Si sente il mare

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Parcheggiò vicino alla spiaggia. Quando poche ore prima era salita in macchina con le lacrime agli occhi e il cuore straziato non conosceva la sua meta, sentiva soltanto l'impellente bisogno di fuggire da quella città grigia e piena di smog e da quella vita che, fino a quel momento, le aveva portato solo stress e dolore; alla fine, senza rendersene conto, era tornata nell'unico posto in cui si sentiva realmente libera. Aprì lo sportello e scese dalla macchina, poi si tolse le scarpe e affondò i piedi nella sabbia: come le era mancata quella sensazione! Cominciò a camminare verso il mare che sembrava la stesse chiamando.

Sulla riva lasciò che le onde che s'infrangevano sulla spiaggia le bagnassero i piedi e le caviglie; il mare era mosso e all'orizzonte si stavano addensando grossi nuvoloni neri carichi di pioggia. Si mise a passeggiare, rimanendo sempre con i piedi nell'acqua, abbandonandosi completamente al suono delle onde e a all'odore di salsedine, ciò di cui aveva maggiormente sentito la mancanza da quando si era trasferita in città; senza nemmeno accorgersene iniziò a canticchiare una vecchia canzone.

Un fulmine seguito da un tuono fece trasalire la ragazza che si riscosse improvvisamente rendendosi conto che il cielo era ormai divenuto plumbeo; affrettando il passo arrivò nei pressi di un lido, dal quale giungevano le note di una canzone spagnola. In quel momento grossi goccioloni di pioggia iniziarono a cadere dal cielo, scurendo la fine sabbia della spiaggia.

Quando le prime gocce d'acqua bagnarono la ragazza, ella sentì come se tutte le preoccupazioni che l'avevano condotta fin lì stessero svanendo, e, sentendosi leggera e spensierata come non lo era da anni, iniziò a ballare sulle note di quella canzone spagnola. Si fermò solo quando smise di piovere e i nuvoloni neri lasciarono il posto a uno splendente sole estivo: allora si sdraiò sulla sabbia, stanca e con il respiro affannato e, ripensando a ciò che aveva appena fatto, scoppiò a ridere.

Dopo un po' di tempo decise che era ora di tornare a casa. Si alzò, prese le scarpe, che aveva lasciato cadere a terra, e tornò indietro fino alla macchina. Prima di risalire sul veicolo, però, si girò ancora a guardare un'ultima volta il suo adorato mare; poi con un sorriso a illuminarle il volto salì, accese il motore e partì, pronta ad affrontare ciò che le riservava il futuro.

Ella però non sapeva che durante quella sua danza sotto la pioggia non era stata da sola; a essere precisi non lo era quasi mai stata: un ragazzo l'aveva seguita. L'aveva vista arrivare e scendere dall'auto, lei gli era passata accanto, ma non l'aveva notato; lui però si era subito sentito attratto da lei, come da una calamita, e senza rendersene conto le era andato dietro.

Quando aveva iniziato a piovere si era immediatamente preoccupato di togliersi la giacca per darla a lei, perché sentisse meno freddo; ma quando l'aveva vista cominciare a ballare si era bloccato, incapace di distogliere gli occhi da lei. Improvvisamente anche lui si sentiva più leggero e si ritrovò a sorridere dinanzi a tanta spensieratezza; infine, quando lei iniziò a ridere anche lui lo fece, senza preoccuparsi che lei lo potesse notare. In qualche modo sapeva che ciò non sarebbe accaduto: lei era in un mondo tutto suo dal quale niente avrebbe potuto distoglierla. Restarono così: lui incapace di toglierle gli occhi di dosso e lei completamente ignara della presenza di lui, finché non si alzò e ritornò sui propri passi.

Fu immediatamente tentato di seguirla, per scoprire chi fosse; ma poi cambiò idea e rimase a guardarla mentre si allontanava: i capelli baciati dal sole e l'abito bianco che le fluttuava intorno.

Poi si voltò, riprendendo la propria strada, consapevole che qualcosa dentro lui era cambiato e che quella giornata sarebbe rimasta per sempre scolpita nella sua memoria. Con un ultimo sguardo alle onde si chiese se il destino gli avrebbe mai concesso di rivedere la misteriosa ragazza che, senza neanche conoscerlo, gli aveva donato la pace che da tanto andava cercando.

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