JUAN
Caro,
il mio amore per te resta immutato, ti prego di credermi. Ti prego di credere anche al fatto che io presto molta attenzione alle tue parole, e tutti mi sono testimoni.
Tuttavia conosco anche il tuo impeto e il tuo ardore, che spesso ti porta a dare giudizi affrettati, come vedi però la mia fiducia in te è tale che ho seguito le tue istruzioni.
Aspetto tue nuove,
la tua affezionata madre.
Rileggo le parole che mia madre mi ha scritto, tentando di capire cosa vogliano dire davvero. Si fida di me? Oppure crede che le mie critiche a mio zio siano solo un capriccio? Sono certo che non ne abbia parlato a mio padre e questo mi rincuora. Lui, al contrario di lei, tende a credere che io sia un giovane e viziato rampollo senza alcuna capacità di gestire i miei averi. Eppure sono sicuro che se fosse qui disprezzerebbe i metodi di mio zio.
Accartoccio la lettera e la avvicino alla fiamma della candela sullo scrittoio. Il fuoco annerisce la carta, la accartoccia, la consuma e infine non la riduce ad altro che cenere.
Sono andato a ritirare la lettera vicino al porto, alla locanda dove lavora Nali. Ho trascorso lì la serata per sfuggire all'ennesima cena con mio zio, eppure non mi sento tranquillo a lasciarlo qui da solo, perché il timore che stia tramando qualcosa di losco non mi lascia mai. Penso agli omega, al modo in cui li ha schiavizzati, ai suoi progetti di distruggere la foresta per la sua ambizione.
Allento il cravattino, e mi affaccio alla finestra. L'astro d'argento è alto nel cielo, accarezza il placido oceano, che riesco a vedere dalla mia stanza, e i tetti delle capanne dove vivono gli omega.
Non riesco a dormire. Neanche l'acquavite e le ore allegre trascorse con il giovane omega della locanda sono riusciti a cancellare l'elettricità che pervade il mio corpo. Non so dare un nome a questa inquietudine, non è qualcosa che ha a che fare con la ragione, prendo un sigaro nascosto nello scrittoio, ma rinuncio ad accenderlo.
Scendo nel salone, alla ricerca di altro liquore. Il silenzio dovrebbe essere rassicurante, ma non fa che aumentare la mia agitazione, è come se il mio corpo cercasse qualcosa. Esco.
Porto con me una torcia, la fiamma illumina i miei passi. L'aria è fresca, il profumo di maracuja e orchidee che ammantano la parete della facciata è più dolce del solito. Troppo. È come se percepissi gli odori in modo diverso stanotte, e tra quelli che hanno aleggiato nella fazenda sin dal mio arrivo ce ne è uno nuovo, che mi attrae inconfondibilmente e allo stesso tempo mi strazia.
Seguo il mio istinto e l'odore, oltrepasso la fila di capanne dove dormono gli omega. C'è silenzio, allungo il passo, perché stare qui mi fa sentire in colpa nei loro confronti.
Mi spingo al limite della fazenda, vicino al cancello. L'odore si fa sempre più forte. Come un fulmine che rischiara il cielo nero dei temporali capisco cosa sia. È un omega, ed è spaventato. Il sangue pompa nelle mie vene, mi spinge a correre. C'è una capanna dalla porta spalancata, ma è vuota, lo so ancor prima di entrarci. L'odore viene dall'altra capanna, quella di Ramon. Bastardo.
Con un balzo entro lì dentro, la fiamma della torcia illumina la scena terribile davanti ai miei occhi. Il giovane omega è legato, Ramon lo solleva ed è sul punto di sfogare i suoi istinti, la sua prepotenza.
«Sta' fermo!», tuono. «Cosa stai facendo?»
Ramon si ferma, nei suoi occhi allucinati riconosco il desiderio non ancora soddisfatto. Almeno questo... sono arrivato in tempo per scongiurare il peggio, anche se il trauma di questo giovane omega rimarrò impresso nel suo animo. Lo so, purtroppo non è il primo e finché non cambieranno le cose, non sarà l'ultimo.
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La dinastia (boyxboy omegaverse)
Roman d'amourCompleta su Wattpad. 1801, Isola Pacifca. Lev è un omega, il più giovane erede della nobile famiglia Vieln a cui tutti vorrebbero unire i propri destini. La sua vita è sconvolta dall'arrivo del nuovo governatore spagnolo, che ha ordinato la cattura...