Sento un rumore dietro di me. Mi giro impugnando la pistola. Fortunatamente la punto al vuoto, non c'è nessuno.
La tengo comunque in mano, potrebbero esserci pericoli ovunque. Specialmente quando vaghi senza meta alle tre del mattino. Mentre tengo la pistola in mano sento qualcosa di strano tra il mio dito e il grilletto. Sfilo il dito e cade qualcosa per terra. Mi abbasso velocemente e lo raccolgo. È un bigliettino.
Lo apro. C'è un indirizzo.
Non so cosa sia, ma dalla grafia mi sembra famigliare... Probabilmente sarà...
Ah ecco. Il professore. Ma perché avrebbe dovuto scrivermi un indirizzo su un biglietto?.
Le domande sono tante. Prendo la mappa che mi ero portata prima di scappare via.
i cellulari non erano ammessi, ma ho deciso di tenerne uno per sicurezza.comunuqe non lO useró. potremmo essere facilmente rintracciabili. Mi accertò che non ci sia nessuno ed entro di soppiatto.ho molto freddo. Indosso un leggins e la mia felpa rossa preferita, a quanto pare sta volta non mi riscalda abbastanza. Un appartamento buio, senza mobili ne nulla. Solo un computer e un telefono rosso
Non è un appartamento. È buio ma si intravedono alcuni oggetti coperti da teloni. C'è un letto così mi ci stendo subito.
Sono stanca morta. Sfinita.
Non so cosa fare della mia vita.
Ripenso ad ogni momento. Ad ogni pranzo ed ogni cena con loro. Ogni cantata, ogni risata. E ad ogni immagine che compare nella mia mente si aggiunge una lacrima sul mio viso.
Avrei bisogno di scrivere in questo momento, per schiarirmi le idee. Perdo un po di tempo. Apro il mio zaino, ho portato la pistola in cellulare una mappa una torcia e la maschera. Sinceramente non so perché ma mi sento meno una merda tenendola con me. È come se gli stessi accanto, o forse solo forse solo un modo per mentire a me stessa.
non chiudo occhio. Scavando meglio trovo una mascherina per gli occhi. È una di quelle per gli ostaggi ma io la usavo per dormire. Non so cosa ci faccia in realtà. Passo tutto la notte a pensare.
Sono circa le 7 del mattino. A quest'ora si staranno preparando per la rapina.
Ed io non ci sono.
Perché ci penso ancora?
Perché me ne pento ogni secondo di più nonostante abbia fatto io questa scelta?
Forse ieri avevo solo bisogno di riflettere. Di considerare la scelta. Avrei potuto farlo nel mese in cui sono stata la ma evidentemente non avevo le idee del tutto chiare. Adesso si.
Esattamente alle 10:16 entrerò nella zecca di stato fingendo mi una normale abitante.
E poi rivelero la mia vera identità alla banda.
Credo che vorranno trivellarmi di colpi ma cercherò di rimediare. Spero SOlO di non aver rovinato tutto. Il piano è quello di entrare nascondendo il mio volto alle telecamere.
Il problema è se fingere di essere un ostaggio o prendere maschera e pistola ed aiutare la banda. Ci sarebbero per dei problemi in entrambi i casi.
Se dovessi fingere di essere un ostaggio al momento più banale in cui qualcuno si dovesse avvicinare io verrei scoperta. Se invece dovessi parteggiare per la parteggiare la banda ovviamente non riconoscendomi e credendomi un impostore mi sparerebbero subito.
La prima opzione sembra migliore. So molte cose riguardo al piano e fortunatamente sono avvantaggiata per questo.
Inizialmente dobbiamo riunire gli ostaggi al centro della struttura per poi fargli indossare le masch- cazzo è vero io ne ho una.
Potrei indossarla prima che si avvicinino cosi che credano che qualcun altro si sia già avvicinato.Sono proprio qui. Davanti alla zecca di stato.
Entro furtivamente. In effetti non e che io sia molto ben voluta dalla polizia.
Entro e fingo di dirigermi verso il bagno.
In quel momento entra una scuola inglese in visita. Ecco. Tra poco accadrà, il professore lo aveva detto.
Passano precisamente 6 minuti e entrano un gruppo di camion dalla parte posteriore della struttura. In uno di quelli dovevo esserci io. Me li immagino con la maschera di Dalí e la tuta rossa. Le avevamo scelte io nairobi e Tokyo.
Fortuna che sono entrata nella banca prima di rimanere chiusa fuori.
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~A "ROBBED" LOVE~
RomanceLui,un uomo considerato "difficile". Un carattere che non passa inosservato . Incompreso da molti, capito da pochi. Ha creduto nell'amore rendendosi poi conto che nessuno potrà mai amarlo come vorrebbe. Lei ,una ragazza stranamente definibile quasi...