Capitolo 1

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Il primo giorno di palestra, dopo anni indecisa se iniziare o meno, oggi sono qua, pronta a fare esercizi che mi faranno sudare, ma guardiamo il lato positivo almeno avrò un bel corpo per giugno, superando finalmente una prova costume, si spera.

Il fatto di non conoscere nessuno rende il tutto un po' triste e noioso, non mi resta che rifugiarmi nella mia playlist che ho creato appositamente per l'occasione, anche perché si sa che le canzoni tristi non sono adatte per la palestra.

Inizio il tapis-roulant sulle note di "uptown funk" di Bruno Mars, sarà anche una canzone di qualche anno fa ma mi mette un'energia che nessun'altra potrebbe mettermi. Aumento la velocità fino a correre, andando a ritmo con la canzone.

Beh niente male direi.

Guardo le persone intorno a me, tutti volti mai visti, concentrati su quello che stanno facendo, a volte vorrei vedere  cosa pensano, soprattutto di me. Sicuramente penserebbero che sono strana, forse è anche vero, ma è uno strana positivo, sono felice della mia vita e sono contenta di quello che faccio, sono fiera di me.

Totalmente immersa nei miei pensieri l'ombra di un ragazzo mi spaventa a morte e io mi ritrovo letteralmente con il culo a terra.

Sapete il momento perfetto? Quando ti senti perfettamente bene, ecco è  svanito. È diventato l'esatto opposto; io per terra con un ragazzo che mi fissa.

Tolgo le cuffie dalle orecchie e contraccambio lo sguardo dello sconosciuto.

"Hey scusami non volevo spaventarti"

"Non ti preoccupare, colpa mia, sono sbadata"

Il ragazzo di fronte a me è a dir poco bello, è bellissimo, capelli castani e un po' mossi, occhi scuri e un sorriso che beh è indescrivibile.

"È che ti ho visto lì bella sorridente e non so volevo parlarti" è imbarazzato e in questo momento lo sono anche io, ma il suo sorriso, mio Dio.

"Forse è meglio se mi alzo"

"Già lo penso anche io" dice mentre mi porge le mani. Do un'occhiata alle mani e poi le afferro per alzarmi. Non voglio immaginare le mie condizioni, sudata e per terra , non potrebbe andare meglio.

"Io sono Andrea comunque"

"Io Chiara"

"Mi chiedevo se ti andrebbe di prenderci qualcosa quando hai finito"

Che cosa dico? È ovvio che mi va, ma non lo so, non sono davvero mai uscita con un ragazzo, non che questo sia un appuntamento, però ci sto pensando troppo devo rispondere.

"Certo, mi andrebbe." Scelta migliore.

"Perfetto allora ci vediamo al portone tra un'oretta"

"A dopo" si gira di spalle e se ne va, e le spalle che ha non possono definirsi tali.

È difficile adesso continuare la palestra e non pensare a quello che è appena successo. Che è successo a me!

Devo stare calma, alla fine mi ha solo chiesto di prendere qualcosa insieme, nient'altro, mi sto emozionando per niente. Anche se cerco di convincermi, il pensiero fisso è quello, per questo faccio in fretta gli esercizi e vado verso le scale.

Alla fine delle scale, di fronte allo spogliatoio, lui è lì, che mi aspetta, con una maglia attillata bianca, jeans neri a vita bassa e delle air force.

Penso velocemente a come ero vestita prima di cambiarmi, ma la mia mente è totalmente vuota e ha paura di ricordare.

Entro velocemente nello spogliatoio e guardo i vestiti, maglietta nera e jeans, d'altronde io dovevo solamente andare in palestra chi se lo aspettava di uscire con un ragazzo.

Me Minus You Is Impossible Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora