Dicembre 1991

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1.

"Piantala!"

Leo strattonò Jo via dalla porta prima che potesse sfondarla a calci.

Si frugò nelle tasche del montone beige e ne cavò le chiavi.

"Cabrón, potevi dirmelo prima che evitavo di distruggermi le scarpe" borbottò Jo. L'altro lo guardò di sbieco.

"Lo sai che li capisco gli insulti?"

"Apri che mi si stanno indolenzendo le braccia!" tagliò corto lo spagnolo, mostrandogli i cartoni di pizza.

Quando entrarono, Jo rischiò di inciampare rovinosamente su qualcosa di rotondo e scivoloso; Leo si occupò di salvare le pizze e l'altro si attaccò all'appendiabiti, "lusingato di sapere che preferisci l'incolumità delle pizze alla mia!" gli sbraitò poi dietro, leggermente offeso. Si guardarono intorno: avanzando qualche passo verso il salotto lo scoprirono pieno di scatole di cartone e di buste, nonché di polistirolo sparso in terra. Alzarono lo sguardo e videro Milo arrampicato su una scala, in punta di piedi, intento ad attaccare una ghirlanda sopra all'alta finestra;

"Bentornati!" li accolse la voce di Maggie, il cui corpo era parzialmente visibile dal forno. Quando ne uscì, stringeva tra le mani un vassoio di biscotti fumanti.

"Sono bruciacchiati come piacciono a voi" li raggiunse allora a passo saltellante, porgendogli la teglia e osservando i loro occhi brillare.

"Cosa sta succedendo?" domandò poi Jo. Come risposta, udì un rumore acuto di vetro frantumato. A Milo era caduta una palla di Natale dalla ghirlanda.

"Ci stavamo annoiando, così abbiamo deciso di addobbare" spiegò Milo, con espressione costernata mentre guardava la palla in pezzi.

"E dove li avete presi tutti questi addobbi?"

"Li abbiamo comprati"

"Con quali soldi?"

"Le cinquanta sterline che erano sotto le calamite del frigo" rispose spiccia Maggie.

"Ma erano per le bollette!"

Leo diede una pacca sulla spalla di Jo, abbastanza sconvolto, e si spogliò del montone, restando nel maglione di lana verde.

Jo lo imitò e sedette al tavolo, masticando i biscotti e rimirando l'ambiente. Doveva ammettere che gli amici avevano fatto proprio un bel lavoro.

"Quindi facciamo anche l'albero?" chiese, seguendo l'esile figura di Maggie frugare nei cartoni e tirarne fuori fili di luci.

"Certo, e ci facciamo anche i regali" gli rispose lei con un sorriso, prendendo ad circondargli le spalle e il petto con uno di questi fili. Lui la lasciò fare addirittura alzando le braccia, per facilitarle il lavoro. Quando la ragazza lo attaccò alla corrente, Jo prese ad illuminarsi ad intermittenza di tutti colori diversi.

"Sei uno spettacolo" lo canzonò Leo, avvicinandosi alla teglia di biscotti. Jo gli schiaffeggiò la mano.

"Sei a dieta" gli ricordò con cipiglio.

"Non prendo ordini da una luminaria" rimbeccò l'altro sgraffignando il biscotto.

"Leo, perché non ci suoni qualcosa per scaldare l'atmosfera?" propose Milo scendendo dalla scala.

"Si Leo, dai!" Maggie batté le mani esaltata.

"Si Leo, dai!" Jo le fece il verso "trova anche tu la tua utilità: Maggie è una cuoca, Milo fracassa le palle di Natale, io faccio la luminaria e tu il pianista"

Il francese sedette al pianoforte e si scrocchiò le dita, intonando Joyeux Nöel; piano piano tutti i coinquilini si unirono nel coro, cantandola nella propria lingua, in quell'appartamento piccolo e caldo, non pensando agli esami e al lavoro, guardandosi negli occhi e poi sciogliendosi in un applauso per il musicista.

La MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora