JUAN
Lev ha le labbra turgide, ed è colpa dei miei baci. Sul suo collo affiora il segno dei miei denti, il marchio che dirà a tutti che lui appartiene a me. E lui, nonostante abbia permesso questo, terrà fede alla nostra implicita e muta promessa?
Il timore di perderlo mi invade, e so che mi basterebbe poco per guadagnare la sua stima: dovrei dirgli che non sono così diverso da Kal, che anche io sto lottando per scalzare mio zio e restituire a quest'isola la pace e l'armonia che aveva prima del suo arrivo. Potrei dirgli che mi sono innamorato della scogliera e della foresta e che non permetterò a nessuno di distruggerla. Ma sarebbe troppo pericoloso. Lev vorrebbe partecipare ai miei piani, vorrebbe sapere, soprattutto adesso che siamo legati dal marchio, e io non posso mettere a rischio la sua vita. E se nel suo ventre ci fosse già il frutto del nostro legame? No, non potrei mai metterlo a rischio.
Sono ancora sopra di lui, le nostre iridi incapaci di allontanarsi. In questo momento siamo l'uno il mondo dell'altro, e persino i problemi dell'isola sono lontani. Mi sdraio sulla schiena, e Lev geme infastidito per il nostro distacco, allora lo porto sopra di me, fino a fargli sentire la mia eccitazione. Ho ancora bisogno di lui, e lo stesso vale per Lev, a giudicare dalla sua lubrificazione.
Lo vedo posare i palmi sul mio petto. In silenzio comincia a muoversi, mentre reclina la testa all'indietro. Consumiamo ancora il nostro amore, poi Lev, stanco, posa la testa sulla mia spalla.
«Non ricominciare a darmi del voi», gli dico per rompere il silenzio che è calato nella stanza.
Lui mi accarezza distrattamente. «No. Non potrei anche se volessi».
«Sei pentito, Lev?»
Si solleva su un gomito. «Può un omega pentirsi dopo aver fatto questo?»
«Puoi fare tutto quello che vuoi, io non ti costringerò». La mia voce è amara, e lui posa un dito sulle mie labbra.
«Lo so. Ho capito. Ora ascoltami bene, perché non te lo ripeterò più: tengo a te contro il mio buon senso e tutto quello in cui credo».
Bacio le sue dita, poi abbasso la sua mano. «E io ti dico una cosa adesso, che non sei obbligato a ricambiare. Ti amo, Lev. Con nessuno ho mai sentito quello che provo con te».
Lev si mette a sedere, raccoglie le ginocchia al petto e vi posa il mento. «Immagino siano stati molti gli omega con cui ti sei divertito».
«Senza mai obbligarli».
«Ed erano in calore? Ne hai marchiato uno in Spagna o in quest'isola? Lo sai che quando siamo in quello stato non siamo lucidi e...»
«Lev», lo interrompo, «se mai ho avuto un omega in quello stato non l'ho mai marchiato e mi sono sempre assicurato che volessero ciò che volevo io. Che altro c'è?»
«Non voglio che ti accosti più agli omega della locanda, non ridere». Si alza, va vicino alla finestra. La luce ormai è svanita, e lui accende le candele. Adesso la sua pelle è accarezzata dalle fiamme tremolanti.
Lo raggiungo. Lo abbraccio da dietro, ancorando il mento alla sua spalla. Poi gli porgo il mio anello di smeraldo. «Per te. Ogni omega dovrebbe avere un pegno d'amore da parte del suo alfa».
Si volta. Nei suoi occhi balugina un lampo di felicità. Lascia che gli infili l'anello, e non protesta quando lo conduco di nuovo a letto.
Il mio marchio sul corpo di Lev viene percepito dagli altri alfa. L'ho notato qualche giorno più tardi dal modo in cui i nobili invitati al ricevimento in casa nostra ci abbiano lanciato occhiate compiaciute e invidiose, nessuno adesso sindacherà sul valore della nostra unione, e l'ho notato dal modo in cui lo stesso zio si rivolge a noi. Dalle sue parole apparentemente cordiali traspare il desiderio represso di avere Lev e forse anche di mandarmi via con una scusa. Da quest'uomo posso aspettarmi di tutto, e non mi sorprenderebbe se orchestrasse un agguato per prendersi ciò che vuole.
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La dinastia (boyxboy omegaverse)
RomantikCompleta su Wattpad. 1801, Isola Pacifca. Lev è un omega, il più giovane erede della nobile famiglia Vieln a cui tutti vorrebbero unire i propri destini. La sua vita è sconvolta dall'arrivo del nuovo governatore spagnolo, che ha ordinato la cattura...