Capitolo 13

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L'indomani quando Rin si svegliò Sesshomaru non c'era, Jaken le disse che il padrone sarebbe mancato per 7 giorni, lei si dispiacque un po', voleva almeno salutarlo;

-:"Rin ora che il padrone non c'è, te lo dico, devi smetterla di dargli noie, avevi detto di saper usare l'arco e ti sei fatta comunque catturare"
-:" Guarda che io mi sono difesa! Ma quelli erano più forti e più veloci di me!"
-:" e allora devi migliorare le tue tecniche per essere veloce, devi allenarti come si deve"
-:" Si hai ragione! Sfrutterò questi giorni!"

Jaken aveva un idea, voleva portarla nel campo di allenamento Yumitoya, era in una valle, li vi si abitava un demone, allenava solo altri demoni. Quando Jaken e Rin arrivarono in groppa ad Ah-Un si avvicinarono alla capanna, essa era circondata da attrezzi di allenamento molto grandi e possenti, alcuni anche spinosi.

-:"Yumitoya sei in casa?"
-:"Chi osa disturbare il mio sonno?" Disse una voce nel buio
-:"Yumitoya sono io, Jaken"
-:" Oh Jaken Vecchio mio!" Disse il demone uscendo allo scoperto, non era così alto toccava 1,70 m un po' più basso di Sesshomaru, aveva i capelli bianchi anche se sembrasse quasi pelato, e le rughe, un vestito da soldato e un bastone per tenersi, tutto l'opposto di quello che si aspettasse Rin -:" Ne è passato di tempo eh" disse lui dando una pacca a Jaken
-:" beh sono passati 4 mila anni da allora, ti vedo in forma"
-:" ahahah sei sempre rimasto il solito, ho iniziato a invecchiare proprio mille anni dopo dal nostro ultimo incontro, so che passerò altri secoli ma un giorno queste forze svaniranno del tutto, sei tu quello che non è cambiato"
-:" beh sono sempre più giovane di te" entrambi scoppiarono a ridere
-:"wow ma quindi quanti anni ha lei signore?" Disse Rin
-:" mh e questa umana?"
-:"Lei viaggia con me e il mio signore, ma essendo umana ha movimenti troppo lenti e speravo che tu potessi allenarla"
-:"mh lo sai che gli umani non sono ammessi, e poi.. non alleno più da orami 200 anni, ma a mio figlio ho trasmesso la tradizione"
-:" eeeehhh e da quando hai un figlio?"
-:"dopo l'ultima volta che ci siamo visti ho capito di star invecchiando così ho deciso che era arrivato il momento di averne uno"
-:"oh capisco"
-:"lo trovi nel magazzino qui accanto"
-:"va bene grazie" fece un inchino
-:" ah ragazzina, io ho più di 80 mila anni"
-:" sono tanti" sorrise

Jaken e Rin si avviarono nel magazzino, e li trovarono il figlio, era alto tanto quanto il padre, capelli blu notte e corti, occhi stretti e lunghi (come quelli di Sesshomaru o Naraku) anche lui come il padre, di color rosso, lui si girò, guardo i due con la coda dell occhio
-:"Avete già parlato con mio padre suppongo"
-:"già" disse Jaken
-:" io sono Surudoi, sei un po' nano ma vedrò che fare"
-:" intanto un po' di rispetto sono più grande di te, e poi non è me che devi allenare"
-:" beh io non vedo altri demoni" si girò verso di lui
-:"sciocco, è lei che devi allenare"
-:"Mh? Mi prendi in giro?"
-:"ti smembra che io stia scherzando?"

Surudoi uscì dal magazzino e andò da suo padre arrabbiato, per secoli gli aveva inculcato che gli umani fossero esseri troppi gracili e inutili per essere allenati, non sopravvivrebbero nemmeno un giorno, e ora un umano tra l'altro pure femmina chiedeva a lui di essere allenato

-:"padre che significa tutto ciò"
-:"tu allenerai quella ragazza"
-:"ma"
-:"niente ma, è un mio ordine"

Surudoi a malincuore andò verso la ragazza "e va bene" disse fra se e se, Jaken gli disse che aveva tempo solo 7 giorni, prima che il suo padrone tornasse "7 giorni? Sono pazzi? È impossibile allenare in così poco tempo un umana.." pensò e Sospirò così iniziò il duro allenamento. Primo giorno, riscaldamenti, Rin doveva correre il più veloce possibile in tutta l'area "sei troppo lenta" urlava il demone ma dopo qualche giro la ragazza si sedette con il fiatone -:"Se ti fossi fermata mentre dei demoni ti stessero inseguento saresti già morta" disse lui, poi le fece sollevare dei pesi, per migliorare la sua forza, la fede nuotare nel ruscello, e altri allenamenti che come primo giorno tutti insieme erano pesanti così Rin si ritrovò stanchissima, ma per ringraziare la disponibilità di quei demoni cucinò per tutti. A fine cena crollò in un sonno profondo, la mattina quando si svegliò uscì dalla capanna e l'aria fresca della rugiada le riempiva i polmoni, andò vicino a un boschetto dove aveva trovato delle belle mele verdi, ne prese due e si sedette proprio sotto all albero

-:"sei mattiniera, buono almeno non sei una che perde tempo"
-:" questione di abitudine"
-:" oggi devi essere più veloce di ieri"
-:" sei pazzo ho i muscoli a pezzi"
-:"beh non è colpa mia se voi umani siete così deboli, hai chiesto tu di allenarti no? Ora ti prendi le tue responsabilità"
E un altra giornata passò così

Il 3 giorno Surudoi la portò in una cascata, la fece sedere su una roccia e la bendò, Rin doveva meditare, captare ogni singolo suono intorno a lei, quando si combatte non è solo necessaria la forza fisica ma anche quella uditiva, bisognava battere l'avversario prima ancora che lui potesse attaccare, per farlo bastava allenare l'udito, in modo da sentire i suoi movimenti nell'ombra.
Rin stese così per 4 ore, poi lui inizio ad attaccarla con delle palle di pelle di animale e riempite con ossa macinate, (potrebbe sembrare leggera ma la polvere se pressata può davvero essere pesante) Rin doveva parare i colpi, captare la dove la palla si muoveva e il cambiamento del vento; veniva colpita e cadde in acqua una ventina si volte, fecero una pausa, mangiarono e poi si stessero per terra.

-:"per fare un ottima meditazione bisogna essere il più rilassati possibili, solo così si ci concentra meglio, se si è tesi, è tutto inutile" disse lui guardando il cielo.

Ma Rin dormiva già, Surudoi si girò verso di lei, la scrutò, in ogni sua singola forma del visto fino alla piccola scollatura del kimono "però è bella" pensava, e iniziò a fremere di curiosità su cosa si celasse sotto a quella tunica.

Jaken e Yumitoya d'altro canto passarono questi giorni a ricordare il passato, e dirsi le novità di questi secoli senza sentirsi, Yumitoya era sorpreso, aveva sentito parlare solo di rado di Sesshomaru, il figlio di Inu No Taisho, al contrario di lui sapeva anche bene, sapeva che il suo amore per gli umani era così grande da portarlo alla morte, chissà se anche il figlio prendendo questo suo strano aspetto, finisse come lui.

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