CAPITOLO 36

134 15 15
                                    

Il terzo giorno dalle nozze, lasciarono la villetta di Daw all'alba. Al ranger un po' dispiacque andarsene, non aveva neanche avuto il tempo di chiedere al consorte di cosa trattassero i libri conservati in camera, anche se lui, ormai, non leggeva più da qualche decennio. Pensò che glielo avrebbe chiesto strada facendo.

*

Durante il viaggio il ranger gli chiese da dove venissero tutti i libri che si trovavano al piano superiore. Daw cominciò a spiegargli che li aveva raccolti durante i suoi viaggi, per lo più libri di folklore popolare tra le varie razze con cui era venuto in contatto, sulle città, perfino libri di cucina.
Tuttavia, mentre si inoltravano in una zona di fitta boscaglia, Lashrael gli fece cenno di tacere, aveva un'aria guardinga. Daw si guardò attorno, ma non notò nulla di strano, fino a quando qualcosa lo colpì con forza al petto, sbalzandolo indietro. Un dolore improvviso gli mozzò il respiro, gli ci volle qualche secondo prima di capire che la tozza asta di un quadrello sporgeva dal suo petto. «Lash...» gracchiò, il ranger aveva già estratto le sue armi ma si stava chinando su di lui con gli occhi sgranati e chiamava il suo nome.
Aprì la bocca per lanciare un incantesimo protettivo, anche se a corto di fiato, ma qualcosa lo colpì di nuovo, facendolo sussultare. La bocca si riempì di sangue.
In pochi istanti tutto divenne buio.

<Rakas> «Sei un idiota!» ruggì Rakas «Da morto non ci serve a niente!»
«Magari non è morto! Il veleno potrebbe aver fatto effetto.»
«Lo hai colpito alla gola, guarda il sangue che ha sputato, anche fosse ancora vivo lo perderemo prima di arrivare alla nave, vedi di non fallire con l'altro!»
«Non fallirò! Comunque chi mai lo vorrebbe un demone cornuto, molto meglio l'elfo!»

*

Quando Daw riuscì a riprendere conoscenza si rese conto che era pieno giorno, il sole lo feriva agli occhi. Tossì, il sapore del sangue gli fece venire un conato. Tutto il suo corpo era dolorante e faticava ancora a respirare, si rese conto di essere vivo solo grazie agli amuleti che aveva comprato a Purplesea. Si mise seduto con molta fatica.
Lashrael!
Si guardò attorno. Vicino a lui c'erano i cadaveri di sei umani, conferite da lama su tutti i corpi contorti e pozze di sangue ovunque, avevano già attirato animali, del ranger non c'era traccia.
Con estrema sofferenza riuscì a lanciarsi alcuni incantesimi curativi, togliendosi i quadrelli conficcati nel corpo, ricominciò a respirare quasi normalmente, ma era troppo agitato per preoccuparsi della propria salute e del dolore. Doveva trovare Lashrael.
Lo cercò a lungo, provò a seguire le tracce ma a un certo punto svanirono nel nulla. Allora tornò indietro e frugò tra i cadaveri, esasperato lanciò l'incantesimo su uno di loro chiedendogli chi erano e la risposta del morto lo raggelò.
Cacciatori di schiavi delle Isole Nere.
Imprecò mentre colpiva il cadavere con rabbia. Non poteva essere vero! Si erano spinti fin lì a caccia di schiavi? Di solito aggredivano piccoli villaggi inermi, forse erano alla ricerca di qualcosa di particolare e loro due dovevano essergli apparsi abbastanza esotici da decidere di rischiare lo scontro.
Sì rimise in piedi, tremante di rabbia e odio. Il fatto che non aveva trovato il corpo di Lashrael indicava che quanto meno fosse ancora vivo, guardò i sei cadaveri a terra, vivo e aveva venduto cara la pelle, al contrario di lui che si era fatto abbattere da due miseri quadrelli di balestra, probabilmente avvelenati.
Non importava come, se lo sarebbe ripreso, e i maledetti schiavisti avrebbero rimpianto di non aver controllato bene che lui fosse veramente morto. Avrebbero rimpianto ogni singolo secondo un cui avrebbero tenuto Lashrael lontano da lui, ogni più piccolo graffio che gli avrebbero fatto.

*

Riprese conoscenza in un luogo chiuso, poco luminoso. Odore di fumo e chissà quali altri fetori di origine animale. Sentiva il freddo penetrargli nelle ossa. Era riverso su un pavimento sconnesso, in pietra. Ciuffi di paglia sparsi qua e là. Aveva dolore un po' ovunque, la bocca impastata di sangue, un bavaglio a fermare l'articolazione della mandibola. Le braccia legate dietro la schiena, i piedi ai ceppi. Addosso aveva soltanto i pantaloni, nient'altro. Cercò di ricordare: avevano subito un'imboscata lungo la via per North Post, erano umani e hobgoblin, per quanto ricordava. Ne aveva uccisi cinque, forse sei, poi lo avevano sopraffatto, forse con la magia. E Daw...

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora