Daniel
Quando rispondi ad un autore positivamente è sempre emozionante. Immagini lo scrittore leggere l'email ed esultare di gioia ed è quanto sta succedendo, almeno spero, ad un ragazzo a cui ho inviato una risposta positiva. Il suo fantasy è ottimo e sicuramente ci sarà da discutere su alcune cose, e mi azzardo nel dire che questo libro potrebbe diventare un successo.
Anche Micheal ne è sembrato entusiasta e ora eccomi qui, mentre afferro un libro da correggere.
Prima di iniziare però scrivo un messaggio ad Amy, non la sento da stamattina il che è strano, ci saremmo dovuti vedere qui, ma non si è presentata al lavoro.
Dopo domenica non ci siamo più visti se non per qualche minuto qui in ufficio e oggi speravo di riuscire a scambiare qualche parola con lei per avvisarla che sabato purtroppo non potremmo vederci.
Mio padre compie sessantacinque anni e ha deciso di organizzare una festa.
Ho pensato di chiederle di venire con me ma una cosa è farle conoscere gli amici, un'altra è la famiglia e credo che su questo siamo d'accordo. In più, lei non mi ha mai parlato dei suoi genitori, non so neanche se ha fratelli o sorelle.
Su questo argomento sono totalmente impreparato.
Passano altre due ore e di Amy nessuna notizia, intanto ho iniziato a correggere un romanzo che avevo sospeso per quel fantasy ma non riesco a concentrarmi, così, andando contro me stesso decido di scriverle di nuovo. "Ehi, ma che fine hai fatto?"
Per fortuna dopo qualche minuto il telefono squilla e finalmente è lei.
«Daniel, scusami se sono sparita ma stamattina c'è stato un imprevisto» mi travolge in pieno con la sua voce e le sue parole e quando sento "incidente" e "auto" scatto dalla sedia e mi affretto ad uscire dall'ufficio come una furia.
«Ehi Daniel» Liam mi segue.
«Non ora, devo scappare, ti prego dì a Micheal che c'è stato un imprevisto».
«Ma è tutto ok? È successo qualcosa?»
«Amy ha avuto un incidente» detto questo lo lascio al centro della stanza e scappo in ospedale, senza pensarci due volte.Arrivo trafelato. Ho corso come non mai dall'ansia e dalla paura.
So che sta bene, al telefono mi sembrava abbastanza tranquilla ma questo non basta a farmi calmare.
Salgo direttamente nel reparto di ortopedia, perché per fortuna Sofi ha delle conoscenze qui o almeno così ho capito quando Amy velocemente mi ha spiegato dove si trovasse, quindi le hanno subito dato una stanza.
«Salve, sono qui per Amy Wheeler, vorrei vederla».
«Si, è nella stanza privata, infondo al corridoio». Ci tiene a precisare "privata" con un tono acido.
Scuoto il capo infastidito e raggiungo la camera. Quando entro la trovo accerchiata da Sofi e Tommy.
«Ehi» dico, e quando la vedo riprendo a respirare, meno, quando noto il suo ginocchio gonfio e violaceo.
«Daniel!» sembra felice di vedermi e i suoi amici, saggiamente, decidono di lasciarci soli.
«Sono corso appena ho saputo».
«Non avresti dovuto» dice dispiaciuta.
«Non dire sciocchezze», mi siedo accanto a lei e le lascio un lieve bacio sulle labbra. Solo ora, guardandola meglio mi accorgo che ha un gomito fasciato e un grosso graffio accerchiato da un brutto livido proprio sulla guancia.
«Guarda come sei ridotta». Appoggio la mia fronte alla sua e la stringo piano per non farle male e la realtà della situazione mi cade addosso.
Avrei potuto perderla, sarebbe potuto andare peggio.
Trattengo un sospiro. «Come stai? So che è una domanda stupida, ma voglio saperlo».
«Mi sento indolenzita e in più domani mi operano».
«C... cosa? Perché?»
«La mia rotula e il mio crociato sono messi maluccio».
«Cazzo!»
Non riesco a descrivere come mi sento, preoccupato, impaurito, ansioso. Mille sensazioni tutte insieme.
«Daniel» mi accarezza un braccio «sto bene, poteva andarmi molto peggio».
«Si può sapere chi è stato a ridurti così?»
«Un tassista che andava di fretta, e pensare che volevo prenderlo quel taxi!» borbotta.
«Lo hai denunciato?»
«C'era la polizia, era così dispiaciuto, avresti dovuto vederlo, mi ha fatto davvero pena».
«Lui ti ha fatto pena? Ti ha investita Amy! Poteva ucciderti, cazzo!» Sono fuori di me e non riesco più a controllarmi.
La abbraccio di nuovo e cerco di ritrovare un po' di calma, anche se mi è difficile.
«Avrei voluto saperlo prima, sarei venuto da te subito».
«Lo so, ma inizialmente non ero cosciente, sono svenuta. Per fortuna con me c'era Sofi ma nella fretta del momento e con tutte le scartoffie da firmare non ha avuto tempo e credo se ne sia anche dimenticata, in più non volevo che tu lasciassi il lavoro per colpa mia».
«Amy» prendo le sue mani fra le mie «voglio che tu capisca una cosa» abbasso lo sguardo per poi riportarlo deciso, su di lei. «Tu per me sei importante».
Tira su col naso, cercando di trattenere le lacrime «Sei importante» ripeto «e se ti succede qualcosa voglio saperlo, voglio essere chiamato e voglio poter correre da te immediatamente. Se ti fosse successo qualcosa di peggio io...».
Si lascia andare in un pianto disperato che evidentemente stava cercando di trattenere da troppo tempo.
Mi spiega che ha avuto davvero paura e che quando si è risvegliata mi avrebbe voluto accanto ma che non aveva la forza di parlare, che ha cercato di tranquillizzarsi per non far preoccupare Sofi e Tommy e che non vedeva l'ora di vedermi.
Non mi trattengo e la bacio, un bacio che sa di lacrime ma che l'aiuta a rilassarsi un po' e per fortuna, ha lo stesso effetto su di me.
«Domani, quando ti operano, io ci sarò ok?»
«Il punto è che non so quando accadrà, se di mattina o di pomeriggio. Non voglio che tu perda una giornata di lavoro per una sciocchezza simile» e fa cenno al ginocchio.
Glielo accarezzo piano e lei sussulta «E questa ti sembra una sciocchezza?» inarco un sopracciglio arrabbiato. «Io ci sarò, non voglio sentire storie». Detto questo mi stendo accanto a lei, le accarezzo i capelli e di tanto in tanto la bacio, fin quando non si addormenta.
Dev'essere davvero stanca.
Resto fermo per un po' e fissarla, non avrei mai immaginato che le fosse successo questo e pensare che mi stavo anche incazzando perché non mi rispondeva ai messaggi.
«Daniel, è un problema se vado a casa a cambiarmi? Resto qui stanotte, ma ho bisogno di mettermi qualcosa di comodo».
«Non posso restare io?» chiedo.
Lei scuote il capo «Sarebbe contro il regolamento».
«Ascolta» inizio un po' imbarazzato. «Conosci qualcuno qui, giusto?»
«Daniel, stai tranquillo, mio zio è il primario e la opererà lui domani». Il tono calmo e le sue parole riescono a placarmi e sospiro di sollievo.
«Allora, puoi restare mentre non torno? L'orario di visita finisce tra mezz'ora, dovrei farcela».
La guardo, in effetti indossa un abito elegante e dei tacchi vertiginosi che non devono essere molto comodi.
«Certo, vai pure, resto io con Amy».
Mi sorride grata.
Mi sistemo meglio che posso accanto alla bellissima ragazza che dorme beata e resto ad ammirarla ancora un po'. Ha il viso tumefatto, un braccio fasciato e il ginocchio che sembra sia sul punto di esplodere, ma resta comunque lei, bella come sempre.
Non riesco a smettere di toccarla e di lasciarle qualche bacio delicato sul viso, dove ha il livido, come se questi baci potessero lenire un po' il dolore.
«Sono felice che tu sia qui» sussurra.
«Non vorrei essere da nessun'altra parte, piccola».
STAI LEGGENDO
Lasciati andare
Literatura FemininaAmy Wheeler non sta vivendo il periodo più felice e semplice della sua vita, sente il bisogno di una svolta radicale e grazie alle idee strambe di due amici si ritroverà al centro di una scommessa piccante. Daniel è un uomo che sa quello che vuole...