Appena torniamo in Istituto vado a mettermi il camice e lui mi guarda. Però la porta che si apre interrompe quello sguardo. Ci giriamo tutti verso la porta e vediamo entrare una donna sulla cinquantina abbondante, ma bella. Ci avviciniamo e Claudio fa le presentazioni
C: "Buongiorno. Lei è la dottoressa Allevi al terzo anno di specializzazione, lei è la dottoressa Proietti al quarto anno di specializzazione, lui è il dottor Macrì al terzo anno di specializzazione e infine c'è un'altra dottoressa, la dottoressa Negri della Valle, che è in maternità ritornerà tra un mese al massimo. Lui è il professor Anceschi, lei è la professoressa Boschi e io sono il dottor/professor Conforti, e le dovrei parlare"
Lei guarda Claudio con uno sguardo che non mi piace per niente.
Ma: "Buongiorno dottor Conforti, io sono Andrea Manes, il nuovo capo di questo Istituto, volevo dirvi che il dottor Malcomess mi ha parlato di ognuno di voi, ma vorrei conoscervi lo stesso personalmente. Dottor Conforti lei non dovrebbe essere negli Stati Uniti?"
C: "Si, dovrei essere lì, ma ho rinunciato per questioni personali. Le volevo parlare proprio di questo."
Ma: "Va bene, si metta il camice e mi raggiunga nel mio studio."
Annuisce e se ne va. Tutti ritornano ai propri lavori ma io lo accompagno a mettere il camice e gli dico alquanto infastidita
A: "Non mi piace come ti guarda, proprio per niente, sembra voglia saltarti al collo."
Lui fa un ghigno e dice
C: "Che c'è Sacrofano, sei per caso gelosa di me?"
Sapendo benissimo la risposta. Io però dico comunque
A: "Io? Gelosa? Per niente...Ma un capo non dovrebbe guardare così un suo "sottoposto", tutto qui"
C: "Sisi certo. E poi scusa io non ti guardo così?"
A: "Non c'entra nulla. È una cosa completamente diversa."
Lui annuisce come per dire 'fai finta che ti credo' ma poi siamo arrivati allo studio del capo e deve andare.
C: "Appena finisco vengo subito da te, ok?"
Io annuisco e mi da un bacio sulla guancia. Io torno alla mia postazione e mi metto a lavorare, ma la mia testa vola a quando lei l'ha guardato come lo posso guardare solo io. Uff non la sopporto già, magnifico. Dopo una mezz'oretta torna Claudio e si avvicina a me.
C: "Indovina chi è tornato ad essere il tuo professore?"
A: "Non so, vediamo...Tu?"
Annuisce e siccome non c'è nessuno mi bacia sulla bocca. Appena ci stacchiamo dice
C: "Senti io devo risistemare il mio studio, poi sono libero, che dici se appena finisco andiamo in un posto che ti devo parlare?"
Annuisco curiosa. Quando sto per chiedere di più mi mette un dito sulla bocca e dice
C: "Eheh Sacrofano, non ti dico niente. Ma sappi che è una cosa bella, anzi bellissima."
Annuisco e per tutta l'ora successiva non riesco a lavorare, che penso a quello che mi deve dire. A un certo punto io sono sovvrapensiero e lui fa la sua entrata, ma non lo vedo, così mi appare alle spalle e io gli do un pugno sul petto e dico
A: "La smetti di apparirmi alle spalle?"
Lui sorride sghembo e dice
C: "Mhh vediamo...No."
Sbuffo e usciamo. Saliamo in macchina e gli chiedo
A: "Che ti ha detto la nuova Suprema?" mi guarda perché l'ho detto infastidita e risponde
C: "Mi ha detto che sono una risorsa molto grossa per l'Istituto e che potevo riprendere il mio posto e il mio studio con quel divano comodissimo, te lo ricordi?"
Mi chiede e la sua mano sale un po' più del solito quando si posa sulla mia gamba.
A"Claudio smettila. Dobbiamo parlare, ti ricordi? A proposito, che mi dovevi dire?"
C: "Te lo dico quando arriviamo, e poi lo so che dobbiamo parlare, te l'ho detto io, no? E poi secondo me va bene dov'è la mia mano, non credi?"
Io non rispondo, guardo fuori dal finestrino e continuo a pensare a quello che deve dirmi. Non mi accorgo che siamo arrivati e scendiamo. Andiamo sul lungomare e lui mette un telo che aveva portato sulla sabbia. Lui si avvicina un po' troppo e gli dico
A: "Nono, stai buono, dobbiamo parlare e non ci riusciamo se ti avvicini così, caro dottor Conforti."
Così dicendo gli metto le mani sul petto muscoloso e lo spingo lontano da me. Lui prende una scatolina di velluto rosso tutto sorridente. Inizia a parlare e io a piangere
C: "Due anni fa, esattamente il 30 agosto ci siamo incontrati per la prima volta e ho iniziato a fare lo scemo con te. Ho continuato quando sei arrivata in Istituto per chiedere l'internato. Poi tutti quei baci mancati che mi hanno fatto impazzire. Non era mai successo che una donna mi facesse perdere le staffe come te; però oltre quello mi tenevi testa, e nessuna ci era mai riuscita prima, e questo mi ha fatto impazzire ancora di più. Poi quando stavi cono Arthur io ero geloso di te ma non volevo ammetterlo, nemmeno con me stesso. Poi quel congresso è stata "la goccia che ha fatto traboccare il vaso" sono diventato pazzo, pazzo di te. Non riuscivo a capire perché ti comportavi così, perché mi respingevi, io credevo che quella notte fosse stata speciale anche per te, non l'avevo mai passata con nessuna una notte così. È stata la notte più bella della mia vita e non riuscivo a capire come non lo fosse stata anche per te. Poi quell'estate passata insieme...ho provato delle cose che non riuscivo a spiegare e che continuavo a negare. Poi non capivo perché tu mi volevi mettere al guinzaglio, perché volevi rinunciare a tutto per far sapere di noi agli altri, per cadere nella noia di una coppietta normale. Poi ho capito: con te non può esserci mai quella noia, perché sei sempre inaspettata. Quella mattina, quando ti ho chiamato ti volevo chiedere una cosa importante, che non avrei mai pensato di fare, ma che farò tra pochi minuti. Ho visto Arthur quando sono venuto a casa tua che apparecchiava un pranzetto per due e ho pensato che ti avrebbe chiesto di sposarti. Allora mi sono fatto da parte, perché pensavo che avessi scelto lui. Quando stavamo ballando ho voluto stringerti un'ultima volta tra le mie braccia perché sapevo che mi saresti mancata, troppo. Poi ho deciso di accettare quella cattedra perché Malcomess, da vero amico, mi aveva detto che non avrei vinto, e poi non potevo resistere vedendoti tra le braccia di un altro uomo che non fossi io, e così sono partito. Ma quando sei venuta in aeroporto e mi hai detto di non partire non ci ho pensato due volte e ho buttato i biglietti e ti ho detto una cosa che non pensavo avrei mai detto: "Ti amo.". allora ti voglio chiedere una cosa molto importante: Alice Allevi vuoi promettermi di amarmi per sempre, diventando mia moglie?"
E con questo prende le mie mani e mi fa alzare e si inginocchia. Io non ci penso nemmeno un secondo, e già con le lacrime agli occhi gli dico
A: "Si si si si si siiiiii"
Lo bacio dappertutto. Lui approfondisce il bacio, si stacca un secondo mettendomi l'anello al dito e mi prende in braccio facendomi girare.
Poi prendiamo tutte le nostre cose e andiamo in macchina diretti a casa sua. Appena arriviamo mi porta in camera a mò di sposa e mi posa delicatamente sul letto e facciamo l'amore, consapevoli che adesso niente e nessuno ci può separare.Ciao a tutti! Questo capitolo è un pò più lungo degli altri, per compensare l'attesa. Spero tanto che vi piaccia.
~lily
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AA & CC
FanfictionCiao a tutti! Io sono Alessia, ma mi firmerò ~Lily~. Sono una fan sfegatata dell'allieva, per questo ho deciso di scrivere come sarà secondo me l'allieva 3. So che tra pochi mesi ci sarà la versione ufficiale della rai, ma ho deciso comunque di scri...