Malamente illuminato da una fioca lampada posta sulla scrivania dello studio, il volto di Jieun appariva ancora più pallido e smunto di quanto non lo fosse in realtà. I suoi lunghi capelli ondulati, fradici come il resto del suo abbigliamento, avevano già iniziato ad aderire contro la fronte e le gote del suo viso, quasi nel tentativo di provare a nascondere tutto ciò che ancora si celava dietro quello sguardo perso e ancora visibilmente scosso.Le ci era voluto ben più di qualche minuto per capire effettivamente dove si trovasse e solo quando riprese coscienza di sè e dei propri sensi, Jieun si ricordò di aver già visto quelle mura spesse e ricche di quadri più o meno variopinti in ben più di un'occasione. Non seppe però rendersi effettivamente conto se tutto questo fosse solo un sogno o mera realtà almeno fino a quando, spostando leggermente il proprio sguardo di lato, la sua già labile attenzione non venne catturata proprio dal profilo scuro di Jungkook, seduto a pochi passi da lei su un'altrettanto comoda poltrona. La sua figura era illuminata solo per metà dal timido e vago chiarore di quell'unica lampada accesa, i gomiti di entrambe le braccia puntati contro i braccioli morbidi della sedia che gli avevano così permesso di tenere le mani giunte all'altezza del mento e di mostrare i solchi delle sue vene profonde farsi spazio lungo gli avambracci. Le sue iridi scurissime erano invece fisse su di lei, il respiro quasi del tutto impercettibile. Non vi era odore di tabacco né sigarette spente all'interno del posacenere di cristallo sulla scrivania, il che permise alla giovane di intuire che Jungkook doveva essere rimasto a lungo senza fumare. Nell'aria solo un leggerissimo aroma di caffè, chiaro sintomo di una notte trascorsa senza riposo o - più semplicemente - alba di un nuovo giorno.
Jieun si massaggiò piano gli occhi, scostando poi momentaneamente lo sguardo da Jungkook solo per provare a sollevarsi dalla poltrona, cercando di aiutarsi con entrambe le braccia. Un gesto azzardo il suo che le costò comunque un non indifferente giramento di testa, costringendola quindi a fare qualche passo in avanti e riuscire così ad appoggiare le mani sulla scrivania di legno lucidissimo e darsi così un pò di sostegno per provare a mantenersi in piedi.
— Me ne devo andare subito, — asserì poi con un filo di voce, i suoi occhi alla ricerca del proprio cappotto grigio che ritrovarono però solo qualche metro più in là, accatastato all'ingresso della porta dell'ufficio come merce da buttare, probabilmente ancora fradicio di pioggia.
Jieun provò ad avanzare in quella direzione, venendo però bloccata nei movimenti dal calore ben noto di una mano tatuata che improvvisamente avvertì circondarle il polso, trattenendola in quella posizione instabile.
— Non devi starmi vicino Jungkook, ti prego io-, — tentò in qualche modo di spiegarsi la giovane detective, cercando allo stesso tempo di liberarsi da quella presa serpentina senza dover per forza sollevare lo sguardo ed affrontare così Jungkook guardandolo negli occhi.
— Jieun ascoltami, —
— No, non voglio ascoltarti, — lo interruppe lei ancora una volta, — Sono un pericolo per te, è per colpa mia se sei in questa situazione, — confessò lei all'improvviso, nella vaga speranza di riuscire così a liberarsi di quella ferrea presa sul suo polso sottile, ottenendo invece come unico risultato quello di rendere il tono di voce del suo unico interlocutore ancora più preoccupato e nervoso.
— Jieun adesso ti devi calmare, — furono infatti le uniche parole che uscirono dalla bocca di Jungkook, prima che questi facesse ancora un passo verso di lei e liberasse così quel polso minuto con un gesto repentino solo per cingerle l'intera vita con ambedue le braccia, permettendole di infossare il proprio capo contro il suo petto e ai suoi lunghi capelli ancora umidi di solleticare e bagnare la sua inseparabile t-shirt nera.
— Jungkook ho paura che-, — la sentì pronunciare quelle parole con la voce nuovamente roca e spezzata di tanto in tanto da profondi ed irregolari singhiozzi, le piccole mani strette ed aggrappate con forza contro il retro della sua maglietta.
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BLACK INK [BTS]
Fanfic«Volevo davvero riuscire ad odiarti per aver pensato a cosa fosse meglio per me quando eri tu il meglio per me» © bridgetvonblanche