Capitolo 10

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Undici
Suonò la campanella della ricreazione e tutti uscimmo fuori dalla classe per recarci in cortile.

Lucas: Will, Dustin giochiamo a calcio?
Io: Chiamate anche Mike, no?
Will: Non credo voglia giocare con noi.
Mike: Vorrei scusarmi con voi, ragazzi. Sono stato uno sciocco.
Jessica: Mike! Ti va se oggi pomeriggio mi aiuti con i compiti? Sono appena arrivata e un aiuto mi farebbe bene. (Sorride)
Mike: Oh... beh... ehm...
Io: Perché non studiamo tutti assieme questo pomeriggio?
Jessica: Oh, tu sei Jane, giusto?
Io: Tu, Jessica?
Jessica: Piacere.
Max: Io sono Max.
Jessica: Felice di conoscerti.
Mike: Vediamoci pomeriggio al parco e studiamo lì, ok?
Lucas: Va bene!
Max: Lucas, vieni un momento.
Lucas: Sì?
Max: Prova a guardare quella Jessica e ti spezzo le ossa. (Sorriso sarcastico)
Lucas: Ma non la sto guardando!!
Max: Meglio per te, mio caro.

Un gruppetto di ragazzi giocava a calcio e all'improvviso vidi la palla dirigersi verso di me ad alta velocità. Tutti mi guardarono per avvertirmi, ma io osservai la palla e con i miei poteri la lanciai in un'altra direzione.

Jessica: Ma com'è possibile?
Max: Un colpo di vento.
Jessica: Come mai ti esce sangue? Ti ha colpito la palla?
Io: Mi ha toccato un po'.
Mike: Tutto ok, Und...cioè Jane?
Io: Sì, Mike. È tutto ok.
Jessica: Bene, quindi oggi pomeriggio al parco.
Max: Sempre se non piove.
Io: Ci sono delle nuvole che non promettono bene. Mike, ti squilla il cellulare.
Mike: Oh, non me n'ero accorto. Ero intento a guardare altro. Pronto? Ei, mamma... dimmi.
Karen: Tesoro, stai facendo lezione?
Mike: No, siamo in ricreazione. Che succede?
Karen: Dobbiamo trasferirci in Francia. Tuo padre ha il lavoro fisso lì ormai.
Mike: Cosa? Non se ne parla. Io resto qui.
Karen: Ascoltami, Mike. La nostra situazione economica sta crollando. L'unico modo per continuare a vivere è andare a Parigi.
Mike: Nancy è al corrente di tutto?
Karen: Sì, in questo momento è a fare compere con Jonathan.
Mike: Va bene, mamma. A dopo. Devo rientrare.
Karen: Ciao, piccolo.
Io: Che succede?
Mike: Poi ti spiego. (La abbraccia)
Io: Va bene.

Dopo la scuola

Max: Siamo arrivati al parco e lei ancora non c'è.
Dustin: Non ci capisco nulla di letteratura.
Jessica: Se vuoi ti aiuto io.

Arrivò Jessica con un vestito attillato sul verde acqua e i capelli biondi al vento.

Dustin: Wow... c-certo aiutami tu.

Max lanciò un'occhiata a Lucas e lui la guardò deglutendo. Io guardai Mike, ma lui era immerso nei suoi pensieri.

Io: Pronto? Terra chiama Mike. Che ti prende?
Mike: Eh? No, nulla. Sono solo un po' stanco.
Io: Vuoi andare a casa?
Mike: No no. Non preoccuparti.
Max: Bene. Iniziamo con letteratura quindi?
Will: Sì. Abbiamo la nostra prof privata. (Ride)
Jessica: Bello come nome. (Sorride)
Max: Quanto la odio! (Sussurra a Undici)
Io: Già, c'è qualcosa che non va in lei. (Sussurra)
Mike: Quindi William Shakespeare scrisse Romeo e Giulietta tra il 1594 e il 1596. Giusto?
Jessica: Bravissimo Mike.
Mike: Le loro famiglie non avevamo buoni rapporti e quindi i figli , Romeo e Giulietta, non potevano sposarsi. Che tristezza però.
Max: Pensa alla fine della storia allora. Si conclude in bellezza.
Jessica: Sei ironica vero?
Max: Però, che genio!
Jessica: Oh ecco.
Io: È bello sapere che al mondo c'è qualcuno che ti ama.
Jessica: Già. E soprattuto è bello sapere se quella persona sarebbe disposta a dare la vita per te. Proprio come in Romeo e Giulietta.

Guardai Mike e gli feci un sorriso pensando a quando mi sacrificai per salvarlo dai russi, lui si alzò da terra e mi abbracciò mettendo le sue mani lungo i miei fianchi.

Lucas: Max un bacino! (Faccino da bimbo)
Max: Va bene, Lucas.

Jessica: Torniamo a studiare?

3 ore dopo

Mike: Ragazzi, io dovrei andare a casa. Si è fatto tardi.
Io: Ti accompagniamo.
Mike: Grazie.
Jessica: A domani Mike. A domani ragazzi.
Io: A domani.

Ci incamminammo verso casa di Mike.

Dustin: Amico, come mai sei zitto? Non hai detto nulla tutto il tempo.
Mike: Non mi sento tanto bene.
Io: Che hai?
Mike: Mi fa un po' male la testa, ma nulla di che.
Will: Sicuro?
Mike: Sì. Bene, siamo arrivati.
Karen: Ei, Mike. Ciao, ragazzi.
Dustin: Come mai tutti questi scatoloni? Hai ordinato dei nuovi videogame??
Mike: No no,  è roba vecchia. Mia madre la sta buttando via.
Nancy: Ei, ragazzi.
Will: Mio fratello è qui, Nancy?
Nancy: No, è appena andato a casa.
Io: Ma quella non è la scrivania dove mi nascondevo io anni fa?
Mike: Sì.
Io: La stai buttando via?
Mike: Si era rovinata...
Karen: Mike, ma perché imbrogliare? Vedete, ragazzi... la verità è che tra una settimana noi ci trasferiremo in Francia. Mio marito ha il lavoro lì ormai.
Io: Cosa...?
Mike: Per questo ci sono queste scatole qui fuori. Stiamo iniziando a sistemare.
Dustin: Ok, bello scherzo.
Nancy: Non stiamo mentendo, Dustin. Partiremo davvero.

Appena sentii quelle parole scoppiai in lacrime e scappai addentrandomi nella foresta. Mike mi inseguì.

Mike: Undi! Aspetta!
Io: Ecco perché eri triste oggi a scuola?
Mike: Sì. (Ha il fiatone per la corsa)

Mi fiondai tra le sue braccia.

Io: Mi mancherai.
Mike: Io non me ne andrò. Troverò un modo. Promesso.
Io: Ma devi per forza andare...
Mike: Beh, ricordati che stai parlando con Mike, non con uno qualunque. (Ride)
Io: Vero. (Ride) Torniamo...

Dopo qualche minuto tornammo a casa di Mike e sua madre ci offrì la cena. Nessuno parlava. La porta si spalancò ed entrò Hopper affannato per la corsa.

Hopper: Hanno avvistato il mind flayer.

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