Si sedette di fronte al cavalletto, prese la tela nuova e la pose su di esso. Rimase per qualche istante a contemplare la tela ancora intonsa, poi sbuffò e tirò indietro la testa guardando il soffitto: la scadenza si stava avvicinando e lei non aveva ancora un'idea. Rimase ancora un po' in quella posizione cercando l'ispirazione; poi, rassegnata, decise di ricorrere alla sua ultima risorsa: la musica. Sbloccò il telefono e fece partire la riproduzione casuale, lasciando che la sua migliore amica la portasse via con sé, fuori dalla realtà.
Le canzoni si susseguivano una dopo l'altra e lentamente delle idee cominciavano a prendere forma nella sua testa, ma nessuna di queste sembrava soddisfarla pienamente. Sentiva come se stesse rincorrendo qualcosa, solo che non sapeva cosa; in preda alla frustrazione prese il cellulare, pronta a spegnerlo, ma poi si accorse di una playlist inviatale da un'amica tempo prima e che lei non aveva mai riprodotto. Spinta dalla curiosità fece partire la raccolta.
Un sorriso le illuminò il volto non appena le prime note riempirono la stanza e fu catapultata ai tempi della scuola, quando lei e le sue migliori amiche durante i pigiama party cantavano a squarciagola quelle canzoni; in un attimo si ritrovò in piedi a ballare e cantare come quando aveva quindici anni.
Si rimise a sedere, chiudendo gli occhi liberò la mente da ogni pensiero negativo e rimase in ascolto, cercando disperatamente di catturare quell'idea che da ore non faceva altro che sgusciarle via tra le dita ogni volta che credeva di averla afferrata. Rimase a lungo con gli occhi chiusi, poi partì quella canzone, la stessa che l'aveva accompagnata durante i suoi momenti più brutti. Senza che se ne rendesse conto calde lacrime le bagnarono le gote e in quel momento un disegno prese forma nella sua mente.
Febbrilmente sfilò il pennello che teneva tra i capelli, lasciando che questi le ricadessero morbidi sulle spalle, prese la scatola degli acquerelli e iniziò a dipingere: mise giù il pennello solo quando ebbe firmato il proprio lavoro. Allora alzò lo sguardo, lo posò sulla tela dinanzi a lei e osservò la sua opera: lì, su quella tela, da un campo pieno di fiori sua sorella la guardava. I capelli castani mossi dal vento; una mano alzata nell'inutile tentativo di sistemarli; il vestito bianco, il suo preferito, le svolazzava intorno; un sorriso pieno di gaiezza le increspava le labbra di rosa e due occhi castani colmi d'infinita dolcezza le restituivano lo sguardo.
Quello che aveva realizzato non era un semplice dipinto, lei aveva riprodotto un ricordo, precisamente l'ultimo che aveva di sua sorella prima che quella maledetta malattia gliela portasse via.
Le lacrime ripresero a sgorgarle lungo le guance, sua sorella le mancava da morire, ma mentre guardava quel quadro si sentì come alleggerire da un peso, del quale fino a quel momento non si era accorta: in quella tela aveva impresso tutti quei sentimenti che, per non far stare in pensiero gli altri, aveva cercato di soffocare per mesi, non riuscendo, così, a dire veramente addio a sua sorella. Ora che era riuscita a esprimere ciò che provava, si sentiva pronta a dirle addio.
Guardò un'ultima volta la tela e poi la coprì con un panno.
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Racconti brevi
Short StorySalve a tutti! Come si evince dal titolo, questa è una raccolta di brevi racconti, perfetti per i momenti di noia. Spero vi piacciano!