Tempesta

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I fulmini squarciavano il cielo quella notte.
Erano quel poco di luce che illuminava le strade.
Li vedevo nei riflessi delle pozzanghere, e nel cielo nero e in crisi.

Il vento sembrava mi volesse portar via, spettinandomi i capelli,
e la pioggia gocciolava sulle pagine ormai ingiallite su cui scrivevo.
Era affascinante.

La tempesta incombeva su di me,
facendomi pensare a quante cose potrebbe spazzar via, distruggere, incenerire.
Mi stava sfidando.

Tutto ciò che sento adesso è il cinguettio delle rondini.
Mi concentro profondamente su quel suono delicato, rassicurante, segno che la tempesta ha ormai smesso di tormentare la terra sotto i miei piedi.

E, ispirata dagli uccellini, cominciai anche io a cantare.
Note delicate, perfette nella loro stranezza, che danzavano elegantemente nel timbro della mia voce.
Sfida ricambiata, tempesta.

Questa poesia l'ho scritta d'istinto.
Era più forte di me.

Quando cominciò ad abbattersi sul mondo, senza sapere il perchè, presi un quadernino e la mia stilografica, che non avevo mai usato prima, e mi misi sotto la tormenta.

Sentivo mia madre chiamare, urlare di tornare dentro, ma io dovevo scrivere, era più forte di me. Così scrissi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2020 ⏰

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