«Ai!».
Jungkook esclamò d'acchito, facendomi lievemente sobbalzare per lo spavento.
«Scotta scotta!».
Lo notai tirare fuori la lingua e scuotere vicino una mano mentre, con l'altra, teneva un lato della vaschetta di tteokbokki appoggiata su un ginocchio.
Inutile dire che davanti a quella tenera scena non riuscii a trattenere un sorriso.
«Ti avevo detto di aspettare un paio di minuti prima di mangiarli».
Il ragazzo voltò lo sguardo verso di me, gonfiando appena le guance e prendendo una delle due lattina di cola che aveva affianco a sé, apprendola velocemente e portandola subito alle labbra un po' sporche.
È così carino.
Non ero ancora in grado di togliergli gli occhi di dosso.
«Non pensavo fossero ancora così caldi» borbottò lui chinando la testa sui tteokbokki fumanti, tenendo ancora l'orlo della lattina appoggiata alla bocca e sospirando in segno di arresa.
«O aspetti o soffiaci sopra».
Mi diede un'altra piccola occhiata prima di tornare a guardare il cibo difronte a sé, corrugando la fronte come se stesse pensando.
Una piccola follata di vento ci scompigliò i capelli, muovendo lievemente la corta e fresca erba che ci circondava.
È davvero una bella giornata, osservai mentre spostavo il viso verso il cielo limpido sopra alle nostre teste e facendo un piccolo e profondo respiro, appoggiando le mani indietro sul terreno per stare più comodo.
D'improvviso sentii il suo sguardo addosso, percependo subito numerosi brividi percorrermi ogni singola parte del corpo come colpito da una piccola scarica elettrica.
Titubante voltai lo sguardo nuovamente verso di lui, corrugando leggermente la fronte confuso nel vederlo sorridermi in strano modo: sembrava avesse in mente qualcosa, e ciò non poté far altro che preoccuparmi soltanto.
«Che c'è?» gli chiesi inclinando leggermente la testa di lato, cercando di capire cosa stesse pensando senza sembrarne troppo spaventato.
Dopo una breve pausa di silenzio - che a me sembrò durare un'eternità -, Jungkook finalmente si decise di parlare: «Puoi raffreddarmeli tu?».
Per poco non mi strozzai con un grumo di saliva.
Cosa?!, «C-cosa?».
Il ragazzo rise appena, «beh, hai detto che o devo aspettare o devo soffiarci sopra, ma dato che non ho voglia di farlo lo sto chiedendo a te».
Se stessimo insieme lo farei subito, senza nemmeno che tu me lo chieda, «ma per chi mi hai preso? Per una bambinaia? - feci uno sbuffo divertito, - Non farmi ridere».
«Non me lo hai detto tu tempo fa? Sei anche il "mio babysitter" e non solo quello di mio fratello, quindi non ci trovo nulla di sbagliato».
Non potei credere alle mie orecchie: «Hai quasi 19 anni, Jungkook, e poi soffiare sopra a dei tteokbokki ci riesce anche tuo fratello di quattro».
«Eddai, siamo amici no? Per favore».
«...», non riuscii a guardarlo negli occhi oltre, vederlo imbronciare lievemente un labbro mi aveva mandato subito il cuore in gola.
Sembra che lo faccia apposta a mettermi in imbarazzo in questo modo.
Mi morsi l'interno di guancia, osservando i miei tteokbokki appoggiati sull'erba e pensando se accontentare il desiderio di Jungkook o meno.
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fantasticherie color ciliegia. jikook
Fanfiction«Perché continui a guardarmi? Ho fatto qualcosa di male?» «Non puoi capire cosa tu riesca a farmi immaginare, Jeon Jungkook...» (incompleta) 2021 © ossobruco