempre più intense" scrollai il capo,
"No no no... quello non è il futuro, io non farei mai del male a Jasper, voi, è vostra la colpa" ero agitata e desiderosa di attaccarlo ma un istinto mi frenava,
"Nostra?"
"Voi , dov'è Aiden? volete separarci, indebolirci, perché? Volete uccidermi, che aspettate fatelo!" ringhiai, l'angelo alzò una mano e un'onda di energia invisibile si propagò per l'intera foresta, mi sentii più spossata di quanto non lo fossi già,
"Calmati..." disse con tono gentile ma autorevole,
"Noi non possiamo controllare i tuoi poteri, né tantomeno te..." respirai,
"L'abbiamo spiegato alla tua famiglia, ci sono forze che cercano da secoli di ostacolarci, Aiden non è al sicuro, Alice, tu non puoi proteggerlo da loro né da te stessa" impallidii, ero confusa,
"Cosa stai... voi volevate ucciderlo, l'angelo che mi ha..." mi interruppe,
"Non l'abbiamo mandato noi, non abbiamo mai avuto intenzione di ucciderti, noi volevamo studiarti, capire cosa fossi e cosa stessi, stai...diventando, il piccolo Aiden è unico come te, vogliamo tenerlo a sicuro da loro, il demone era un sicario" mi sfiorò un braccio, subito fui investita da una sensazione di tranquillità,
"Chi sono loro?"
"Demoni, i nephilim sono sempre stati in pericolo, i vampiri non patteggiano per nessuno molti non sanno neppure che esistiamo, ma tu...tu sei un'anomalia e loro vogliono te per poi arrivare ad Aiden probabilmente" restai di sasso, altri nemici, altri angeli,
"Non lo sono più" a quanto pare riusciva a leggermi nel pensiero,
"Io devo proteggere mio figlio, perché dovrebbe essere al sicuro con voi? Perché dovrei credere a quello che hai detto?" sospirò,
"Devi avere fede" mi prese una mano,
"Hai detto che devi proteggerlo anche da...da me" mi sentii un nodo in gola, batté flebilmente le ali e fummo sbalzati via, a poco a poco i miei occhi si abituarono alla luminosità intensa di quel luogo, se così potrei definirlo,
"Aiden!" vedevo mio figlio su una sorta di piumone argentato disteso a terra in una dimensione bianca , nebulosa, inconsistente, non riuscivo a muovermi, mi teneva ancora una mano,
"Questo è il suo limbo...nessuno può vederci o trovarci qui" mi sovvennero le parole di mia madre, deglutii
"poi lo porterò tra gli altri angeli quando avrò la certezza che tu non cercherai di fare nulla di insensato " aggiunse,
" Mi dispiace che tu debba fare questo ma se non vuoi credermi devo dimostrartelo... ti lascerò la mano ma tu avvicinati con cautela" appena fui libera camminai lentamente verso di lui, appena mi riconobbe cominciò a chiamarmi sorridendo, raggelai, il solo pensiero di fargli del male, mi fermai un secondo, era suggestione, l'angelo cercava di ingannarmi, eppure in fondo sentivo che qualcosa non andava, mi accovacciai davanti a lui, tendeva le braccine, vidi i miei occhi fiammeggiare nel blu dei suoi,
"Sono qui" dissi con voce soffocata, tremante avvicinai le dita al suo fianco, appena lo sfiorai un bagliore blu si propagò e fummo scaraventati in direzioni opposte quasi fossimo due fili elettrici entrati in corto, terrorizzata non toccai neppure terra che mi fiondai da lui ma l'angelo lo aveva afferrato prima che potesse farsi male, mi bloccai,
"Cosa...Perché?" scosse la testa,
"Il pugnale era avvelenato...magia nera, molto potente... non sappiamo come annullare questo maleficio, se provi a toccarlo o fare altro, lo ferirai o peggio ucciderai..." una voragine mi si aprii al centro del petto, l'angelo adagiò Aiden sulla coperta e tornò da me,
"Non perdere la speranza... vogliamo aiutarti, proteggervi...capisci? Non so perché prima d'ora tu abbia sempre potuto toccarlo, abbracciarlo, forse il maleficio sta cominciando a fare effetto perché i tuoi poteri si stanno amplificando, potresti diventare anche più potente di loro...devi dargli la caccia, trovare il demone, noi non possiamo interferire sulla terra, capisci?" annui incerta, essendo totalmente sconvolta, la visione, io potevo far del male a quelli che amavo,
"Ora va, e ricorda" mi lasciò
"Chi sei..." persi conoscenza per qualche secondo e mi ritrovai stesa sul prato, dei passi si avvicinavano velocemente, non volevo aprire gli occhi, sentii il tocco di Jasper sulla mia guancia, spaventata aprii gli occhi e lo respinsi via, ansimavo,
"Tutto ok, hey, sono io" Edward dietro di lui fissava il cielo, stava per scoppiare un temporale,
" Edward, puoi lasciarci 2 minuti da soli" dissi monocorde, lui obbedii, mi sollevai, non sapevo da dove iniziare, gli raccontai tutto confusamente e di getto, ero agitata e afflitta,
"Non capisco, cosa c'è che non va in me..." mi portai entrambe le mani al volto, Jasper mi strinse a sé, avevo abbassato la guardia, tentai di divincolarmi,
"No Jasper no..." mi strinse ancora più forte,
"Smettila, non mi farai del male... non c'è nulla che non vada in te, sono gli altri ad essere folli e orribili per farti questo" smisi di fare resistenza e mi abbandonai al suo abbraccio,
"Non posso toccare e abbracciare nostro figlio, non so come fare, come trovarli" avevo la voce rotta e rauca, mi sollevò il viso,
"Troveremo un modo, come abbiamo sempre fatto, Alice lo so che ora ti sembra impossibile ma un giorno non ci sarà più nessuno a farci del male e ti..." si fermò lasciandomi,
"Non è la vita che avresti voluto, non ti sto rendendo felice" disse sofferente,
"No" loro volevano dividerci, non potevo permetterlo,
"Non è colpa tua, o mia... io sono felice con te, non potrei mai desiderare una vita senza te...ed Aiden, tutto quello che ci è capitato, non cambia quello che provo per te...anzi...l 'hai detto tu ricordi, questo...è sempre più forte" gli presi una mano,
"E' solo tremendamente difficile" mi tenne il viso tra le mani, ci guardammo negli occhi,
"E anche la sola idea di ferire Aiden, gli altri, te...di non poterti più toccare e..." mi baciò avvolgendomi stretta,
"Non succederà, non lo permetterò"


POV Jasper
"Non ne ho proprio idea" disse Alice Rivolta a Carlisle, stavamo studiando un piano per rintracciare i demoni, e il punto era che non c'era un punto da dove iniziare.
"Non possono fare proprio nulla per aiutarci, dirci come?" provò Bella, Alice scosse il capo,
"Ha detto che il pugnale aveva qualcosa di... avvelenato, Carlisle puoi tentare di capire cosa?" chiesi io,
"Tentare si, ma se è magia o qualcos'altro non so quanto possa capirci" Alice mi strinse la mano, eravamo tutti nel salone della casa, una situazione del tutto nuova ma il deja vu era affrontarla tutti. Carlisle dichiarò che nonostante bisognasse fare qualcosa era tutto in stallo, forse avremmo dovuto aspettare che Alice avesse una visione o che uno di quegli esseri si manifestasse, in fondo era lei che volevano, e AIden? Ognuno uscì teso dalla stanza e cominciò a rimuginare su quanto accaduto, Carlisle fece cenno ad Alice di seguirlo.
"Posso prelevare il tuo sangue e vedere cosa ci sia di anomalo, ma tu stessa sei un'anomalia" disse sorridendo Carlisle mentre Alice sedeva sulla poltroncina del suo studio davanti alla scrivania e lui preparava la siringa, io restavo dietro di lei appoggiandole le mani sulla spalla, Alice sospirò ridacchiando nervosa, la guardammo interrogativi,
"E' proprio quello che mi ha detto lui, che sono un'anomalia" Carlisle le prelevò il sangue rosso scuro e volle controllare la ferita, erano passati mesi ed era rimasto un piccolo segmento nero,
"Beh è quasi guarita, e non ci sono infezioni" disse certo. Ci congedò pensieroso, non avevo la minima voglia di restare inerte, neanche Alice pensò fosse la mossa giusta restarsene ad aspettare quindi decidemmo di andare alla baita nella riserva, dov'era apparso l'angelo.
"Forse avrò una visione o troveremo qualche indizio" disse lei, sfrecciavamo l'uno di fianco all'altro tra gli abeti, era buio ormai, i lupi allarmanti sciamavano intorno a noi, Jacob ci venne incontro in forma umana,
"Che succede ragazzi?" Alice mi guardò poi prese dolcemente Jacob per il braccio,
"Hanno preso AIden ,Jacob dobbiamo parlare con Billy" un lampo azzurro le balenò negli occhi neri, la faccia di Jacob si tramutò in pietra e annuì. Aspettammo Billy alla baita, ci avrebbe messo un po' prima di raggiungerci, Alice cauta si avvicinò al divano, io la tenevo tra le braccia e quel cane era spuntato dal nulla e poi sangue e sangue.
"Jazz" mi sussurrò dolcemente, mi ero bloccato sull'uscio ,
"E' strano...pensare a quello che è successo..." disse massaggiando il bracciolo del divano,
"E' stato così fulmineo, ricordo solo un bagliore nerastro, due ali da corvo e poi..."
"Lo so"
"Non ricordo neanche il viso di quel bastardo"sospirò,
"Io l ho visto bene, l'ho guardato negli occhi, aveva una piccola cicatrice sul labbro, capelli neri come la pece, un ciuffo davanti all'occhio sinistro, le mani tremavano, gli occhi scuri, c'era molto odio ma appena gli ho toccato il polso e l'ho staccato da me è successo qualcosa...come se ..."
"Non sapesse cosa fare" Billy le finì la frase, era apparso nel corridoio con Jacob a spingere la sedia a rotelle,
"Si" Alice si staccò da me e gli andò incontro,
"Tu sai qualcosa su di loro?" amareggiato Billy fece cenno di no,
"Per fortuna i miei antenati hanno avuto a che fare solo con angeli buoni" sorrise ad Alice, lei continuò a vagare per la casa, tutti eravamo in attesa,
"Nulla...le mie visioni amplificate non sono poi così..." si aggrappò al marmo del piano da lavoro della cucina, Jacob si fece avanti confuso, gli occhi le si illuminarono d'azzurro, la mano quasi tremava, le pupille estremamente dilatate,
"Vedo, cunicoli....forse sotterranei...una metro...la metro di Jacksonville, c'è un passaggio, li vedo!" alzò il tono della voce,
"Sono 5...o forse 6, c'è anche lui... la ragazza ci serve viva" imitò con voce monocorde,
"Funzionerà...deve" gemette e si portò una mano alla tempia,
"Hey" mi avvicinai preoccupato,
"Sono degli stralci ora...è come se qualcosa mi....impedisse" sembrò tornare al presente, guardò un punto indistinto della stanza, spalancò le ali senza alcun motivo e dalle mani sprigionò un'onda d'energia, finimmo tutti sballottati sul pavimento la credenza di vetro andò in frantumi, spaventata Alice raccolse le ali dietro di sé,
"Non non l'avete visto...era qui..." mi alzai velocemente e aiutai Jacob con Billy,
"Sto bene..." disse lui osservando la faccia preoccupata di Alice,
"Scusate ma...non"
"Non c'era nessuno" disse Jacob nervoso, Alice si passò una mano tra i capelli e saettò sulla veranda,
"Incredibile, hai visto che potenza" disse Billy scioccato,
"Alice?" ritrasse le ali appena avvertii il tocco della mia mano sulle piume,
"Abbiamo scoperto dove potrebbero essere...è una buona notizia" dissi,
"Si...è... li troveremo" stringeva con le dita il passamano,
"C'è qualcos'altro?" sembrava nascondere qualcosa, aveva visto altro,
"Non riesco a distinguere cos'è reale o meno, hai visto" si appoggiò di spalle alla ringhiera, mi guardava preoccupata,
"E' il tuo potere"
"Jasper, se facessi qualche follia" lo disse sottovoce, non voleva che Billy e Jacob ci sentissero,
"E' già successo" aggiunse, non ebbi il tempo di chiedere cosa,
"Se cominciassi a comportarmi in modo.se non riuscissi a controllarmi e diventassi pericolosa, prometti che mi fermerai" stavo per replicare ma mi afferrò decisa per le spalle,
"Promettilo Jasper!"
"Te lo prometto" mi abbracciò, avvertivo un po' di sollievo e paura, tentai di infonderle quanta più calma possibile,
"Ragazzi" poi Jacob ci chiamò,
"Carlisle è qui".



POV Alice
Carlisle ci aspettava all'ingresso, appena ci vide fece per allontanarsi ed avvicinarsi al lago, incerti io e Jasper ci accostammo a lui.
"No Carisle" Jasper tossicchiò, a volte dimenticavo che nessun'altro già sapeva cosa stesse accadendo o casa sarebbe accaduto, a volte mi sembrava che presente e futuro si confondessero, solo il passato non mi era così chiaro, avevo avuto qualche visione ed era stato certo terrificante ma utile, non sarei mai diventata quello che ero senza quei ricordi, ed erano solo stralci della mia vita da umana.
"Poco fa abbiamo ricevuto una missiva dai Volturi" spiegò Carlisle,
"Cosa vogliono ancora?" sbottò Jasper protendendosi protettivo verso di me,
"Carlisle..." sapevo cosa pensasse e cosa intendesse fare, ma non vedevo oltre lo scudo che Aro aveva,
"Tu cosa vedi se noi dovessimo" i miei occhi scattarono verso il basso, qualcosa riuscivo a scorgere, dei lettini...umani, la faccia sogghignante di Aro, no non mi convinceva,
"Ora non c'è più lei ad aiutarmi" dissi con un nodo alla gola,
"Cosa dice la lettera?" chiesi, sfilò la lettera dalla tasca posteriore e me la porse, era carta in filigrana, era stato spezzato il loro sigillo in cera rossa.
Famiglia Cullen, ci sconcerta molto quanto accaduto al nostro ultimo incontro, conosciamo adesso il vero pericolo, forze più grandi ci minacciano, un potere più forte potrebbe mettere fine alla nostra razza, non c'è differenza tra bene e male, noi siamo vampiri non siamo loro. E Loro sono la minaccia. Certo non è oramai oscuro l'ardente desiderio che tu ti unisca a noi Alice. Tuttavia vi proponiamo una tregua, collaborare per capire come combatterli. Accettate il nostro aiuto, noi chiediamo sommessamente il vostro, Alice cara tu sei la chiave, ma sei perduta, celata a te stessa, sappiamo come aiutarti, ignoriamo per quali circostanze sia stata prodotta una creatura così potente, incantevole e pura ma potremmo capirlo. Non chiediamo fiducia, tutti gli altri clan sono stati avvisati della Loro esistenza e della vostra possibile visita. A presto.

Aro

"Non mi fido" disse Jasper che aveva letto la lettera con me,
"Solo un pazzo si fiderebbe" disse Carlisle
"O una persona disperata" poi aggiunse,
"Ho visto dove si nascondono, non ci serve il loro aiuto, andremo a cercarli stanotte" sentenziai richiudendo bruscamente la lettera e lasciandola cadere a terra. Carlisle incerto la raccolse, mi ero già diretta in direzione della casa, Edward ed Emmett dovevano venire con noi,
"Come faremo a battere 5 o 6 angeli, forse ce ne saranno di più!" Emmett era preoccupato davvero, non sembrava più lui,
"Facciamo così paura?" tentai di smorzare la tensione, Edward mi si avvicinò,
"Alice io credo che tu abbia anche la capacità di spostare oggetti col pensiero, e se fossero come te avrei paura anche con un esercito" mi sfiorò un braccio,
"Ma per volere te o ucciderti o usarti, qualsiasi cosa vogliano è evidente che loro abbiano meno potere , il che ci conforta poco però" non capivo dove volesse arrivare,
"Se prendono te, Aiden è..." no, io sarei andata,
"Io devo venire, devo capire cosa sta succedendo" al chè nessun'altro tentò di fermarmi, Jasper ed Edward si scambiarono una rapida occhiata,
"Emmett?" si strofinò le mani,
"D'accordo, basta che prendiamo qualcuno a calci!" ecco quello era lo spirito,
"Vengo con voi!" Bella dall'esterno aveva capito quanto bastava alias la nostra sortita esterna da esplorazione, prima che arrivasse in soggiorno le andai incontro,
"No Bella, ci sono troppi rischi, Renesmee ha bisogno di te" fosse per me sarei andata da sola, tuttavia erano in troppi, una missione suicidio, mi serviva un po' d'aiuto,
"Anche Aiden ha bisogno della sua mamma" mi disse avvicinandosi all'orecchio, mi venne un tuffo al cuore,
"Noi lo riprenderemo, insieme" aggiunse. Spiegai agli altri il luogo che avevo individuato nelle mie visioni, era a Jacksonville, un tunnel della metro, doveva esserci un passaggio o qualcosa del genere, lì tenevano delle riunioni forse,
"Strisce rosse, lungo il muro" non era stata una visione molto dettagliata,
"Credo sia la linea A2" disse Edward,
"CI sono stato, non sarà difficile"
"Partiamo subito, 5 minuti alle macchine" Esmee e Carlisle assicurarono qualcosa a Bella ed Edward, Rosalie baciò fugacemente Emmett, dissi a Jasper di seguirmi un attimo di sopra.
"Tu...hai complottato con Edward" dissi sardonica spingendolo a sedere sulla sponda del letto, sorrise e abbassò lo sguardo,
"Ci ho provato" disse, mi sedetti a cavalcioni su di lui,
"Non mi serve protezione" dissi sfoderando i canini, lo dissi con troppo entusiasmo forse, Jasper mi fissò intensamente,
"Lo so...ma è più forte di me" lo baciai sulla fronte e scattai di sotto, era tempo di andare.


POV Jasper
Arrivammo in città in appena un'ora e mezza, a velocità umana ci dirigemmo nervosi alla metro, camminare e camuffarsi tra la folla era l'unico modo, nascondevamo il nostro odore, probabilmente li avremmo colti di sorpresa. Gli odori delle gallerie gremite di gente mi stordivano quasi, effetto che percepii anche in Bella nonostante il suo incredibile autocontrollo e in Emmett sin troppo teso. Edward ed Alice davanti a noi aprivano la schiera, Edward sussurrava delle risposte, lei taceva, chissà a cosa stesse pensando. Era oramai pieno autunno, il vento gelido creava correnti d'aria nel sottosuolo, profumo di corpi caldi ed ogni sorta di rifiuto. Una donna che scendeva dalle scale mobili arrivò come un treno non vedendo Alice, lei si scostò agilmente già protendendo la mano, le evitò una bella caduta,
"MI scusi" disse la donna, paffuta e biondiccia, sulla 50ina, confusa si guardò intorno, le buste ricolme che aveva tra le mani erano sull'asfalto, Bella le raccolse lentamente e gliele porse.
"Emmett" lo urtai con un pugno, ora stava iniziando a irritarmi, un fascio di nervi,
"Ti rendi conto che avresti staccato la testa a quella vecchietta" dissi ironizzando,
"Sta zitto, sono solo pronto ad ogni evenienza" questa cosa ci turbava tutti.
"Ecco l'A2" un cartello indicava di scendere al livello 3. Non c'era molta folla per fortuna, setacciamo ogni angolo, alla fine scendemmo sui binari appena fu possibile volatilizzarsi,
"Dovremmo esserci..." disse Alice, poi si bloccò, una linea blu sormontava quella rossa incrociando un altro tunnel,
"Che strano....era qui" Edward fece un balzò e cominciò a tastare l'ultimo muro dirimpetto ai binari,
"Nulla" Alice lo raggiunse,
"Aspetta....non sentite...l'odore" e in effetti una quasi impercettibile scia trasudava dalla parete, Alice poggiò la mano sul grigio cemento e chiuse gli occhi, attendemmo diversi minuti, poi staccò la mano,
"Non percepisco energia, credevo funzionasse" mi venne vicino e mi prese la mano mesta,
"Guardate" in pochi secondi la parete cedette sgretolandosi, ecco i cunicoli. VI entrammo più sicuri, era come nella visione di Alice, mi preparavo ad affrontare quei demoni, forse più forti ma non m'importava; zigzagando al buio arrivammo in una stanza priva di qualsiasi cosa furchè un tavolo di ferro e due sedie. Nessuna presenza. Ci guardammo interrogativi sul da farsi.
"Che strano" Bella fece per esaminare il tavolo, Alice guardinga si concentrò e chiuse gli occhi, sentivamo un odore bizzarro, non del tutto sgradevole, molto intenso, il soffitto era indistinguibile, come se quella stanza fosse un pozzo. Alice ebbe un sussulto. Due ombre scure si calarono spargendo polvere dal tetto, Alice istintivamente si protese verso di loro, la luminescenza blu delle sue ali illuminò la stanza grigia, uno dei demoni l'afferrò sbattendola al muro l'altro scese su di noi, eravamo tesi per scattare ma appena muovemmo un filo d'aria un tonfo metallico ci abbatté a terra.
"In trappola topolini" la voce del demone uscì acuta e fastidiosa, le grosse ali nerastre battevano sollevando polvere, Emmett si scagliò contro le sbarre di quella gabbia gigante,
"Argento?" Edward lo aiutò a rialzarsi, furioso lanciai un ringhio verso la sagoma in alto, non capivo cosa stesse facendo, teneva Alice inchiodata al muro, scorgevo solo un nembo di blu e nero,
"E'..."
"Non toccarle Bella" della polvere nerastra era cosparsa sull'argento, belladonna.
"Codardi! Fateci uscire!" gli urlai contro, quello davanti a noi si avvicinò, potei guardarlo in faccia, un ghigno irritante sulla faccia smunta e pallida, capelli lunghi grigiastri ricadevano sulle spalle, occhi rossi.
"In trappola topolini" ripetè, poi si voltò e si alzò in volo, in una falcata raggiunse l'altro,
"Merda!" non potevamo fare nulla, non potevamo aiutarla, ed era lì a pochi metri da me, Edward tentò di nuovo di forzare le sbarre, ascoltavamo impotenti i rumori della lotta, poi, silenzio per 1 millisecondo e un' onda blu si propagò per la stanza, proprio come alla baita, i due demoni furono scaraventati storditi in fondo alle pareti, un lampo blu ed Alice era davanti alla gabbia, gli occhi zaffiro incandescenti, la fronte perlacea corrugata, un sottile graffio sulla guancia, le ali luminose e tese, mi guardò negli occhi sollevata poi afferrò due sbarre tentando di fendere il metallo e allargarle, a contatto con la sua pelle si sentì un sibilo, come per noi la pelle bruciava, strinse i denti, la belladonna aveva effetto su di lei, sul vampiro,
"Forza Alice" io ed Edward provammo a darle una mano ma era impossibile per noi sfiorarle, dannazione, ma Alice ci era riuscita, dolorante ci fece cenno di uscire,
"Andiamo via, subito" ansimò Bella, Emmett si bloccò, quei due cominciavano a rialzarsi,
"Emmett!" Edward lo strattonò, Alice ci venne davanti ad ali spalancate,
"C'è di più in questo posto, non sono solo loro a poterci uccidere, andate ora" scattò verso quello con i capelli grigi, l'altro in piedi afferrò qualcosa ,
"Nooo" Alice non fece in tempo, una striscia appuntita e ondulata a mò di saetta ci raggiunse e affondò dritta nella gamba di Edward che ringhiò crollando a terra,
"Hatifas via, ci sta chiamando" Alice lo teneva per il collo sconvolta, lui le spari tra le mani come polvere, erano evaporati, guardai lei confuso, Bella era piegata in due su Edward, Alice ritrasse le ali e ci raggiunse. Sembrava una saetta di pietra o marmo, non riuscivamo a tirala via Edward gemeva,
"Ci provo" Alice riuscì con facilità ad estrarla, chissà di che materiale era fatta,
"Mi dispiace, non doveva andare così, appena ho visto cosa sarebbe successo sono apparsi" mentre parlava Emmett sollevò Edward e con Bella lo aiutarono a camminare, uscimmo ad uno ad uno dai cunicoli per quanto erano stretti, quando finalmente apparvero le rotaie tirai un sospiro di sollievo, tirai a me Alice e la strinsi forte,
"Dobbiamo sbrigarci!" disse Bella tonante mentre si affrettavano alla scala mobile,
"Jazz andiamo" Alice si staccò tirandomi per il braccio, la bloccai, avvertivo il suo profondo senso di colpa, le presi la mano e contrasse le labbra in un'espressione di dolore,
"Sei ferita" scrollò il capo,
"Edward è ferito, muoviamoci" aveva delle abrasioni sui polsi e sulla mano destra, come se un umano avesse poggiato la mano su un ferro incandescente,
"Non è stata colpa tua" dissi mentre raggiungevamo gli altri, non reagì, vidi che una lacrima sottile le sfuggì solcando la guancia. Eravamo in superficie.

NON SO PIU' CHI SONO (an Alice Cullen's story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora