1. Lady

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Tiravo sospiri pesanti mentre osservavo il numero cambiare nel display.

5° Piano

Ripassavo il discorso che avrei fatto al signor Hearst, felice di essere solo in quell'enorme ascensore. Ero pronto, sapevo benissimo cosa fare e cosa dire. Potevo farcela tranquillamente.

10° Piano

L'ascensore continuava a salire mentre rassicuravo a me stesso che tutto sarebbe andato secondo i piani.

23° Piano

Cazzo, ma qui non si arriva mai? Mi voltai verso lo specchio alle mie spalle. Aggiustai la cravatta ed osservai attentamente la leggera stoffa della mia camicia bianca coprirmi i tatuaggi. Avevo scelto di non mettere la giacca, di conseguenza avevo provato a rendere i miei tatuaggi il meno evidenti il possibile con più difficoltà, sapevo bene che anche l'aspetto esteriore avrebbe potuto influenzare l'opinione del signor Hearst su di me. Era strana la reazione che avevano le persone quando confessavo che il mio più grande desiderio fosse quello di realizzarmi in carriera, e non di finire dietro le sbarre come tutti pensavano. Avevo dei tatuaggi, non vendevo cocaina.

30° Piano

Mr Johnson mi aveva avvertito dell'enormità di quell'azienda, ma non pensavo che l'ufficio fosse al 40° piano. Avevo strabuzzato gli occhi quando la signora alla reception mi aveva informato con molta fretta a quale piano andare.

39° Piano

Un ultimo sospiro ed uscii dall'ascensore. Il corridoio era di un bianco immacolato. Guardai alla mia destra: un'enorme finestra mostrava Miami distesa ai miei piedi. Da lì era possibile osservare le acque azzurre dimenarsi e muoversi verso il cielo, quasi come se provassero a raggiungere il sole, non riconoscendolo come loro peggior nemico. Avanzai di qualche passo e mi ritrovai in un'enorme sala d'attesa. Un ragazzo, giovane quanto me, martellava il pavimento col piede destro, non sapevo se per ansia o per noia.

Una voce femminile catturò la mia attenzione.

«Mr Malik?» Mi voltai verso la giovane donna che mi chiamava, posta dietro una scrivania ricoperta da fogli in modo ordinato.

«Lei è Mr Malik?» Annuii.

«Ha un appuntamento vero?»

«Sì, sono il nuovo stagista.» Sorrise alla mia affermazione, abbassando i suoi grandi occhi blu sul telefono che aveva sulla scrivania.

«Lei è in prova, Mr Malik. Qui gli stagisti non sono un dettaglio superfluo. Anch'essi vanno scelti con cura.» Mi grattai la nuca imbarazzato.

Sussurrò qualcosa al telefono ed annuì, nonostante il suo interlocutore non potesse vederla.

«Può andare, la signorina Hearst la sta aspettando» Signorina?

«Cosa? Pensavo che sarebbe stato il signor Hearst in persona a ricevermi.»

«Mi dispiace deluderla, ma di solito lui è troppo impegnato per occuparsi di queste faccende.» Amareggiato, percorsi il lungo corridoio che mi aveva indicato la giovane. Ero soltanto una faccenda da sbrigare velocemente. Sbuffai pensando di star sprecando del tempo e che non avrei dovuto considerare la proposta di quello scellerato del Professor Johnson.

Mi ritrovai avanti ad una gigantesca porta di legno scuro. Deciso, bussai.

«Avanti». Tirai la fredda maniglia ed entrai. Una ragazza era impegnata a trascrivere qualcosa al computer. Mi bloccai sull'uscio, non sapendo bene cosa fare.

«Entri pure, non la mangio mica.» Le sue dita, che poco prima martellavano velocemente i tasti della tastiera, si fermarono quando misi piede nell'ufficio.

37 || A Zayn Malik fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora