JUAN
La strada la ricordo bene. Adesso ricordo tutto, ogni minimo odore e suono di Pacifica. L'abitazione è modesta, c'è una luce tremula che illumina una finestra. La porta si apre. Ricordavo anche questo, che a quest'uomo piace fare una passeggiata nella notte.
Lo afferro per le spalle da dietro. Lo sento sussultare tra le mie braccia.
«Cosa volete?», mi domanda.
«Non vi farò del male, fatemi entrare senza destare sospetti».
Entriamo in casa e vengo condotto nel suo studio. Il dottor Sal scruta il volto nascosto dal cappuccio, poi si accascia sulla poltrona. «Chi siete?», domanda affannato per lo spavento.
«Sono io, sono Juan». Rivelo il mio volto, la mia guancia ferita.
«Santo cielo!» Sbianca. Sembra volersi alzare, ma le gambe lo tradiscono. «Come è possibile? Vi credevamo morto...» Nei suoi occhi affiora una lacrima.
Prima di sedermi gli verso un bicchiere di liquore e glielo porgo. Ne ha bisogno. Lo beve avidamente.
«Lo sono stato in un certo senso. Per un anno non ho ricordato nulla. Dopo l'esplosione sono stato salvato dai pirati». Trattengo il fiato, la domanda che preme contro le mie labbra rotola via: «Come sta Lev?»
Lo sguardo del dottore si abbassa per un momento. Scuote la testa. «Potete immaginare... Francisco lo ha marchiato e adesso aspetta un figlio suo, ma è come morto... se lo vedeste...»
Con un gesto violento faccio cadere a terra i suoi libri sparsi sullo scrittoio. «Maledetto... Maledetto. Gli farò pagare tutto, fosse l'ultima cosa che faccio».
Sal si alza. Posa una mano sulla mia spalla e, come in passato, ha il potere di lenire il mio dolore. «Molti compagni sono stati giustiziati, io sono riuscito a non farmi prendere e ancora oggi non so come faccia il governatore a non sospettare di me».
«Kal è vivo». Vedo un lampo di gioia illuminarlo. Forse nutre per Kal più di un sentimento di amicizia. «Anche lui si è salvato grazie ai pirati, mi duole dirlo ma lì c'è più onore e rispetto che nel governo della nostra madre patria. I miei genitori mi hanno abbandonato». Stringo i pugni.
«Non dite così, le navi sono arrivate, ma è stato troppo tardi. Vostra madre mi ha scritto spesso, sfoga con me il suo dolore e il senso di ingiustizia che prova. Il re si disinteressa alle sorti di questa piccola colonia e quindi Francisco fa ciò che vuole, pare che anche della sua corruzione importi a pochi».
«Non sarà a lungo così. Kal e io abbiamo giurato di vendicarci. Mio zio se la vedrà con i cannoni dei pirati, ma prima... portatemi da Lev, vi prego».
«Non so se un'altra emozione forte possa fargli bene».
«Per adesso possiamo tenere nascosta la mia identità. Non so neanche se mi vorrebbe in questo stato», indico metà del mio volto segnato dall'esplosione. «Poi gli diremo del bambino, ho ritrovato nostro figlio, Sal, e adesso è al sicuro».
Mi abbraccia. So che mi aiuterà.
Il dottor Sal ha deciso di farmi passare per un suo collega, venuto dall'Europa, esperto in disturbi dell'umore. Mi presenterò a volto coperto e se Francisco domanderà di vedermi, gli mostrerò la parte del volto segnata. Ha sempre avuto orrore delle cicatrici e delle bruciature, non vorrà vedere tutto il mio viso.
La facciata e le piantagioni della villa sono rimaste le stesse, a cambiare sono i volti degli omega, nuovi schiavi, raccattati chissà dove da mio zio. Domino la rabbia e l'emozione di rivedere Lev.
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La dinastia (boyxboy omegaverse)
RomanceCompleta su Wattpad. 1801, Isola Pacifca. Lev è un omega, il più giovane erede della nobile famiglia Vieln a cui tutti vorrebbero unire i propri destini. La sua vita è sconvolta dall'arrivo del nuovo governatore spagnolo, che ha ordinato la cattura...