Quando Josh, svicolando fra i tavoli, rivide quello dei suoi amici, la cover di I'll be here in the morning era partita da un pezzo. La voce dell'uomo con i basettoni al pianoforte sul palco era calda, piena, e gran parte delle persone nel locale la ascoltavano ipnotizzati. Muoveva la testa insieme alle dita sui tasti e alle note, teneva il tempo con gli stivali, e Josh, che in quel momento era tornato al suo posto, ne rimase affascinato, tutti i problemi spazzati via. Non sapeva chi fosse, ma il tizio ci sapeva fare. Musica country di qualità sublime, non c'erano dubbi – anche se sarebbe rimasto fedele alla sua Take Me Home, Country Roads. La canzone preferita è un po' come la prima volta: non si scorda mai.
«Questo è proprio bravo. Ma chi è?»
«Ah, non ne ho idea; però concordo con te, fratello. Cosa darei per saper suonare uno strumento. Una schitarrata e hai tutti ai tuoi piedi!»
«Hai ragione Lennie... Chissà quante ragazze si rimorchiano!»
A sentire la risposta di Ricky, Lennie aggrottò la fronte. L'amico stava proprio fuori in quel periodo, e cominciava a dubitare che la causa fosse soltanto la scuola. Ah, le ragazze. Le ragazze!
«Si vede proprio che non ascoltate il country.»
«Fai poco il saputello te, signor so-tutto-io. Ognuno si sente quello che vuole.»
«Hai ragione: c'è chi ama la merda, e chi la ripudia come il sottoscritto. Oh, sta arrivando la tua bella cameriera, Ricky.»
Ricky si dimenticò subito della provocazione di Josh e schizzò con la testa all'indietro. Gli brillavano gli occhi – Frankie era più gnocca di prima!
«Ecco le birre ragazzi, e questo è lo scontrino. Pagate alla cassa quando avete finito. Ci vediamo!»
Josh e Lennie ringraziarono Frankie. Ricky le urlò se più tardi si sarebbero potuti vedere, ma la cowgirl era già a un altro tavolo. Tom invece si era girato solo per tirare fuori la cannuccia dalla plastica, affondarla nella birra, girarsi verso il pianista e iniziare a succhiarla.
«Tom! Si deve fare prima un brindisi, dai!» lo richiamò Ricky sorridente. Josh venne fulminato dal fresco ricordo di ciò che era accaduto in bagno con Tom, divenne scuro in volto. Lennie se ne accorse e mormorò all'orecchio di Josh: «E' successo qualcosa? Perché stai così? Si tratta di...?»
Lennie inquadrò Tom. Josh annuì. Tom voltò il capo verso di loro, fissava la birra nel vuoto.
«Cosa c'è da festeggiare?» chiese gelido, come se qualcuno gli avesse cavato a forza le parole dalla bocca.
«Come sarebbe "cosa c'è da festeggiare"? È finita la scuola, per sempre! Da domani siamo uomini nuovi; possiamo fare ciò che vogliamo, possiamo realizzare i nostri sogni! Non è un miracolo?»
Tom spostò lo sguardo dalla birra nella mano a Ricky, poi alla birra, poi ancora a Ricky. Sembrava un autonoma nell'atto di eseguire uno di quei calcoli elaborati che avrebbero risolto la fame nel mondo.
«Ho capito.» Strinse il bicchiere e lo sollevò. «Allora... al nostro futuro».
«Ohhh, ora si ragiona. Dai Josh, Lennie, anche voi!»
Josh e Lennie si guardarono come appena colti in fallo. Ricky si era accorto delle stranezze di Tom, o stava solo facendo finta? Raccolsero il suo invito e lo "accontentarono". Tuttavia la serata stava precipitando rapidamente, Josh ne era convinto, ma non poteva mandarla a puttane solo perché Tom gli aveva risposto da stronzo. Si promise che avrebbe ignorato il suo comportamento. Anche se era dura con quei nervi ancora a fior di pelle.
Dopo il brindisi, per qualche minuto scese un silenzio nel gruppo a cui i quattro erano poco abituati. C'era solo il brusio del locale. Tom era tornato a succhiare la birra e ad osservare il pianista – l'uomo aveva recuperato la chitarra vicina al piano, si era messo al centro del palco, sistemato il microfono e cominciato a cantare I'm so Lonesome I Could Cry. Josh si guardava intorno per evitare Tom e non mollargli il pugno in canna. Ricky aveva notato Lennie preso da qualcosa sullo schermo dello smartphone; gli si era accostato mentre questo scorreva il feed del SoleNero.com.
