22- In memoria di

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Ibiza pov's

Una volta arrivati in baita,  disponemmo i bagagli ognuno nelle rispettive stanze, assegnate già in precedenza dal professore.
Le stanze erano 5, ognuno di noi era disposto a coppia con il proprio partner, eccetto Bogotà che era in una stanza singola e Stoccolma e Chicago assieme come fossero una vera coppia. Marsiglia e Sierra erano già andati via, con un volo diretto chissà dove, così come altri membri secondari della banda

Tutto sommato la piccola casetta in legno non era del tutto scontata: ogni stanza disponeva del suo bagno, compreso il bagno generale situato in fondo al lungo corridoio in legno. La cucina era abbastanza grande, le sue pareti in legno si innalzavano fino al soffitto, anch'esso dello stesso materiale, dove vi erano disposte delle travi ben strutturate.
Le stanze erano medie, non troppo grandi: il grande letto centrale lasciava spazio ad una fortezza costruita a torno ad esso, sulla quale era appesa una tenda di velo bianca, creava un'atmosfera quasi paradisiaca. Ai lati del letto due piccoli comodini marroni giacevano sul pavimento, sopra ad un tappeto color panna di un tessuto molto ruvido.
L'armadio era molto piccolo, ma con noi non avevamo alcun vestito, eccetto quelli che il professore ci aveva procurato per il funerale e per la notte trascorsa in montagna.
Per il resto la baita era accogliente e molto calda

"A cosa stai pensando?" Due forti braccia mi accolsero a se, tra il calore di quel petto nudo che avrei riconosciuto tra miliardi di persone
"Penso a noi, Denver" risposi beandomi di quell'abbraccio,  mentre con gli occhi osservavo il paesaggio di fronte a noi.

Il freddo venticciolo d'inverno accarezzava il mio viso pallido e rilassato, mentre una leggera pioggerella batteva sul davanzale di quella finestra rovinata e grezza

Uscendo da là dentro, dopo il funerale, ognuno avrebbe preso una strada diversa ed io ero triste per quello.
Pensavo al futuro con Denver,  ma mi sarebbe mancato ogni singolo compagno conosciuto per quella grande avventura, soprattutto chi ci aveva lasciati

"Ah si? Allora vieni qua" sussurrò al mio orecchio il riccio, facendomi voltare in sua direzione, per caricarmi di peso in modo da allacciare le mie gambe al suo bacino.
Sorrisi a quel gesto, nonostante tutto con Denver stavo bene e non desideravo altro.
Certo, ci saremmo conosciuti meglio in quel modo, ma una parte di me era già sua.
Lasciai un caldo bacio alle sue labbra sorridenti e come una bambina mi rannicchiai al suo petto

"Mi piace stare con te" affermai con tono sicuro, mentre con le mie dita disegnavo dei cerchi immaginari al suo petto, ormai stesi su quel letto morbido ed accogliente che pochi minuti prima ci aveva cullati in amore
Denver si voltò a guardarmi, con le braccia sotto la testa.
Il suo sguardo era felice, come emozionato dalle mie parole.
In tutta risposta sorrise, facendo scivolare il mio corpo sopra al suo

"Ed io ti amo" esclamò in un sussurrò che quasi mi fece rabbrividire.
Quelle semplici parole, erano capaci di scaldarmi l'anima, il cuore che pensavo di non avere più,  ritrovato grazie a Denver

"Su, piccioncini la cena è pronta!" Ad irrompere nella stanza fu Tokyo,  con un sorriso a trentadue denti sul volto scarno e roseo

"Tokyo, ma sei matta, siamo nudi" quasi urlò Denver,  dopo aver coperto i nostri corpi con addosso solo l'intimo, con il lenzuolo.

Scoppiai in una fragorosa risata e guardai Tokyo con uno sguardo complice, lo stesso che lei stava puntando addosso a noi.
Era felice della coppia e me lo diceva sempre

"E tu che ridi " si voltò verso di me, guardandomi con fare arrabbiato ma evidentemente ironico, il riccio

"Arriviamo Tokyo" parlai alla ragazza prima di farle l'occhiolino e abbandonare la stanza.

Lasciai un tenero bacio a Denver e prendendo i miei vestiti, mi fiondai in doccia.
Asciugai i capelli una volta uscita, mi vestii e scesi di sotto, dove trovai tutta la tavola apparecchiata con un'infinità di leccornie e i ragazzi ad attendere solo me

"Su ibiza, i nostri pancini brontolano" si lamentò ironicamente Lisbona.

Presi posto a tavola e cominciammo a mangiare, tra una risata e un'altra,  ricordando i momenti passati dentro la banca.
Ad interrompere il momento, però, fu il professore

"Voglio che tutti, adesso, alziate i calici in aria, per un grande e speciale Brindisi" parlò con il suo solito tono serio

Tutti seguimmo il suo ordine e in men che non si dica, le nostre mani erano rivolte al cielo, in un calice pieno di vino rosso

"In memoria di Berlino, il primo che ha lasciato la banda sacrificandosi per questa
In memoria di Nairobi, uccisa senza alcun pretesto. Una mamma fantastica, un'amica per tutte, una donna con un cuore immenso, ma soprattutto una grande lottatrice.
In memoria di Helsinki,  il ragazzo più buono e dolce del mondo, un amico e un confidente, sempre.
In memoria di Palermo,  anche lui sacrificato per la banda.
Che possano aver raggiunto la pace tutti assieme.
Ed infine, in memoria della banda.
Colei che ci ha uniti, divisi, che ha visto molte facce andare via e altre lottare,  alcune in sangue, altre per amore, altre per sacrificio.
In memoria della banda, della famiglia che siamo diventati e del simbolo che per sempre porteremo nel cuore.
Mancherete ragazzi, spero di incontrarvi un giorno nuovamente" continuò il nostro angelo, facendoci scoppiare in lacrime.
Dal suo tono si poteva percepire quanto dolore si portava in petto, quanto gli saremmo mancati e la preoccupazione di chi portava sulla coscienza ogni morto a causa delle sue rapine.
Ma la colpa non era sua, non era di nessuno, ma solo di un destino che aveva scelto di portare via le prede migliori, ma sbagliate, non meritavano di andare via

"Alla banda" brindammo all'unisono facendo sbattere i bicchieri, lasciando volare in aria ogni preoccupazione, ogni sentimento di rabbia, amarezza, tristezza, assieme a quel tonfo di vetro

Era tutto finito..

**
Eravamo quasi  pronti per il funerale. Il mio abito nero scendeva fin sopra le ginocchia e i miei capelli erano raccolti in una semplice coda.

"Possiamo entrare?" Una voce a me familiare mi portò fuori da ogni pensiero.
Era Tokyo assieme a Lisbona e Stoccolma

"Prima che tutto finisca, voglio concedermi l'ultimo brindisi con voi" esclamò Lisbona con una bottiglia di champagne tra le mani

Quelle donne erano formidabili, lei e Tokyo erano state tutto per me.
I miei occhi si riempirono di lacrime, lacrime di gioia ma anche di tristezza.
Le raccolsi in un abbraccio e mi beai di quel piccolo momento.
Quando vidi avvicinare anche Stoccolma con il piccolo figlio tra le mani, Cincinnati

"Scusami per tutto Ibiza.  Sei una ragazza strepitosa ed auguro il meglio a te e Denver, non metterò mai più il becco sulla vostra relazione" mi confidò triste la donna dai ricci dorati.
Non l'avrei più rivista, ma anche lei  in fondo mi sarebbe mancata.

"Perdonata" mi limitai a dire, accogliendola in un abbraccio un po' più distaccato, ma comunque con affetto

"Allora ragazze, a noi" urlò Tokyo saltando sul mio letto, con il bicchiere pieno.

Sorridemmo tutte a quel gesto e saltando sopra al letto tutte assieme, ci godemmo l'ultimo momento tra urla, sorrisi, schiamazzi e felicità

Mi sarebbero mancate

Pronte per il funerale ci dirigemmo in un piccolo cimitero della Spagna, lontano da occhi indiscreti.
Erano le 5 del mattino e nessuno circolava per quel posto.
Portammo tutti 3  rose bianche a le  depositammo sopra le tombe dei nostri ragazzi, con l'animo spezzato e le lacrime agli occhi.
Pregando affinché le loro anime rangiungessero il paradiso ed abbandonammo quel posto pronti per affrontare la nostra nuova vita.

Il  destino aveva scelto per noi, separandoci tutti, con la speranza che, però,  ci saremmo rivisti un giorno..

Ed ecco che i ragazzi si sono detti addio, ma non finisce qua. La storia continua con molte altre avventure e sorprese. Lasciate tante stelline per sbloccare il prossimo capitolo e anche tanti commy.
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