Era così strano trovarsi immerso nel silenzio.
Negli ultimi dieci anni Remus era sempre stato circondato da risate, fiumi di parole, scherzi rumorosi e canzoni ubriache.
A volte aveva desiderato avere un solo attimo di quiete, ma ora avrebbe galleggiato come un corpo morto su quel mare di silenzio assordante.
Un corpo morto, sì, proprio come lo erano Lily, James e Peter.Un involucro freddo, privo di vita, custode di ricordi gioiosi e di caldi pomeriggi estivi, invernali, autunnali, primaverili.
Dalla notte di Halloween percepiva la realtà in maniera distorta, quasi come se fosse sotto incantesimo "imperio" e qualcun altro lo costringesse a respirare, parlare, vivere.
La luna piena sarebbe giunta nel giro di due notti, ma lui non percepiva alcun influsso, stavolta.
Un estraneo nel suo stesso corpo.
Tutto era ovattato oramai da una settimana: suoni, tocchi, parole, immagini, tutto era perso nella mente di Remus.Non voleva ancora crederci, non poteva crederci che fossero morti, traditi da colui di cui più si fidavano.
Era questo, in particolar modo, il pensiero lacerante, lo sgorgare incessante di lacrime di fuoco: Sirius.Come aveva potuto?
Come aveva potuto far loro una cosa del genere?Lupin si fidava ciecamente del giovane Black.
Aveva da sempre avuto un legame differente con lui, un legame che andava al di sopra dell'amicizia, della fiducia e dell'amore.Erano due facce della stessa medaglia, spigoli che solo l'uno con l'altro riuscivano a smussare, dolori incolmabili riempiti dalle nottate insonni nello stesso letto, paure galoppanti tenute a bada da un tocco o da uno sguardo intenso, loquace e rassicurante.
Aveva pianto ogni singola lacrima del proprio corpo, ogni briciolo di linfa vitale gli era stata strappata via quando lo informarono dell'avvenimento, aveva perso la voce nell'urlare, ululare, i nomi dei suoi amici deceduti nel bosco vicino casa quella stessa notte.
Da lì in poi ci fu solo il silenzio.
Il silenzio del funerale.
Il silenzio rivolto a Harry ora con gli zii e, lo sapeva, avrebbero odiato il piccolo proprio come Petunia odiava Lily.Avrebbe voluto prenderne lui la custodia, ma non poteva.
Non era il padrino e, soprattutto, come avrebbe fatto un lupo mannaro a prendersi cura di un neonato?
Come si sarebbe comportato durante i periodi di trasformazione?La domanda, e risposta, che maggiormente facevano capolino nella sua mente era una: meritava, lui che era una bestia immonda, di crescere il frutto dell'amore dei Potter?
No, non lo meritava, nulla di bello poteva essergli concesso, era una legge non scritta: la felicità non andava ai mostri.Sentiva di aver deluso Lily e James lasciando andare il neonato a Privet Drive, questo lo faceva stare solo peggio, lo faceva sentire un codardo e poteva udire la voce dei suoi amici sussurrargli quanto fosse una delusione per loro, che si erano fidati e invece lui aveva vanificato il sacrificio compiuto.
Chiuse gli occhi. Non riusciva più a fissare la fredda lapide dove aveva da poco posato dei gigli bianchi.
Un soffio di vento solleticò la guancia di Remus, come una fugace carezza, mentre un flebile raggio di sole gli riscaldò il volto freddo.Nonostante fosse patetico come pensiero, Remus si beò del tocco dolce di Lily e del calore di James prima di voltare le spalle alla gelida realtà così da tornare a casa dove il tempo si era fermato all'ultima risata di Ramoso.
STAI LEGGENDO
Prior Incantatio
Short StoryIl Prior incantatio si lancia su un'altra bacchetta per vedere qual è l'ultimo incantesimo che essa ha lanciato. Poiché «le parole sono, per la mia opinione non tanto umile, la nostra fonte di magia più inesauribile, capace sia di ferire che di cura...