SUPERIORI

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Terminata l'estate arrivò il momento di frequentare le superiori e, siccome lo frequentarono sia mia sorella che papà, decisi di andare all'ITC Vitale Giordano. Mia sorella è più grande di me, quindi quando io ero al primo anno, lei era al quarto. Anche qui ho subito atti di bullismo: mi lanciavano il cibo tra i capelli, le palline di carta piene di saliva, mi sputavano addosso e continuavano ogni giorno a prendermi in giro. Io ero scema perché, anziché reagire, correvo piangendo verso la classe di mia sorella a chiederle sempre aiuto. Questa cosa andò avanti per ben due anni. Un giorno mia sorella si stancò di tutta questa situazione e, quando per l'ennesima volta io mi presentai nella sua classe con le lacrime, mi trascinò nell'ufficio del preside a denunciare la cosa. Lei era arrabbiata con il preside e con la classe, ma la classe se ne fregò totalmente di tutto ciò e il preside diede una nota disciplinare a tutta la classe tranne a me. Potete immaginare le occhiatacce da parte di tutti. In quei due anni mi sono sentita sempre a disagio e fuori luogo, come se la mia esistenza fosse inutile, sprecata. Per fortuna mancava poco all'estate e perciò avevo resistito. Finita l'estate, io e i miei genitori prendemmo la decisione di cambiare scuola perché non potevo sopportare altri 3 anni in quella classe. Avevo pensato di intraprendere una strada diversa e io, amante dell'arte ma specialmente della musica, volevo andare al conservatorio di Acquaviva, che non mi ricordo come si chiama, perciò i miei mi avevano accompagnata a visitare questa scuola. Era meravigliosa, si respirava aria di arte e musica. Un'aria che mi riempiva i polmoni nell'anima e mi faceva sentire per la prima volta a mio agio. Dopo il sopraluogo, parlarono con il preside e ci spiegò come funzionava e in tale occasione fui sincera nei suoi confronti dicendogli che non avevo alcuna base musicale. Indovinate un po' la sua reazione La sua risposta fu chiara e precisa ossia chi non possedeva basi non avrebbe potuto avere le stesse occasioni di uno studente con basi musicale avanzate. Ero rimasta pietrificata dalla sua risposta. Delusa. Colpevole, colpevole nel non averci pensato prima. Durante il nostro rientro a casa mio padre mi fece la sua classica ramanzina sul fatto che dovevo mollare, perché ero troppo grande e altre cose che non ascoltai perché iniziai a riflettere. Non era corretto il ragionamento del preside perché avrebbe dovuto valutare il rendimento di ciascun studente durante il percorso di studi e non prima. Non ero d'accordo ma dovetti rinunciare all'opportunità di studiare musica perché non avevo avuto occasione di farlo prima: una vera contraddizione. A quel punto decisi di frequentare l'istituto Alberghiero a Bari per essere facilitata nella ricerca del lavoro. A settembre iniziai il nuovo percorso scolastico con molta fatica di adattamento ma questa volta riuscii a instaurare rapporti di amicizia con più facilità. La classe era divisa in gruppi, ma almeno loro non mi hanno trattato con un pungiball. Mi trattavano come una loro compagna di classe qual ero. In questa scuola mi trovavo bene, forse l'unica cosa di cui mi pento oggi è stato non aver partecipato con i canti al festival organizzato al quarto anno. Avrei voluto che gli altri conoscessero la ragazza che sono su un palco, non perché volevo la loro adulazione, approvazione o altro ma perché quando sono su un palco o davanti ad una videocamera o fotocamera, mi sento come se potessi fare tutto. È una bellissima sensazione. Una pecca della scuola era la poca pulizia, sicurezza e organizzazione. La scuola aveva bagni senza porte e piene di cicche di sigarette attorno ai cornicioni delle finestre. In palestra gli spogliatoi erano malmessi in quanto si sentiva cattivo odore di urina e fumo. Potete capire da questa breve descrizione come la pulizia e la sicurezza in termini di igiene scarseggiava. Dal punto di vista dell'organizzazione posso dirvi che le aule variavano in continuazione e a causa della mancanza di riscaldamento dovevamo portarci le borse dell'acqua calda da casa. Per tali motivi decisi di trasferirmi all'istituto alberghiero di Molfetta anche qui ero vittima di atti di bullismo. Avevo provato a dire ai miei compagni di smetterla e lasciarmi in pace, ma non mi ascoltavano assolutamente. Continuavano a nascondermi le cose, a prendere la scopa del bidello e scuoterla in modo da far cadere la polvere sul mio banco e tante altre cose che non vi sto a raccontare. Un giorno mi chiusi in bagno a scuola. Rimasi lì per quasi un'ora e la professoressa mi chiese cosa mi stava succedendo. Io non riuscì a trattenermi e le raccontai tutto. Lei ne parlò con i suoi colleghi. Uno o due giorni dopo, tutti i miei compagni erano arrabbiati con me. Perché avrebbero preferito che ne parlassi esclusivamente con loro. Ma avevo reagito più volte per cercare di evitare l'intervento dei miei genitori e dei professori senza nessun risultato. Finalmente il quinto anno di superiori era al termine. Non mi importava più nulla dei miei compagni. Mi interessai unicamente alla mia tesi ovviamente, scelsi un tema sulla musica. Riuscii a collegare tutte le materie eccetto scienze dell'alimentazione anche se solo ora ho scoperto che i cantanti devono seguire una determinata alimentazione per il loro corpo e muscolo vocale. Nonostante tutto, il risultato finale è stato gratificante: 80/100 . Ero contenta del mio traguardo e ora posso essere orgogliosa di me stessa per aver avuto il coraggio di resistere a tutto e a tutti. Probabilmente ho sbagliato anch'io qualcosa, ma non era tutta colpa mia.

La storia di una soppravvissuta: la vita a scuolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora